Emilio Fede è morto ieri, martedì 2 settembre 2025, all’età di 94 anni. Lo storico giornalista e direttore del Tg4, si è spento presso la Residenza San Felice di Segrate, dove è stata allestita la camera ardente riservata a pochi intimi. La notizia è stata confermata dalla figlia minore, Sveva Fede, all’esterno della struttura.
La figlia Sveva ricorda il papà Emilio Fede
Durate la sua lunga carriera Emilio Fede ha raccontato l’Italia e il mondo. Figura centrale della televisione italiana, con la celebre frase “Hanno attaccato, hanno attaccato”, pronunciata il 16 gennaio del 1991, fu il primo ad annunciare in diretta l’inizio della Guerra del Golfo nel primo giorno del Tg di Italia Uno “Studio Aperto”.
Questa mattina, noi di SuperGuidaTv, insieme ai colleghi di altre testate giornalistiche abbiamo raccolto il ricordo della figlia Sveva, che ai nostri microfoni ha raccontato: “Sono uscita a salutarvi, scusate l’attesa, papà non vi avrebbe mai fatto aspettare, sareste stati sempre i primi e quindi io sono qui perché lui avrebbe fatto la stessa cosa, come sempre, con tutti i suoi colleghi. Dopo una vita così passata sulla scena, un addio in segno della riservatezza, questo era il suo desiderio, ha sempre detto quando andrò via, voglio andare via alle 6 del mattino senza nessuno e raggiungere la mamma”.
La camera ardente allestita per pochi intimi all’interno della Residenza San Felice di Segrate. “La Camera Ardente non per pochi intimi, ma per nessuno, solo la famiglia e questa struttura meravigliosa che lo ha ospitato con affetto, questa struttura di San Felice. E quindi naturalmente il personale medico, loro vengono a salutarlo ovviamente, ma nessun altro da fuori”. – Ha dichiarato la figlia dell’ex direttore del Tg4.
Si aspettava qualche visita in più negli ultimi mesi, anni?
“Non mi aspettavo niente, quello che abbiamo avuto lo abbiamo avuto. Penso che papà è stato felicissimo di avere avuto un tributo incredibile ieri nel momento in cui è andato via. Mi hanno telefonato stamattina e mi hanno chiesto com’è stata la notte. La notte non è mai finita perché era un messaggio dietro l’altro e soprattutto di tutti voi colleghi”.
“Non c’è nessuno che non ha telefonato. Ho pensato tra me e me chi manca? In realtà eravate tutti con noi, eravate tutti con lui. Mi hanno detto ma ci sono stati anche dei messaggi critici, certo perché lui era un personaggio che attirava a sé quello che sappiamo, e che ha attirato tutta la vita. Quindi chi lo amava, chi lo odiava, però anche quelli che magari non sono stati d’accordo con lui su questioni politiche, su modi di fare informazione, comunque anche ieri non gli hanno fatto mancare il messaggio di stima. Alla fine prendiamo per esempio Enrico Mentana che è arrivato da ragazzino con papà e gli ha dedicato tantissimi minuti del suo telegiornale di ieri sera. E ha detto sarebbe indecoroso oggi parlare di cose che non hanno importanza. Ricordiamoci quello che è stato per tutti noi. Abbiamo avuto dei modi diversi poi di fare informazione e ciò non toglie che la stima e il rispetto che si meritava è intatto”.
Domani i funerali qui a Segrate?
“Domani i funerali a Segrate dove ovviamente ha lavorato tutta la vita e ci tengo a dire che mi hanno chiesto di Mediaset. Io ringrazio Mediaset perché papà non sarebbe stato quello che è stato se non ci fosse stata Mediaset. Che gli ha dato un’opportunità straordinaria durante la seconda parte della sua vita. Il primo che è arrivato sulle notizie della guerra del golfo. Il primo che con una redazione piccolissima ha dato prima di altri le notizie anche sui piloti che erano stati liberati. Il primo che ha fatto un telegiornale privato perché esistevano solo i telegiornali di Stato. E quindi grazie prima a Peruzzo che non lo dobbiamo dimenticare, è stato il primo editore che ha chiamato a sé papà, è nata anche la pluralità dell’informazione televisiva. Quindi di questo ringraziamo Mediaset e lui giustamente l’ha avuto nel cuore fino in fondo”.
Le chiamate sono arrivate anche da Mediaset?
“Mediaset ha partecipato con un necrologio molto bello e affettuoso e ha partecipato nella vita per quello che vi ho detto. Quindi io sono grata”.
Si aspetta la chiesa piena domani?
“Non mi aspetto nulla perché non ci si aspetta nulla nella vita. Non aspettandomi nulla abbiamo avuto un’immensità perché non potevo neanche io immaginare il tributo che gli avete dato. Tutti quanti voi in primis, i suoi colleghi. È venuto da voi il riconoscimento, a tutti voi grazie”.









