Intervista esclusiva a Mauro Situra: “Dopo aver trascorso una vita a nascondermi, oggi ho fatto pace con me stesso”

Mauro Situra, parrucchiere dei Vip

La sua vita è un’altalena in continuo equilibrio tra cadute e risalite. La sua è la storia di un ragazzo che ce l’ha fatta e che grazie alla determinazione è riuscito a coronare il suo sogno. Neanche gli ostacoli della famiglia l’hanno fermato. Mauro Situra, delfino del grande coiffeur Aldo Coppola, ha deciso di mettere nero su bianco le sue emozioni in un libro, dal titolo “Confidenze pericolose”. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, Mauro ha toccato alcun temi importanti affrontati nel libro. A partire dall’omosessualità con cui si è trovato a fare i conti solo a 20 anni. Non è stato facile per Mauro ripercorrere la sua vita. I ricordi quando vengono a galla possono procurare anche dolore. E’ quello che è successo quando Mauro ha deciso di liberarsi parlando di un episodio di violenza di cui fu vittima da bambino. Grazie al suo lavoro, ha avuto modo di incontrare e conoscere tanti personaggi dello spettacolo. Nel libro racconta aneddoti divertenti e curiosi, come quando tagliò i capelli a Paola Barale o quando sbagliò la piega a Mara Venier in occasione della serata finale del Festival di Sanremo. Molto amico di Belen Rodriguez, ci ha fatto anche una rivelazione: “Belen ha trovato di nuovo la felicità. Secondo me sta vivendo un nuovo capitolo della sua vita, un amore che non ha mai vissuto da persona normale. Le auguro tutto il bene perché se lo merita. E’ una grande donna“. Sul futuro professionale si dice ottimista confidando in tempi migliori. Mauro ha messo a frutto passo dopo passo gli insegnamenti del suo maestro Aldo Coppola. Nonostante la vita l’abbia spesso mandato fuori strada, oggi Mauro è un uomo forte e felice dei suoi successi. Un uomo riappacificato con se stesso e anche forse con il proprio passato.

Intervista esclusiva a Mauro Situra

Mauro, “Confidenze pericolose” è il libro in cui racconti la tua storia. Quando hai sentito l’esigenza di mettere nero su bianco le tue emozioni?

Era da un po’ di tempo che avevo maturato l’idea di scrivere un libro. Molte persone mi dicevano che avrei dovuto mettere nero su bianco la storia della mia vita ma pur pensandoci ritardavo il momento. Lavorando dalla mattina alla sera la stanchezza prendeva il sopravvento e mi risultava impossibile pensare di mettermi a scrivere. La casa editrice Mondadori mi ha poi fatto la proposta e durante il primo lockdown ho approfittato del tempo disponibile per scrivere il libro. 

Quanto ti è stato utile scrivere e poi rileggersi e ritrovarsi in queste pagine?

E’ stata una sensazione meravigliosa. Quando ho visto il libro pubblicato e ho avuto modo di toccare con mano le pagine ho provato una forte emozione. Ogni parola, ogni frase e ogni concetto del libro mi appartiene. 

In questo libro affronti tante tematiche compresa quella dell’omosessualità. Mi ha colpito una frase in particolare: “forse non solo non mi ero accettato io ma non credevo nemmeno possibile che potessero accettarlo gli altri”. Quando ti sei sentito finalmente libero? Quali sensazioni ti ha provocato questa consapevolezza?

Apparentemente sono stato sempre libero. Mi vestivo da libero ma non lo ero. Sin da piccolo ho recitato una parte. A 20 anni poi è cambiato qualcosa. Crescendo e con nuove consapevolezze ho smesso di mettere una maschera e di mostrare realmente chi ero. 

Con la tua famiglia però non ha mai toccato questo argomento. Avevi paura della loro reazione?

Non avevo paura ma trovavo sempre il modo per evitare di affrontare l’argomento. I miei genitori poi erano quarant’anni più grandi di me e non avrebbero capito. Loro avevano trascorso la vita a lavorare, a crescere i figli ma non si affacciavano al mondo che girava loro attorno. All’inizio è stata dura liberarsi di quello che avevo dentro. Il libro mi ha permesso di riportare alla luce episodi che ormai avevo messo nel dimenticatoio e da questo punto di vista è stato un toccasana. Oggi sto bene con me stesso. 

A 14 anni dopo aver superato le resistenze dei tuoi genitori ti iscrivi alla scuola per parrucchieri. Il tuo talento viene premiato tanto che inizi poi a lavorare per Aldo Coppola. A parte i trucchi del mestiere, qual è l’insegnamento più importante che ti ha trasmesso?

Aldo Coppola mi ha insegnato tutte le regole vincenti per diventare un uomo di successo. Per essere un leader ci devono essere tanti ingredienti che non si possono né comprare né apprendere in una scuola. Il talento è qualcosa che si ha dentro e Aldo mi ha permesso di esprimerlo al meglio. Ha tirato fuori il meglio di me e per 30 anni è stata una collaborazione meravigliosa. Con uno sguardo ci capivamo subito e questa sintonia capita raramente nella vita. Sono stato fortunato. 

