Il ritratto del Duca: la vera storia di un furto incredibile e dell’uomo che ne fu l’artefice

Il ritratto del Duca

Per quanto possa sembrare incredibile, la storia narrata ne Il ritratto del Duca, film commedia diretto dal compianto Roger Michell, seppur romanzata in parte, è vera. La trama infatti, ruota attorno ad un furto incredibile avvenuto a Londra all’inizio degli anni ’60 dello scorso secolo. Fu allora che un tassista svogliato e idealista, tale Kempton Bunton, decise di conquistarsi la ribalta rubando Il ritratto del Duca di Wellington, capolavoro di Francisco Goya custodito fra le pareti, fino ad allora considerate blindate, della National Gallery.

Il motivo? Far sì che il governo si occupasse maggiormente degli anziani. Un episodio clamoroso evidentemente, nel film ben ricostruito ed interpretato da due mostri sacri del cinema internazionale, ovvero Jim Broadbent e, nei panni della sua pragmatica ed amorevole moglie, Helen Mirren. Ne scaturisce un’opera divertente che sa anche far riflettere, specialmente sul tema dell’arte e di quanto essa possa influenzare, migliorandola, la società.

L’appuntamento è per le 21.20 di Venerdì 2 Febbraio su Rai Tre (è una prima visione tv): di seguito vi diciamo qual è la storia vera che ha ispirato la pellicola.

Il ritratto del Duca: la trama in breve e il cast

Questa, brevemente, la trama de Il ritratto del Duca.

Londra, 1961. Il tassista Kempton Bunton ruba dalla National Gallery Il ritratto del Duca di Wellington, dipinto da Francisco Goya nel 1812. Decisamente bizzarro, nonché filantropico, il riscatto chiesto dall’uomo al governo inglese per restituire la tela e rimetterla al proprio posto: abolire il canone tv per gli anziani, suo vecchio pallino da sempre e, in generale, investire più fondi per la cura e la tutela delle persone di una certa età.

Per quanto riguarda il cast, oltre agli strepitosi e già citati Jim Broadbent ed Helen Mirren, troviamo anche, fra gli altri, Fionn Whitehead, Matthew Goode, Aimée Kelly, Simon Hubbard, Jack Bandeira, Craig Conway, Heather Craney, Michael Adams e James Wilby.

La storia vera del furto del capolavoro di Goya

Nel 1961 il tassista londinese Kempton Bunton rubò dalle pareti della National Gallery Il ritratto del Duca di Wellington, capolavoro di Goya datato 1812. La tela finì così in un armadio a casa del bizzarro ladro. Subito dopo il furto, Bunton cominciò ad inviare richieste di riscatto.

Soldi? Assolutamente no. Mosso solo dal desiderio di cambiare il mondo e di migliorare le condizioni di vita non solo della propria famiglia ma dei più fragili tutti, paragonandosi al mitico Robin Hood, questo bravo e fino ad allora integerrimo signore di mezza età chiese solo che il governo britannico stanziasse più fondi per gli anziani del Paese. “Tolgo l’arte da chi non ha a cuore la beneficenza” disse, asserendo di aver soltanto “preso in prestito” il dipinto.

Ne seguì un processo divenuto leggendario, nel quale Kempton non ammise mai la propria colpevolezza, difendendosi con stile, arguzia e coraggio. Del resto, non aveva fatto del male a nessuno e non aveva mai pensato all’arricchimento personale, essendo stato spinto all’azione soltanto dal desiderio, assolutamente idealistico, di fare del bene.

Alla fine Bunton fu condannato solo ad una ammenda per il furto di una cornice e non di un quadro di valore inestimabile, la National Gallery rafforzò le misure di sicurezza e per gli over 75 venne abolito il canone tv.

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