Il primo giorno della mia vita, intervista al regista Paolo Genovese e a Margherita Buy e Sara Serraiocco

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Nei suoi film il regista Paolo Genovese ci ha spinto a riflettere sugli altri ma anche su noi stessi. Lo ha fatto anche stavolta nel film “Il primo giorno della mia vita” prodotto da Lotus Production e Medusa Film. Genovese accompagna il pubblico ad interrogarsi sul senso profondo della vita e sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare. Nel cast figurano Toni Servillo, Valerio Mastrandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco e Gabriele Cristini. Quattro persone hanno toccato il fondo e decidono di porre fine alle loro esistenze. Un uomo misterioso si presenta al loro cospetto per proporgli un patto: una settimana di tempo per farle innamorare di nuovo della vita. Il suo intento è quello di offrire la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro e aiutarle a trovare un nuovo senso alle proprie esistenze. Ogni personaggio del film ha un passato che bussa alla loro porta: Emilia è un’atleta finita sulla sedia a rotelle dopo un’eterna costellata da medaglie d’argento, Arianna convive con i sensi di colpa per la perdita prematura della figlia e Daniele è uno youtuber diventato famoso mangiando enormi quantità di cibo a costo di diventare vittima dii bullismo.

Intervista al regista Paolo Genovese e a Margherita Buy e Sara Serraiocco

Noi di SuperGuida TV abbiamo videointervistato in esclusiva il regista Paolo Genovese e le attrici Margherita Buy e Sara Serraiocco. A loro abbiamo chiesto se nella società di oggi le persone siano più disposte a salvare o a salvarsi. Il regista Paolo Genovese ammette: “Penso che i due concetti siano legati tra loro. A volte per salvare qualcuno dobbiamo prima salvarci e viceversa. Tendenzialmente in noi stessi c’è una chiusura, amplificata anche dal periodo che abbiamo trascorso e dai social, che non permette agli altri di metterci in salvo e di avvicinarci alle persone che hanno bisogno”.

Margherita Buy invece spiega: “Tutto dipende dalle fasi che si attraversano nella vita. A volte cerco di occuparmi degli altri e lo faccio anche in modo fastidioso. Mi accorgo che è un modo per superare qualcosa che ho dentro, un disagio. Trovo che aiutare gli altri possa essere una grande fonte di felicità”.

A Sara Serraiocco abbiamo chiesto in che modo si sia approcciato al suo personaggio, Emilia, e quale sia stata la lezione più importante che le ha trasmesso: “Emilia è cresciuta in un ambiente agonistico e vuole diventare una campionessa. E’ sempre stata alla ricerca della perfezione per compiacere gli altri. Interpretare Emilia mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose della vita. Condividere il proprio dolore aiuta a superare il dolore stesso”.

Il film è stato girato interamente a Roma nonostante il libro omonimo fosse ambientato a New York. All’inizio, Paolo Genovese aveva pensato di attingere dal bacino di attori americani delle serie tv. Gli abbiamo chiesto come mai abbia poi cambiato idea: “Mi piace molto New York e penso che abbia qualcosa di magico. L’ambientazione mi aveva spinto a dirigermi verso gli attori americani. La pandemia ha poi bloccato le riprese del film oltre che l’industria cinematografica. Avevo molta voglia di raccontare questa storia e ho deciso di ambientarlo a Roma, una città sospesa. Abbiamo girato durante la pandemia in una Roma deserta, in notturna con la pioggia. Nelle grandi metropoli si avverte molto la solitudine”.

Curiosità: nel film tra i protagonisti figura anche un attore noto al pubblico televisivo. Stiamo parlando di Lino Guanciale. La sua è una piccola incursione che però desterà curiosità in chi lo ha amato nelle fiction di successo della Rai.

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