Falcone: a 29 anni dall’attentato, Luca 9 anni oggi, scrive una lettera al giudice

Giovanni Falcone

Oggi 23 maggio ricorre l’anniversario dell’attentato al giudice Giovanni Falcone, avvenuto nel 1992. Insieme al magistrato persero la vita la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Assieme a Paolo Borsellino, collega e amico d’infanzia fino alla morte, Giovanni Falcone è una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

Pubblichiamo la lettera di Luca, un bambino che proprio oggi compie 9 anni, e che guardando il Tg si è trovato davanti ai suoi occhi le immagini dell’attentato.

Lettera di un bambino a Giovanni Falcone

“Caro signor Falcone,
mi chiamo Luca e oggi compio 9 anni. Quando sono nato, lei era andato via da tanto tempo, addirittura da 20 anni! Mi perdonerà se quindi io non la conoscevo. Ma poi ieri sera al TG hanno parlato di lei, hanno mostrato delle immagini terribili di una macchina distrutta e poi una sua foto sorridente. Così ho chiesto a mio padre: “Papà, chi è quel signore?”, e lui mi ha raccontato un po’ di cose su di lei”. –  Inizia così la lettera di Luca che grazie a delle immagini trasmesse al Tg, scopre la storia di un uomo diventato un eroe.

Falcone: un eroe più di Superman o Batman

Il paragone con gli eroi dei fumetti di cui Luca è appassionato è inevitabile: “Mi ha detto che è un eroe, ma non come Superman o Batman, un eroe vero. Perché in Italia c’era un nemico, mio padre lo ha chiamato Mafia, al quale tutti si erano abituati e lo accettavano, facevano finta che fosse una cosa normale.
Però lei ha avuto il coraggio di sfidarlo e combatterlo, senza paura. Papà dice anche che oggi tutti la considerano un grande, ma ai suoi tempi non tutti la pensavano così, pensi quanto è sciocca a volte la gente!”. 

“Poi papà mi ha fatto vedere dei video di interviste, di cose che ha detto. Non ho capito proprio tutto, ma una cosa sì: la mafia è una cosa bruttissima!
Così ho chiesto: “Papà, ma oggi che fine ha fatto questo signore? E la mafia?”.
Lui mi ha spiegato che lei è morto 29 anni fa, nel giorno del mio compleanno. La mafia, invece, c’è ancora.
Mi sono intristito e ho avuto paura.
Ma come? Nei fumetti che leggo è il cattivo che viene sconfitto, i buoni vincono sempre! Ma com’è possibile? Ci sono rimasto davvero male, perché se lei non c’è più, chi sconfiggerà la mafia adesso?”. 

Il senso del dovere del giudice: un regalo per l’umanità

Per il piccolo Luca la storia di Falcone e il suo senso del dovere sono stati il regalo più prezioso che il padre potesse fargli: “Oggi è il mio compleanno e il mio papà mi ha fatto un bellissimo regalo: mi ha raccontato la sua storia e mi ha fatto capire che grazie a lei e al suo esempio, la mafia possiamo sconfiggerla noi, tutti insieme! Senza avere paura, perché se la mafia è fatta dagli uomini, allora prima o poi finirà anche lei se lo vogliamo davvero.
Grazie signor Falcone per avercelo insegnato, grazie papà per avermi raccontato questa storia di cui io e tutti noi possiamo ancora scrivere il lieto fine.
Perché, come diceva lei, gli uomini passano ma le idee restano” 

Luca.

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