“Futura”, esce nelle sale il musical jazz noir di Lamberto Felice. Neils Schneider: “La mia ossessione? Essere credibile come musicista”

Futura
Foto di Adele Pozzali

Uscirà il 17 giugno il film “Futura”, seconda fatica del regista Lamberto Felice. Un film che vuole essere un omaggio alla musica e ai musicisti. La trama di “Futura” ruota intorno alla figura di Louis, un figlio d’arte ed ex trombettista, che per sbancare il lunario fa il tassista notturno in un giro poco ortodosso, ma che non riesce ad uscire dall’apatia dovuta al peso del suo passato, incapace di fare pace con suo padre e quindi anche di diventarne a sua volta per la figlia Anita.

Futura, le parole dei protagonisti in conferenza stampa

Abbiamo partecipato alla conferenza stampa che si è svolta in streaming a cui oltre il regista hanno partecipato Niels Schneider, Matilde Gioli e il jazzista Stefano Di Battista che oltre ad occuparsi delle musiche del film ha debuttato come attore. Il regista ha spiegato che l’idea per il film è scattata dopo un incontro casuale con un tassista che suonava la tromba: “Prima di questa conoscenza io, dico la verità, non sapevo nulla di jazz. Mi sono innamorato subito del genere e dell’ambiente e in me è nato il desiderio di trovare un modo di usare la musica come chiave per creare uno spazio per i miei personaggi. Il jazz spesso è qualcosa che i giovani oggi associano al passato, quindi questo era anche un modo di portare il jazz nel mondo di oggi, nella Milano di oggi, attraverso un linguaggio contemporaneo”.

Noi di SuperGuida TV abbiamo chiesto all’attore Neils Schneider di raccontarci come è andato il primo approccio alla musica e in particolare alla tromba: “Ero ossessionato dall’imparare a suonare la tromba, volevo essere credibile e non un attore che suonava la tromba, ma un musicista. Grazie al regista e anche alle otto ore al giorno trascorse a suonare insieme al mio maestro, ho scoperto la musica, ed è qualcosa che mi porterò dietro per sempre. Quando vado sul set di altri film mi porto la tromba e suono. Per me interpretare questo ruolo è stata una grandissima opportunità. Stefano e gli altri musicisti non mi hanno mai fatto sentire a disagio, abbiamo anche realizzato dei concerti improvvisati in un locale e non mi hanno mai fatto sentire un estraneo”.

Poi ci rivela di aver affrontato un’altra sfida: “Oltre alla sfida del jazz c’è stata anche quella dell’italiano. Io prima non parlavo e non capivo l’italiano, e anche questo è stata sia una sfida che un regalo. Oggi leggo tutti i giorni i quotidiani in italiano per non perdere quello che ho imparato”.

Gli abbiamo anche chiesto quale sia l’insegnamento più importante che gli ha trasmesso Louis, il suo personaggio: “Il mio personaggio è perseguitato dai fantasmi del passato perché non ha realizzato quello che voleva. Deve smarcarsi dalla figura di suo padre. A quarant’anni quando mettiamo su famiglia dobbiamo capire se abbiamo realizzato i nostro sogni. Non bisogna concentrarsi sul passato ma bisogna guardare il futuro e l’avvenire”, ha dichiarato.

Matilde Gioli parla del suo personaggio

Ad interpretare nel film sua moglie l’attrice Matilde Gioli che parlando del suo personaggio ha confidato: “Interpretare Valentina è stato interessante anche dal punto di vista personale. Questa donna, a differenza del compagno, è maturata e sa qual è il suo posto nel mondo, mi ha insegnato molto questo ruolo. Si tratta di un personaggio non giudicante, lei aspetta sempre Louis, nonostante tutto. Si tratta di un esempio che mi piacerebbe poter replicare nella vita reale, perché mi piace come si pone di fronte alle situazioni. Il dialogo con Lamberto su Valentina è stato fondamentale, è stato bello interpretare una donna che arriva da un passato rock, movimentato, ma che a differenza di lui sa come collocarsi nella sua vita”.

Stefano Di Battista ha commentato invece la sua prima prova di attore: “Aver interpretato me stesso è stata una sorpresa, io non sono un attore, ma tutti mi hanno messo a mio agio e ricordo di aver terminato le riprese con il sogno di poter fare un altro film un giorno”.

Protagonista del film è anche una Milano inedita. E’ stato proprio questo uno dei motivi che ha portato la Gioli ad accettare di partecipare a questo progetto: “La scelta di Milano è stato un altro elemento che mi ha portato ad accettare il ruolo. Io sono nata e cresciuta a Milano e non ho quasi mai girato nella mia città. L’idea di poter essere a Milano e di vederla sotto una luce diversa era interessante”.

Un bel film consigliato a chi crede nel potere terapeutico della musica e a chi cerca un riscatto nella vita inseguendo i propri sogni.

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