Giorgio Moretti, intervista: «I talent sono una grande vetrina. Sanremo? Permette di portare il messaggio di una canzone anche fuori dall’Italia»

Giorgio Moretti

Giorgio Moretti, cantautore romano classe 1997 tra gli ospiti musicali del Giffoni Film Festival 2022. Durante il Giffoni Music Concept, l’artista a condiviso il palco con Tananai e Fasma. Appassionato di scrittura fin da bambino, a cambiare la sua vita è l’incontro con una chitarra, prestata dal suo compagno di banco al liceo. Nel 2021 è uscito il suo album d’esordio, intitolato “Quasi mai”, scritto in pieno lockdown.

Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Giorgio Moretti al Giffoni Film Festival, con lui abbiamo parlato dei suoi primi approcci con il mondo della musica, dei suoi colleghi che escono dai talent e del sogno di ogni cantante italiano: il Festival di Sanremo. 

Giorgio Moretti, l’intervista esclusiva

Giorgio Moretti al Giffoni Film Festival 2022, che rapporto hai con il cinema? Tu sei di Roma, quanto il cinema e Roma ispirano la tua musica? 

«Per me il cinema è sempre stata un’arte che ho cercato di sperimentare al massimo. Per un ceto periodo ho condiviso la passione per la scrittura in campo musicale con quella della scrittura per il cinema. Prima o poi scriverò una sceneggiatura. Spesso il cinema è stato fonte di ispirazione. Sicuramente vivere nell’arte è un regalo che abbiamo tutti noi italiani, vivere in una città come Roma può darti molte ispirazioni». 

Quando hai capito che la musica era la strada che volevi percorrere? 

«Io ho sempre pensato che avrei scritto nella mia vita. Che avrei fatto qualcosa con la penna in mano. Da piccolo pensavo che avrei fatto il poeta. Poi è nata la passione per la musica suonata attraverso la chitarra che mi ha prestato il mio compagno di banco al liceo, ed è così che le due passioni si sono unite. La poesia è entrata nella musica e la musica è entrata nella poesia, ed è così che poi è nato il progetto musicale su cui sto lavorando adesso»

Oggi molti giovani artisti escono dai talent come “Amici” e “X Factor”, tu come vedi quel mondo? 

«Sicuramente è una grande opportunità che offre una grandissima visibilità. Io non ho mai provato quella strada ma, avendo la fortuna e la possibilità di farlo sarebbe un trampolino di lancio importante. Penso che il lavoro che avviene nel quotidiano piuttosto che in quei mesi, sia il vero fattore che influenza una carriera. Questo è un mestiere da vivere tutti i giorni per tutta la vita». 

Il Festival di Sanremo è un po’ il sogno di ogni cantante italiano. Tu ci pensi? È un qualcosa che ti immagini nel tuo futuro? 

«Quello che penso quando scrivo una canzone è che quel messaggio o quella canzone arrivi a più persone possibili. Sapendo che c’è un mezzo come il Festival di Sanremo che possa riuscire a portare una canzone anche fuori dall’Italia è un traguardo molto importante per gli artisti» 

Il 19 febbraio 2021 è uscito il tuo album d’esordio, intitolato “Quasi mai”, un album nato in piena pandemia. Qual è stato il tuo pensiero ricorrente in quel periodo? 

«Quasi tutto l’album è stato scritto durante la pandemia, soprattutto nel periodo del primo lockdown. Il pensiero era quello di fare qualcosa che mi facesse uscire dalla mia stanza. All’inizio c’era un po’ di sorpresa nel vivere quella situazione, poi si sentiva un po’ di claustrofobia generale. La musica in quel periodo è stata una svolta perché mi faceva uscire da quelle porte che non potevamo varcare». 

Se ti dicessi che devi fare un duetto: con chi lo faresti? 

«Se posso scegliere una band straniera, allora “The Nineteen Seventy Five” (The1975)».

Prossimi progetti? 

«Sto lavorando alla scrittura di nuove canzoni e quindi a ciò che entrerà a far parte di un progetto più grande». 

Emozionato per il concerto? 

«Tantissimo!». 

Intervista video a Giorgio Moretti

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