Era Ora, la videointervista a Edoardo Leo e Barbara Ronchi: “Un film che aiuta a riflettere su ciò che ci lasciamo indietro”

Era ora film con Edoardo LEo

Dopo Orecchie e Io c’è, il regista Alessandro Aronadio si riunisce a Edoardo Leo per una commedia romantica che fa riflettere sul valore del tempo. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, il film Era ora è una libera reinterpretazione del film Long Story Short di Josh Lawson. Oltre a Edoardo Leo, nel cast figurano Barbara Ronchi, Francesca Cavallin, Mario Sgueglia e Raz Degan. Era ora racconta la storia di Dante, fidanzato con Alice, con il quale ha una stupenda relazione. Peccato che lui sia la tipica persona a cui una giornata non basta mai, che arriva sempre in ritardo e si barcamena a fatica tra i mille impegni quotidiani di lavoro e vita privata. Succede anche il primo giorno dei suoi quarant’anni, quando Dante si presenta in ritardo di ore alla sua festa di compleanno. A detta sua, la soluzione sembra a portata di mano: se lavorerà abbastanza, magari tra qualche anno sarà riuscito a comprarsi un po’ di tempo. Ma cosa succede quando l’indomani si sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? E come fa Alice a essere incinta di quattro mesi? Cosa ne è stato del resto del suo anno? Quando, a un suo nuovo risveglio, Alice gli mette tra le braccia una bella bambina di qualche mese augurandogli buon quarantaduesimo compleanno, Dante realizza definitivamente di essere stato catapultato in un incubo a occhi aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a comprendere il valore del tempo prima che la sua vita vada a rotoli? Noi di SuperGuida TV abbiamo videointervistato in esclusiva Edoardo Leo e Barbara Ronchi.

Intervista ad Edoardo Leo e Barbara Ronchi

A Edoardo Leo abbiamo chiesto in quale aspetto si sia sentito più simile al suo personaggio: “Sono una persona che ama lavorare e mi rendo conto che il lavoro mi porta via tanto tempo ogni giorno. Tra un film e l’altro vado nel mio ufficio, scrivo, incontro persone. Faccio il mio lavoro con passione e lo faccio non solo per i motivi per cui lo fa Dante e cioè per avere una macchina bella o un orologio fico ma perché questo mestiere mi permette di entrare in contatto con me stesso. Da questo punto di vista mi sento un privilegiato. Questo film mi ha aiutato a fare una riflessione sulle cose che mi sono lasciato dietro e mi riferisco ai compleanni a cui non sono stato presente e più in generali agli eventi importanti delle persone a cui voglio bene”.

A Barbara Ronchi abbiamo chiesto invece quale sia la qualità che maggiormente invidia ad Alice: “Durante questo film ho riflettuto a lungo sul fatto a volte diamo per scontato il tempo di un’altra persona. Alice invece mi ha insegnato a comprendere che il tempo che si dà ad una persona è prezioso”.

Nel film, Dante scopre ad un tratto di essere diventato padre. L’uomo ne rimane spaventato e cerca di rifiutare l’idea. Abbiamo chiesto a Edoardo Leo se ad agitare Dante sia più la paura del cambiamento o il senso di inadeguatezza: “Entrambi. Immagina di svegliarti in una casa con una bambina di un anno e mezzo e di non sapere da dove salti fuori. All’inizio può sembrare un incubo. Ci si sente inadeguati già quando nascono i figli ma impari con loro. Quando ci sono i salti temporali sei costretto a farlo più velocemente”.

Abbiamo chiesto poi ad entrambi se c’è un momento della loro vita che vorrebbero rivivere. Barbara Ronchi non ha dubbi: “La nascita di mio figlio”. Edoardo Leo condivide: “Senza dubbio, anche per me”.

Se Edoardo e Barbara potessero viaggiare nel tempo c’è invece una scelta che non rifarebbero? Barbara risponde: “Le scelte sbagliate non me le ricordo più”. Edoardo Leo invece dice: “Se mi avessi fatto questa domanda dodici anni fa ti avrei dato una risposta diversa e ti avrei detto che avrei voluto cambiare tante cose. La vita poi fa il suo giro e diventi il risultato di ciò che hai vissuto. Credo di aver fatto parecchi errori ma non li rimpiango”.

Dante in Era ora tende a barcamenarsi tra lavoro e vita privata ma ha difficoltà a trovare il giusto equilibrio. Come sta messo invece Edoardo Leo? Anche lui è stato costretto ad accantonare il lavoro per la famiglia? Edoardo rivela: “Il mestiere dell’attore ti dà tanto ma ti toglie anche. Ho avuto la prima parte della mia vita in cui non ero l’attore del momento e ho dovuto rincorrere con le unghie l’idea di affermarmi, di avere qualcosa tra le mani che mi rendesse felice. Sono sicuro di essermi lasciato dietro alcune cose. Coloro che hanno sofferto per la mia mancanza hanno però preso atto del mio impegno. Spero che questo sia pur involontariamente un insegnamento”.

I social hanno rivoluzionato il concetto del tempo? Anche questa è una domanda che abbiamo posto a Edoardo Leo e Barbara Ronchi a conclusione dell’intervista. Barbara risponde: “I social possono essere usati come momento di condivisione ma al tempo stesso possono diventare un luogo in cui si coltiva l’odio. Oggi è diventato più impegnativo guardare negli occhi una persona e parlarci”.

Edoardo Leo invece ci svela un aneddoto interessante sul suo rapporto con i social: “Di solito non condivido mai le storie Instagram il giorno stesso ma preferisco pubblicarle il giorno successivo. Preferisco attendere e non solo perché non mi va di far sapere agli altri quello che sto facendo in quel momento ma anche perché il 90% delle volte passata qualche ora mi chiedo perché avrei dovuto pubblicare quella storia e non lo faccio. Prendersi del tempo senza farsi assalire dall’ansia può funzionare”.

Il film distribuito da Vision Distribution sarà prossimamente disponibile nelle sale.

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