Johnny Depp ha vinto contro Amber Heard: chi gli ridarà la sua vita ora?

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Tutto è bene quel che finisce bene, o forse no. Johnny Depp ha vinto lo storico processo contro la sua ex moglie Amber Heard che lo aveva accusato di violenza domestica rovinandogli la vita e la carriera. Bene, il processo è terminato, ma tornerà tutto come prima?

Johnny Depp ha vinto, nonostante tutto

Finalmente. Questa è la prima parola che avrà pensato Johnny Depp mentre la giuria si pronunciava dichiarando l’attore non colpevole di violenza domestica, condannando invece Amber Heard a un risarcimento per diffamazione. Risarcimento che supera di poco i 10 milioni di dollari (10,4), ben al di sotto dei 50 chiesti dai legali dell’interprete di Jack Sparrow. Al di là delle cifre, la parola “fine” al processo è stata una vera liberazione per Depp, che su Facebook ieri sera h pubblicato i suoi primi pensieri a caldo:

Sei anni fa, la mia vita, la vita dei miei figli, la vita di chi mi è stato più vicino, e altri, la vita di tante persone, tante, che in questi anni mi hanno supportato e hanno creduto in me mentre tutto stava cambiando per sempre. Tutto in un battito di ciglia. Falso, accuse serie e criminali nei miei confronti via media, che mi hanno esposto a un attacco di odio senza fine, mentre non c’era alcun tipo di addebito o di accusa nei miei confronti. Intanto – prosegue l’attore – viaggiava in tutto il mondo in un nanosecondo avendo un impatto sismico sulla mia vita e sulla mia carriera.

E sei anni dopo, la giuria mi ha dato la mia vita indietro. E ne sono onorato. La mia decisione di perseguire questo caso, sapendo molto bene le difficoltà inevitabili che avrei affrontato, mettendo la mia vita in una forma così spettacolarizzata, l’ho fatto solo dopo averci riflettuto seriamente. Dal principio – conclude Depp – il vero obiettivo era rivelare con questo caso la verità al mondo. Far conoscere la verità era qualcosa che dovevo prima di tutto ai miei figli e a tutti quelli che hanno creduto in me. Mi sento finalmente in pace adesso“.

Depp-Heard, lo spartiacque della cancel culture

Il circo mediatico ha tenuto tutti incollati alle ultime notizie che arrivavano dalla Virginia, dove il il processo si è tenuto. Ovviamente non potevano mancare le fazioni, com’è giusto che sia: chi con Heard, chi con Depp, non senza repentini cambi di bandiera in corso d’opera. Sì, perché quando Amber Heard nel 2018 firmò un articolo sul Washington Post in cui si autoproclamava “figura pubblica che rappresenta la violenza domestica”, tutti si schierarono immediatamente contro Depp, suo ex marito. Tutti: amici, conoscenti, produttori cinematografici, tutti. Lasciandolo solo, senza nessuno, nemmeno il suo lavoro.

Forse, dico forse, questo processo può davvero segnare e insegnare qualcosa ai boriosi opinionisti dalla facile opinione, ai “capoccioni” che prendono le distanze non per non sporcarsi la coscienza ma per tutelare i propri affari. Forse, dico ancora forse, si apre un nuovo scenario nel quale tra un uomo e una donna non sempre la violenza domestica è a senso unico, non sempre ciò che subisce un uomo deve essere sminuito, ignorato, non creduto, deriso. Forse da questo processo impareremo che prima di giudicare dovremmo ascoltare, capire, farci un’idea, attendere le argomentazioni, le prove, poi trarre delle conclusioni e solo alla fine dire la nostra.

Noi di SuperGuidaTV non abbiamo espresso alcun parere durante il processo, non che questo avrebbe potuto modificare l’opinione pubblica, ma semplicemente perché un’idea ce l’avevamo ma parlare prima non è saggio. Non siamo dei giuristi, non siamo Saul Goodman, non lo eravamo prima e non lo siamo neanche ora. Siamo solo dei giornalisti appassionati di spettacolo che, giustamente, si sono posti una domanda fin dall’inizio: ma perché diavolo stroncare la carriera di un attore gigantesco come Johnny Depp prima ancora che venga dichiarato colpevole? Così, fidandosi solo ed esclusivamente di Amber Heard che – come da lei stesso intimato all’ex marito – faceva leva sul fatto che, essendo donna, avrebbero creduto a lei e non a un maschio bianco eterosessuale?

Chi restituirà a Johnny Depp la sua vita?

Dall’anno successivo alla pubblicazione dell’articolo di Amber Heard nel 2018, Johnny Depp ha recitato solamente in 3 film, tagliato fuori da tutte le grandi produzioni di Hollywood che lo vedevano protagonista come la saga di “Pirati dei Caraibi” o di “Animali fantastici”, in cui è stato addirittura rimpiazzato(!). Lui che di film alle spalle ne aveva ben 58, con capolavori come le saghe già citate e altri titoli tra cui “Blow”, “Alice in Wonderland”, “La fabbrica di cioccolato”, “Donnie Brasco”, “Chocolat”, “The Tourist” e la lista sarebbe lunghissima. Quanti altri film avrebbe potuto girare negli anni della sua assenza? Quante pellicole ci siamo persi e quante altre ce ne perderemo per aver voluto giudicare a tutti i costi un uomo prima ancora che lo facesse la giustizia stessa?

Johnny Depp è solo il caso più eclatante di una lunga lista di silenziosi personaggi fatti fuori da un clima che vuole che il politicamente corretto sia un’ossessione, anche quando porta sulla strada sbagliata. Il clamore mediatico che ha scatenato questo processo non deve rimanere fine a sé stesso, deve alzarsi ed ergersi a pietra miliare di un cambiamento culturale, giunto in modo provvidenziale prima che il modo cieco di pensare si arenasse alla deriva. Ma non basta. No, non basta la fine del processo, non basta il risarcimento milionario in favore dell’attore, perché niente potrà restituirgli la pace e la stabilità che gli ultimi anni d’inferno gli hanno negato.

Dovrebbero scusarsi, tutti. In primis chi gli voleva bene finché la sua carriera era sulla cresta dell’onda, poi tutti coloro che l’hanno fatta diventare un’onda anomala di acqua e ipocrisia facendolo naufragare. Siamo sicuri che Johnny Depp, da buon pirata come Jack Sparrow, saprà rimettere i remi in barca e ricostruire tutto ciò che gli è stato tolto e distrutto, ma a che prezzo? No, non a 10,4 milioni di dollari. Allora, forse, può sembrare che sia tutto bene quel che finisce bene ma solo perché la corazzata dei pensieri perbenisti si è abbattuta sulle spalle troppo larghe di un uomo innocente. Non auguriamo alla Heard le stesse sorti che lei aveva tramato per il suo ex marito, perché speriamo che tutto ciò sia utile per evitare casi simili in futuro. Perché l’oggi è ormai passato, quell’oggi che ricorderete come il giorno in cui avete quasi sconfitto Johnny Depp. Ma non ce l’avete fatta.

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