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Io speriamo che me la cavo: tutto sul film tratto dall’omonimo best seller

Paolo Villaggio

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Sabato 9 Settembre preparatevi a ridere di gusto perché in prima serata su Rete 4 va in onda Io speriamo che me la cavo, applaudito film del 1992 diretto dalla grande Lina Wertmuller. La pellicola seguì la scia dell’incredibile successo ottenuto dall’omonimo libro scritto da un maestro elementare nel 1990, un vero e proprio best seller.

La trama inconsueta e divertente, la bravura del cast, su cui spicca un impeccabile Paolo Villaggio, e la solita magistrale regia della Wertmuller, rendono Io speriamo che me la cavo un film godibilissimo anche all’ennesimo passaggio televisivo. Ecco alcune curiosità che lo riguardano.

Io speriamo che me la cavo: la trama in breve e il cast

Questa, in breve, la trama di Io speriamo che me la cavo.

Per un errore, il maestro elementare ligure Marco Tullio Sperelli, viene trasferito nel paese di Cozzano, nel napoletano. L’uomo si ritrova così a dover insegnare in un ambiente a dir poco difficile, con ragazzini cresciuti fra droga, camorra e delinquenza in genere. All’inizio, come prevedibile, non è facile, ma pian piano il bravissimo maestro riesce a conquistare il cuore dei suoi piccoli alunni.

Per quanto riguarda il cast, non si può non segnalare l’ottima interpretazione di un ispirato Paolo Villaggio nel ruolo principale. Lo affiancano l’altrettanto talentuosa e veterana della recitazione Isa Danieli e un gruppo di promettenti attori e attrici in erba che forma la classe dei turbolenti studenti.

Il best seller da cui è tratto il film

La pubblicazione di Io speriamo che me la cavo nel 1990 da parte del maestro di scuola elementare Marcello D’Orta, si è rivelata uno dei più grandi successi letterari degli ultimi decenni. Oltre due milioni di copie vendute, ne fanno un best seller letterario a tutti gli effetti.

Il libro raccoglie 60 temi sugli argomenti più disparati scritti dagli alunni dell’autore stesso. Attraverso gli occhi innocenti dei bambini, l’opera costituisce un ironico ma puntuale affresco della complessa realtà del Sud Italia, schiacciato da enormi problemi e quasi sempre lasciato solo dallo Stato ad affrontarli.

Qualche curiosità sul film

Di seguito vi sveliamo alcune curiosità su Io speriamo che me la cavo:

  • per quanto possa sembrare strano, il film non è girato a Napoli. La regista dovette rinunciare ad usare la città partenopea come set perché la camorra, ai primi movimenti della troupe, pretese il 10% del budget del film come “pizzo”. Piuttosto che cedere al vile ricatto, si preferì spostarsi a Taranto
  • nella pellicola compaiono due set campani, ovvero la Reggia di Caserta e San Giorgio a Cremano
  • il titolo del libro e del film deriva dalla conclusione di un tema svolto da un ragazzino la cui traccia era L’Apocalisse
  • fra il testo scritto e il film sussistono differenze minime. Tra queste il fatto che il primo è ambientato ad Arzano, mentre il secondo a Corzano. Nella pellicola il paese è in provincia di Napoli, nella realtà si trova nel bresciano.
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