Con “Cuori” la Rai punta ancora sul medical drama. Ci sarà una seconda stagione?

Cuori su Rai 1

Dopo il successo di “Doc – Nelle tue mani”, la Rai punta ancora sul medical drama. Dal 17 ottobre andrà in onda su Raiuno in prima serata la serie “Cuori” di Riccardo Donna con Pilar Fogliati, Matteo Martari e Daniele Pecci. Ambientata nella Torino anni 60, la fiction si sofferma sugli importanti traguardi compiuti dalla medicina. Tra interventi mai tentati, subdole lotte di potere, si intrecciano amori finiti e mai dimenticati, amicizie profonde e sentimenti travolgenti che ha per protagonisti quattro pionieri della medicina, tra cui una donna, Delia Brunello, che dovrà lottare in in mondo dominato da uomini.

Cuori, le parole dei protagonisti in conferenza stampa

Noi di SuperGuida TV abbiamo partecipato in streaming alla conferenza stampa di presentazione in cui era presente il cast e il regista. Riccardo Donna ha sottolineato di aver trattato il prodotto non come un medical drama e di essere stato affascinato dall’ambientazione della serie: “Da torinese è stato molto interessante e emozionante girare questa serie. Ci siamo dovuti avvicinare a un mondo che nessuno di noi conosceva, era una medicina pionieristica. Abbiamo avuto il professor Actis Dato che ci ha spiegato come si facevano le operazioni. Abbiamo avuto i vecchi infermieri che ci hanno spiegato come accendere le macchine dell’epoca. Cuori, malgrado questa esperienza scientifica seria, racconta l’amore e io non fatto nulla per frenare le emozioni. Ci occupiamo del cuore in tutte le sue forme, il cuore è l’uomo. Non ho trattato Cuori come un medical drama, è molto di più, peraltro non sono un fan delle storie ospedaliere. Mi ci sono adeguato ma non ho seguito i paradigmi tipici. L’unica cosa in comune con le altre serie sono i letti di ospedale e l’ambientazione, per me Cuori è un period drama, è una serie in costume”.

Pilar Fogliati interpreta Dora, la prima donna cardiologa: “E’ stato molto interessante per una giovane donna nata nel 1992 interpretare questo cardiologo, non si diceva ancora cardiologa. Arriva in reparto e i pazienti non si fidano di lei perché è donna, e anche le colleghe hanno una mentalità maschile, le dicono: ‘Non ti mettere la minigonna, abbottonati il camice’. Delia, il mio personaggio, deve fare uno sforzo triplo per guadagnarsi l’attenzione nella sala diagnosi, deve abbattere tanti preconcetti. II giorno in cui questa serie verrà vista solo come una ricostruzione vuol dire che avremo raggiunto il nostro obiettivo. Quando mia sorella di 14 anni la vedrà, penserà: oggi è normale, sono un ragazza che può aspirare a fare la cardiologa. Quando non si parlerà più di conquiste vuol dire che avremo raggiunto la parità”.

Matteo Martari interpreta il cardiochirurgo Armando Ferraris, un uomo che ha dei conti in sospeso con Dora: “Ferraris crede molto nel suo sogno. E’ anche un ribelle sotto certi aspetti, perché non è sempre in grado di sottostare alle regole, ha una mente molto aperta. Mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a un’epoca sconosciuta, anche dal punto di vista musicale. Al netto di questo, ora so dare grandi punta di sutura”.

Daniele Pecci ha rivelato che ad entusiasmarlo particolarmente è stata la ricostruzione storica dal punto di vista scenografico: “La ricostruzione dell’ospedale negli oltre duemila metri quadrati dello studio è perfetta, è tutto curato nei dettagli, persino i termosifoni di ghisa ingialliti”.

Noi di SuperGuida TV abbiamo chiesto a Pilar Fogliati se abbia mai subito nel suo lavoro il maschilismo e se abbia delle affinità con il personaggio da lei interpretato. Pilar ci ha spiegato: “Per fortuna, non mi sono mai trovata in situazioni in cui non mi sono sentita ascoltata per il fatto di essere una donna. Invidio a Dora il coraggio di saper prendere le decisioni ascoltando il proprio cuore. E poi è un genio”.

Daniele Pecci invece risponde: “Quando costruisco un personaggio non penso mai a me stesso. Invidio però a Cesare molte cose tra cui il fatto di essere un genio. Il fatto poi che si chiami Cesare mi ha intrigato perché il nome ci fa pensare ad un semidio, ad un imperatore massimo che non ha mai bisogno di alzare la voce per farsi rispettare. Non deve imporre la sua presenza. Questi sono tratti invidiabili. Per fare questo personaggio, ho preso qualche chilo. E’ stato un lavoro attoriale faticoso. Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono chiesto perché avessero pensato a me. Ho iniziato a gridare per casa dicendo che io non ero un vecchio”.

Daniele ci ha strappato con questa sua dichiarazione qualche sonora risata. Abbiamo rivolto anche una domanda al regista per capire se ci sono i presupposti per una seconda stagione: “Facciamo gli scongiuri perché le seconde stagioni di solito nascono da un buon esito della prima stagione. I nostri autori sono pronti per scrivere altre stagioni e anzi lo stanno già facendo”.

Prodotta da Rai Fiction e Aurora Tv Banijay, con il Centro di Produzione Rai di Torino e il sostegno di Film Commission Piemonte, la serie è stata realizzata prevalentemente nei teatri Lumiq a Torino. Sono stati ricreati tutti gli ambienti delle Molinette, l’atrio dell’ospedale, l’ingresso del reparto, le corsie, con tanto di ascensore ‘a gabbia’ funzionante, ma anche l’incredibile sala operatoria.

Dalla prima puntata che abbiamo visto in anteprima possiamo anticiparvi che la serie sembra strizzare l’occhio al clima del “Paradiso delle Signore” ma anche per le tematiche trattate a “Doc – Nelle tue mani”. Un connubio che sulla carta potrebbe risultare vincente.

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