Giorgia questa mattina alla Triennale di Milano ha presentato il suo nuovo album “G” (in uscita il 7 novembre). Il nuovo progetto musicale della cantante ha mantenuto un segreto fino all’ultimo, quando finalmente abbiamo potuto ascoltare tutte le dodici tracce che compongono l’album. La traccia rimasta segreta è “La Cura per Me”, brano portato al Festival di Sanremo, che all’interno dell’album, oltre alla versione sanremese, diventa un duetto inedito con Blanco, che ne firma anche la scrittura.
Giorgia presenta “G”, il nuovo album
La cantante rivela che il brano, Blanco lo ha scritto appositamente per lei. Giorgia racconta di aver pensato di cantarla con lui sul palco di Sanremo durante la serata dei duetti. Ipotesi tramontata perchè il progetti di Blanco non prevedevano una partecipazione al Festival.
Sul testo del brano, Giorgia dichiara di aver chiesto di apportare alcune modifiche per rimanere fedele a “Un’idea di indipendenza, di autonomia e di rafforzare l’attività femminile. La frase è stata: io non posso andare da una ragazzina dopo tanti anni e dirle di affidare a qualcuno la propria felicità”.
Sul lavoro fatto nel costruire l’album, Giorgia racconta: “Il disco è nato con l’intento di immergermi nuovamente nella musica. Avevo bisogno di una guida, mi è stato mandato il materiale da provinare. La maggior parte dei pezzi sono di autori giovanissimi, mi ha sorpreso la loro consapevolezza. Cosa che trovo anche nei ragazzi di X Factor: arrivano come se già avessero imparato a come superare la delusione. Il mio istinto mi ha messo in piedi, mi sono cucita un vestito su misura per me”.
La cantante a breve si immergerà in un nuovo tour in giro per l’Italia. Giorgia chiarisce anche che al momento non sono previsti gli stadi.
Il periodo post Covid e la rinascita
L’artista racconta anche il periodo post Covid: “Dopo il Covid ero molto confusa su cosa fare e come farlo. Era un momento dove la musica cambiava velocemente. È stato un momento particolare in un periodo storico in cui la parte emotiva è stata messa a dura prova un po’ per tutti. Per riemergere da quella fase, ho lavorato ad un disco che si chiama ‘Blu’, prodotto da Big Fish. Abbiamo fatto un Sanremo nel 2023 che non è stato un momento di grande successo, almeno visto dall’esterno. Ma è stato fondamentale. Credo che non avrei fatto il Sanremo di quest’anno se non ci fosse stato quello precedente. Mi è servito a capire me stessa, soprattutto nel tornare su quel palco in gara tanti anni dopo e vedere come lo avrei affrontato. Tornare all’Ariston è sempre impegnativo”.
La cantante aggiunge poi: “Ho provato anche una certa sofferenza interiore ad affrontare quel palco, comunque poi sono andata con una canzone che io sapevo benissimo essere particolare e non immediata. Forse lo sapevo meglio di chi stava con me in quel periodo, di chi mi ha accompagnato. Dopo tutto questo potevo andare giù, emotivamente e psicologicamente, invece mi sono rimboccata le maniche e ho ricominciato a lavorare come si fa agli inizi della carriera, anche con la promozione”.
“Ho riassaporato quella sensazione degli inizi per tornare con una forza riacquisita per quel lavoro che abbiamo fatto, compresa anche la co-conduzione insieme ad Amadeus del Festival e il tragitto fatto a X Factor. Tutto quello che è arrivato mi ha dato una grande spinta e quella reazione lì è stata preziosa. Per questo dico che a volte i momenti che sembrano difficili sono quelli che ti aiutano, se li vivi, se li cavalchi e soprattutto se c ‘è qualcuno vicino che ti dà la mano”.
Giorgia, il femminismo e il caso delle “sorelle di chat”
Da sempre donna fiera e determinata, Giorgia parla anche del caso delle “sorelle di chat” che vede al centro delle indagini per stalking e diffamazione le attiviste Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene. “Il femminismo ha preso un’altra piega. Non trovo niente di femminista nell’insultare le persone. Non posso condividere, per quanto io sia cresciuta in un ambiente femminile di donne che si sono sempre rimboccate le maniche e naturalmente mi hanno passato l’idea dell’indipendenza di una possibilità di essere alla pari con tutto il mondo”.
“Ho sempre definito mia madre una femminista gentile, perché mi dava i libri, perché mi mi spiegava, mi parlava. È stato un esempio insieme alle sue sorelle. Non non rientra nella mia educazione comprendere come possa essere ideologico riunirsi e insultare persone a prescindere anche da quello che sono da quello che fanno da quello che protestano, diciamo che questo è un tempo molto violento. Io non ce l’avrei il tempo di stare ad insultare. Non ci arrivo, non credo che ci sia nulla di femminista in questo”. – Dichiara l’Artista.









