“Il cacciatore 2”, intervista esclusiva ad Alessio Praticò: “Il mio sogno impossibile? Partecipare alla serie Netflix Sex Education”

Alessio Praticò attore de'

Nell’ultimo periodo sta collezionando ruoli in lavori importanti tanto da aver preso parte anche al film “Il traditore” di Marco Bellocchio. Pur avendo l’aria da bravo ragazzo, Alessio Praticò si sta facendo strada con personaggi cattivi. Nella serie TV di successo “Il cacciatore” interpreta Enzo Salvatore Brusca, un uomo pieno di contrasti che cercherà di trovare la sua strada grazie ad una ragazza alla quale però non rivelerà la sua identità. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida Tv, Alessio ci ha rivelato che gli piacerebbe prendere parte ad un commedia cimentandosi in un ruolo più leggero. E per quanto riguarda Netflix ci ha confessato il suo sogno “impossibile”, quello di partecipare alla serie “Sex Education“.

Intervista esclusiva ad Alessio Praticò

1) Alessio, nella serie TV “Il cacciatore” interpreti Enzo Salvatore Brusca. In che modo ti sei preparato ad interpretare questo personaggio? Qual è la chiave del successo di questa serie?

Quando si affrontano personaggi come i fratelli Brusca si avverte un grande senso di responsabilità. C’è una parte di studio legata agli accadimenti che vengono raccontati nella serie e un lavoro di squadra. Per noi la sceneggiatura è come la Bibbia e quando qualcosa è scritta bene è più facile per tutti raccontarla. E poi per un attore è importante avere quella parte che porta a fidarsi dell’istinto e ad affrontare delle sfide. La chiave del successo di questa serie risiede nella scrittura perché si tratta di una narrazione che indaga sulla natura dell’essere umano rifuggendo dallo stereotipo del buono e del cattivo. 

2) Quale è stata la difficoltà maggiore che hai incontrato? Un ruolo che ti ha richiesto anche una trasformazione fisica considerando che sei dovuto ingrassare 4 kg.

Mi è stato chiesto di prendere peso. La difficoltà maggiore che ho incontrato è stata di cercare di allontanarmi dalla figura del cattivo e in questo la scrittura mi è stata d’aiuto. Nella seconda stagione vengono approfonditi i rapporti umani e nel caso specifico del mio personaggio il rapporto tra i due fratelli. Un rapporto controverso che avrà poi un’evoluzione. Enzo è alla ricerca della sua indipendenza perché si sente oppresso dal fratello. In un aneddoto si racconta che Enzo a Carnevale si era vestito da poliziotto e che il padre vedendolo lo prese a schiaffi. Nella seconda stagione Enzo trova un gancio, una mano tesa. Si tratta di una ragazza che conosce e alla quale non rivela la sua identità. Non posso dire come va a finire. 

3) In una recente intervista hai dichiarato che ti piacerebbe confrontarti con personaggi più leggeri. Con chi ti piacerebbe lavorare? E quale ruolo ti piacerebbe interpretare?

Finora mi è capitato di interpretare personaggi che hanno dovuto affrontare situazioni drammatiche. La possibilità di lavorare su un ruolo completamente opposto a me stesso la affronto come una sfida interessante. Ad oggi mi sento pronto a cimentarmi in un ruolo da protagonista e mi piacerebbe lavorare in una commedia. Non so con chi mi piacerebbe lavorare perché non ho un nome in particolare. Finora ho avuto la fortuna di lavorare con tanti bravissimi registi da cui ho assorbito come una spugna. 

4) Hai partecipato al film “Il traditore” di Marco Bellocchio candidato ai prossimi David di Donatello. Un film che continua a fare incetta di premi. Deve essere una bella soddisfazione. 

E’ stato per me un onore prendere parte a questo film anche perché sono stato chiamato dallo stesso Bellocchio. Stare su un set con un maestro del cinema e con tanti interpreti straordinari è stata un’esperienza formativa. C’era un bel clima e ho avuto la possibilità di instaurare anche dei rapporti di amicizia. 

5) Ti piacerebbe partecipare a qualche programma televisivo? Se ti proponessero di partecipare ad un reality accetteresti?

Il mio lavoro è raccontare storie di personaggi. Se mi proponessero di partecipare a programmi come “Tale e quale” o “Ballando con le stelle” ci penserei perché ballare e cantare fa parte del bagaglio artistico di un attore. Senza emettere alcun giudizio sui reality ti dico che però non fanno per me. 

6) Hai dichiarato che nell’incertezza di inseguire il sogno della recitazione hai deciso di iscriverti alla facoltà di Architettura. Cosa ti ha fatto poi cambiare idea? I tuoi genitori ti hanno appoggiato in questa scelta?

Fin da piccolo ho sempre inseguito il sogno della recitazione tanto che ho frequentato una scuola per l’infanzia in cui si curava particolarmente l’aspetto teatrale. Terminato il liceo mi sono iscritto alla facoltà di architettura frequentando contemporaneamente dei laboratori teatrali. Dopo la laurea ho deciso di trasformare questa passione in un lavoro. Ci ho creduto e ho voluto provarci. Dopo aver fatto i provini sono entrato al Teatro Stabile di Genova e da lì ho iniziato il mio percorso. I miei genitori mi hanno insegnato a stare sempre con i piedi per terra e di questo li ringrazio molto. Mi hanno sempre appoggiato nella mia scelta senza mai creare ostacoli. Il più delle volte, nei periodi di alti e bassi, sono loro a supportarmi e a darmi forza. Sono stato fortunato da questo punto di vista.  

7) Sei stato protagonista del film Netflix “Lo spietato”. Cosa ricordi di questa esperienza? C’è una serie Netflix a cui ti piacerebbe prendere parte?

E’ stata una bella esperienza. Il regista ci aveva chiesto di lavorare sui personaggi dando un taglio grottesco pur mantenendo una credibilità. Mi sono divertito perché alcune scene sono state frutto di improvvisazione e mi sono trovato bene a lavorare con Riccardo Scamarcio e con Sara Serraiocco. Lo so che è un sogno quasi impossibile ma mi piacerebbe prendere parte alla serie Netflix “Sex Education”. L’ho trovata una serie divertente perché affronta una tematica come il sesso che da noi ancora è tabù. 

8) Prossimi progetti?

E’ in post produzione un film di cui sono protagonista. Si intitola “La guerra di Cam” e racconta che cosa potrebbe succedere nel nostro pianeta se venisse a mancare la tecnologia. In particolare ci si concentra sul rapporto tra il mio personaggio e un ragazzino che devono affrontare un viaggio in uno scenario apocalittico. 

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