Nel libro hai deciso di raccontare anche un episodio di violenza. Ti sei mai colpevolizzato?

Mi sono ritrovato a subire una violenza senza sapere come e perché fosse successo. Ero troppo piccolo per capire. Con il tempo mi sono trovato davanti ad un bivio: o continuare a ricordare o trovare la forza di rimuovere e andare avanti. Mi sono illuso di poter dimenticare. 

Sei mai riuscito a parlare con qualcuno di quello che ti era capitato?

Quando sono diventato grande ne ho parlato con qualcuno anche se non è stato facile. Pensi sempre che qualcuno possa capire il tuo stato d’animo ma per chi non lo ha vissuto è complicato. Sono stato in cura presso tanti psicologi anche se anche con loro non sono riuscito a risolverlo. 

Grazie al tuo lavoro hai avuto modo di conoscere tanti personaggi dello spettacolo. Con Paola Barale è nata una bellissima amicizia. Eppure all’inizio il tuo taglio di capelli l’aveva gettata nella disperazione. Quando hai intuito che invece sarebbe stato un successo?

Quando le ho tagliato i capelli ha reagito male e si è messa a piangere. Poi però riguardandosi allo specchio ha iniziato a guardarsi con occhi diversi e ha ammesso di piacersi con il nuovo look. Ci siamo abbracciati. Paola ha capito che la trasformazione che avevo messo in atto era stata costruttiva e non il contrario. 

Al Festival di Sanremo con Mara Venier non andò fin troppo bene. Quanto pesano le critiche sul tuo lavoro? C’è mai stato qualcuno che ha mostrato malcontento per il lavoro che avevi fatto?

Riesco a percepire il malcontento di una persona nel momento in cui lavoro. Dopo tanti anni di lavoro riesco a capire le persone da una semplice stretta di mano e da uno sguardo. Quando intuisco che è impossibile creare del feeling evito in partenza di fare qualcosa. Sono una persona che non ama lavorare controvoglia e con l’ansia per la speranza di riuscire in qualcosa in cui io stesso non credo. Oggi a differenza di prima alle sfide preferisco le vittorie certe che mi procurano soddisfazioni. 

Conosci molto bene anche Belen e Stefano. E si intuisce che tu speri che tra loro ci possa essere un ritorno di fiamma. Oggi Belen è però fidanzata con Antonino Spinalbese. Secondo te ha trovato di nuovo la felicità?

Belen ha trovato di nuovo la felicità. Secondo me sta vivendo un nuovo capitolo della sua vita, un amore che non ha mai vissuto da persona normale. Le auguro tutto il bene perché se lo merita. E’ una grande donna. L’amore è la benzina della vita e senza non si va da nessuna parte. 

Ad un certo punto sono arrivati gli attacchi di panico a complicarti la vita. Qual è stato il momento peggiore?

Il momento peggiore è stato il primo giorno che mi ha colto un attacco di panico. Ci ho sofferto per due anni e sette mesi. Mi è piovuto addosso questo macigno sulla testa e sul corpo in un momento della mia vita in cui stavo finalmente raccogliendo i frutti di quello che ero riuscito a fare con la mia determinazione. Non riuscivo più ad essere padrone delle mie emozioni. E’ un male oscuro perché pur sapendo di stare male non riesci a dare una forma a quel dolore. Non ho voluto prendere gli psicofarmaci perché volevo riuscire a superare questo male senza lasciarmi piegare. Fortunatamente, così com’è arrivato se ne è andato. Tante persone soffrono di questo male e nascondono di averlo. La vera cura è parlare con coloro che hanno condiviso la tua stessa esperienza. 

L’amore è un’ancora nella tua vita, una certezza. Eppure l’hai scoperto tardi. Come mai?

Mi sono sempre innamorato dell’impossibile. Il passato ha molto influenzato la mia vita sentimentale perché non mi ha fatto sentire libero. Mi sono innamorato di persone che non mi volevano e questo all’inizio mi faceva eccitare. Poi però ho lasciato perdere perché queste persone rappresentavano una inutile perdita di tempo oltre che un’illusione. Nella mia vita è entrato Luca e condivido la mia vita con lui da 30 anni senza avere avuto un input sessuale. Ci lega una profonda amicizia. Carletto invece mi ha stravolto la vita facendomi capire che l’amore esiste. Ora che lo sto vivendo me lo godo. Non è mai troppo tardi per amare. 

Sei contrario alle adozioni. Sulla possibilità di sposarti invece? Lo faresti?

In questo momento è un pensiero che non mi passa proprio per la testa. In realtà io vorrei avere dei figli solo che il mondo non è ancora preparato ad accettare le adozioni. L’atteggiamento della società mi spaventa e io non voglio soffrire.

Purtroppo la situazione coronavirus ha messo in ginocchio molti settori tra cui anche quello relativo benessere. Come va ora la situazione? Sul futuro sei ottimista?

Sul futuro sono molto ottimista. Lavorare con le mascherine e restare aperti è una grande fortuna. Mi dispiace solo non poter vedere gli occhi e gli sguardi delle clienti. Supereremo però anche questa. 

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