Hedda Gabler la mattina dopo una festa viene interrogata da due poliziotti, determinati a scoprire cosa sia accaduto nelle ore precedenti nella sfarzosa villa dove la protagonista vive. Protagonista che soltanto da pochi mesi si è sposata con l’accademico George Tesman: un matrimonio senza amore, almeno da parte sua, in quanto intende sfruttare il ricco marito per poter condurre una vita agiata all’insegna del lusso.
Peccato che il novello coniuge sia in realtà oppresso dai debiti e che necessiti di una nomina accademica nella speranza di risollevare la sua traballante posizione. Proprio in occasione di quel party, organizzato nella speranza di favorire la relativa assegnazione, Hedda ha modo di rivedere Eileen Lovborg, collega del compagno nonché sua ex amante, e la situazione si complica ulteriormente. Quelle che dovevano essere ore di gioia e spensieratezza si trasformano in una resa dei conti molto ambigua e pericolosa…
Hedda: sogno o son desto – recensione
Forse per via di quella tendenza sempre più diffusa che porta il cinema contemporaneo a rileggere i canoni di un tempo attraverso lenti identitarie moderne, i grandi testi letterari o teatrali passati vengono approcciati da registi e sceneggiatori cercando chiavi di lettura inedite. È proprio su questo terreno, assai rischioso va detto, che si muove Hedda, nuova pellicola di Nia DaCosta, in cerca di riscatto dopo il flop di The Marvels (2023).
La regista ha deciso di affrontare l’iconica opera scritta da Henrik Ibsen nel 1891 attraverso una radicale reimmaginazione: la protagonista diventa una donna nera e bisessuale nella rigida Inghilterra degli anni Cinquanta. Una premessa che incredibilmente funziona, giacché i temi dell’oppressione e della gabbia sociale ibseniana si prestano perfettamente a una rilettura che includa discorsi sul razzismo e sull’identità di genere.
In un film che vale soprattutto per la performance magnetica di Tessa Thompson e per una fotografia sontuosa e che si fa forza sulle pagine alla base per tracciare le dinamiche di questa versione del tutto inedita.
Sguardi e libertÃ
Hedda è un dramma psicologico suddiviso in cinque atti come da chiara tradizione teatrale, oscillando costantemente tra soluzioni più prettamente cinematografiche e altre di derivazione teatrale, trovando un discreto equilibrio tra le sue due anime e permettendo così di chiudere un occhio su alcune parziali forzature nella gestione di una narrazione facentesi sempre più complessa e stratificata.
Se l’occhio vuole la sua parte, in Hedda non sarà certo deluso: ci troviamo davanti ad una messa in scena di sontuosa bellezza visiva, con la production designer Cara Brower che ha costruito una gabbia dorata magnifica e piacevolmente classica: una grande magione in decadenza con giardini labirintici, lampadari luminosi e mobilio art déco. Quattro mura, ma che mura, che riflettono perfettamente la condizione della protagonista, intrappolata in un qualcosa che lei stessa ha contribuito a creare.
La fotografia di Sean Bobbitt trasforma ogni inquadratura in un dipinto, con una fotografia satura oltre misura che crea un’atmosfera da sogno febbrile, mentre il destino di questa donna – più carnefice che vittima – si compie davanti agli occhi di un pubblico rapito, pronto per l’appunto a soprassedere sulle esagerazioni di una storia che a tratti si fa sin troppo sovraccarica di emozioni e tensioni.
Conclusioni finali
Un adattamento visivamente eccellente, con una messa in scena e ottime interpretazioni a supporto a coprire qualche pecca qua e là in una sceneggiatura che diventa magma incandescente e pericoloso. C’era d’altronde il rischio di scottarsi nell’adattare il dramma teatrale di Ibsen in una forma cinematografica guardante all’inclusività contemporanea, con la protagonista che incarna minoranze mutando dalla figura classica all’origine.
Ma nella messa in scena Hedda è invece un film classico più che mai, con quella folgorante fotografia e una regia sinuosa ad accompagnarci tra le stanze e i corridoi di una magione isolata dove la pistola di Čechov farà ancora una volta il suo corso, tra segreti inconfessabili, dolorose bugie e passioni brucianti che cambieranno tutto per sempre.









