Giornalismo in lutto. È morto Oliviero Beha

Oliviero Beha

E’ di queste ore la notizia della morte di un noto giornalista, scrittore e conduttore televisivo e  radiofonico: Oliviero Beha

Giornalismo in lutto: morto Oliviero Beha

La notizia è stata data, da una delle figlie: Germana  attraverso un comunicato:

E’ stato un male molto veloce – spiega -. Papà se n’è andato abbracciato da tutta la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”.

Giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, aveva 68 anni. Lascia la moglie Rosalia e i figli Saveria, Germana e Manfredi. Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949.

Un giornalista che ha lavorato a lungo in Rai, soprattutto al  Tg3,  conducendo alcune trasmissioni come:

  • Va’ pensiero
  • Attenti a quei tre
  • Brontolo e Telepatia
  • Ma è stato anche voce di RadioRai, portando al successo il programma radiofonico Radio Zorro.

Oliviero Beha: gli inizi della sua carriera

Ha iniziato la carriera giornalistica, occupandosi di sport, a Paese Sera, per poi passare a Repubblica che lasciò alla metà degli anni Ottanta.

Nel 1987 approda in televisione,  di cui firmerà anche una versione televisiva, di <Radio Zorro>, ossia “Video Zorro” su RaiTre. Dopo l’esperienza televisiva,  torna a dedicarsi alla radio, prima con “Radioacolori”  poi “Beha a colori”

Oliviero Beha, una vita costellata  da successi

E’ stato inoltre autore di testi teatrali, di numerosi saggi e raccolte di poesie, che hanno vinto diversi premi. Tra i libri pubblicati:

  • “Sono stato io”
  • “Crescete & Prostituitevi”
  • “Indagine sul calcio”
  • “Italiopoli”
  • “Dopo di lui il Diluvio”
  • ‘Il calcio alla sbarra”
  • “Il culo e lo stivale”
  • “Un cuore in fuga”

Le parole della figlia  Germana che lo ricordano così:

Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava.

Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui, l’aveva come dono.

Scrivo queste righe perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero.

La “libertà è un lusso di pochi” mi ripeteva…

Era fiero di essere chiamato giornalista e di potersi definire tale. Mi diceva spesso che il compito di un giornalista è raccontare la verità perché è un diritto di chi legge sapere i fatti per poter elaborare una propria opinione basata sul vero e non “indirizzata” o “deviata”.

Certamente, alla descrizione della realtà, papà non ha mai negato anche la sua opinione che è risultata spesso scomoda, ma si è sempre assunto, credetemi, sempre, la responsabilità di ciò che pensava e credeva.

Inutile dirvi il vuoto che lascia nelle persone che lo amano, in mia madre, donna incredibile con cui ha costruito una famiglia meravigliosamente complicata, allargata e colorata, in tutti i suoi figli, nei tanti amici che sono parte integrante di “questo grande gruppo vacanze”.

Permettetemi, a nome di un piccolo bimbo di due anni che oggi perde un nonno che lo adorava in maniera assoluta, di dirvi, affinché arrivi a chi legge, che si è dimostrato un nonno semplicemente straordinario.

A nome di tutti noi, scrivo che essere “veri” a dispetto di tutto e di tutti in questo mondo, è un grande atto di coraggio, una straordinaria forma di libertà. Questa eredità, noi, la teniamo stretta perché è parte di ciò che siamo ed è quello che cercheremo di trasmettere ai figli, agli amici che ci sono ecco saranno…

Questa battaglia, purtroppo per noi tutti lui l’ha persa, ma i suoi occhi verdi diventati grigi, i suoi gesti a tratti goffi, le sue parole complicate ma chiare, tutta la sua vita, restano e resteranno…

“Buon viaggio papà, continua, come sempre hai fatto a camminare e pensare veloce… noi continueremo a parlare di te e con te. Michele continuerà a guardarsi le due linee sul palmo della mano e dirà “nonno” e noi, ti ritroveremo li…”.

Germana Beha

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