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Clementino: “Sogno di condurre Sanremo. Ho un duetto inedito con Pino Daniele” | Intervista esclusiva

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Clementino, pseudonimo di Clemente Maccaro, è uno dei cantanti più in voga del momento. Nato ad Avellino il 21 dicembre del 1982 è un grandissimo tifoso del Napoli. Per la squadra azzurra ha realizzato il remix di Quevedo Bzrp dal titolo ‘Guardando la luna‘, inno della vittoria scudetto di Spalletti e company. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato in esclusiva il noto e amato rapper e con lui abbiamo parlato della sua infanzia e della sua carriera. Partendo dall’esperienza a The Voice, Clementino ci ha raccontato qual è il suo sogno.

Clementino, intervista al rapper e presentatore

Clementino, questo format si chiama “4 immagini 1 intervista”: ti faccio vedere 4 foto che ti rappresentano e le commentiamo insieme, iniziamo con una che mostra dove tutto è iniziato.

Questa è l’immagine di me da bambino, avevo credo 3 o 4 anni. Avevo in mano una penna e facevo finta che era un microfono, la penna era il mio microfono! Evidentemente dovevo fare quello, il maestro di Cerimonia. Sono ricordi che comunque non ricordo benissimo perché ero piccolo ma grazie alle videocassette riesco a capire come ero da piccolo. È cambiato poco comunque, sono sempre così, un esibizionista“.

Poi è arrivata l’avventura a The Voice, dall’altra parte, come giurato.

“Io non giudico, gioco insieme ai concorrenti. È stata un pochino la svolta, il dopo periodo solo rapper. All’inizio pensavo che The Voice fosse una cosa non per me, poco rap e hip hop, mentre ha tirato fuori il mio lato da intrattenitore, animatore turistico, entertainment. Mi sono accorto che le cose che sapevo fare (dai dialoghi, monologhi, rap) potevano essere messe in questo ‘calderone’. Mi è piaciuta come esperienza. Sono entrato durante il covid, sono stato fortunato nella sfortuna. Perché nella sfortuna del covid non potevo suonare, cantare e fare le serate, mi hanno invitato a The Voice ho accettato ed è andata bene. Magari senza lockdown avrei rifiutato, declinato l’invito e sarei andato a suonare e fare i concerti, che è il mio lavoro principale. E invece è uscita questa grande novità e ho scoperto che mi piace fare la televisione. La frase fare la televisione mi piace, mi sono accorto di piacere alla gente non per essere un personaggio costruito (non lo sono, come mi vedi così sono). Il fatto di non avere sovrastrutture ma essere un personaggio che viaggia di luce, questo piace. Oltre al programma bello e ai personaggi di altissimo livello, il fatto di viaggiare con la mia luce personale mi ha portato a capire che la gente vuole la verità, quello che sei nella vita. The Voice mi ha salvato tanto, spero di fare tanta televisione e spero di fare questo nella vita: il presentatore televisivo. È una cosa che non mi sarei mai aspettato ma lo hanno scelto le persone: quando vedi che le persone ti vogliono bene, a te e a come è il fatto il programma, puoi pensare al tuo futuro. A 40 anni ci pensi, a 70 anni non puoi fare il rap. I documentari sulla motivazione lo chiamano entrata passiva, quando riesci ad avere un altro lavoro, un’altra passione (oltre alla mia che è il rap). Ma sarà un’entrata attiva, io facevo l’attore, l’animatore turistico in passato”.

Cosa ti piacerebbe presentare?

Io ho tanti sogni. Mi piacerebbe fare uno spettacolo mio teatrale, un programma tv tutto mio. Riproporre un programma televisivo degli anni ’80, il must sarebbe presentare il Festival: quello è un sogno enorme. Uno ci prova, ci pensa, lavora, studia, cerca di migliorarsi sperando di arrivare dove uno vuole anche se c’è una fila enorme per presentarlo“.

Visto che hai parlato di momenti belli, un ricordo di Federico Salvatore, con cui hai fatto anche un duetto.

È un grande ricordo per me, per quello che ha fatto, come Pino Daniele, come Maradona. Come quei personaggi che ho conosciuto e mi hanno lasciato qualcosa. È stato uno che seguivo sin da quando ero piccolo, nei villaggi turistici facevo Azz…, conoscevo la Ninna Nanna, tutti i suoi pezzi. Poi l’ho incontrato e siamo diventati super amici, sono andato a trovarlo in studio mille volte, a casa sua, veniva a tutti i miei concerti. Abbiamo perso un grane filosofo e storico di Napoli. Federico Salvatore non era solo un comico ma era un grande genio. L’impressione che ho avuto è che avendolo avuto come maestro sin dalla nascita, ho avuto la gioia di vederlo come ho visto Maradona e Pino Daniele. E non sto esagerando, lo avevo come mito e duettare con lui è stato come duettare con i più grandi”.

Un duetto che non hai fatto e ti sarebbe piaciuto fare? 

Il duetto che vorrei fare è con Snoop Dogg, al primo posto sicuro. Che avrei voluto fare è Lucio Dalla. Con Pino Daniele ci ho duettato, ho registrato e fatto un inedito con lui che è chiuso nelle cassette delle major. C’è un pezzo che ho fatto con lui, che non è mai uscito e che purtroppo quando è venuto a mancare lo hanno tenuto chiuso ma non si sa mai nella vita. Lucio Dalla è il grande rimpianto“.

Un rimpianto invece non è lo scudetto del Napoli.

Lo stavamo aspettando da 33 anni. Avevo 5 anni quando abbiamo vinto l’ultimo scudetto. Poi ho avuto la fortuna di stare a cena con Diego Maradona, cantare con lui ‘O surdato ‘nnammurato. In due anni ho portato fortuna come cantante: ho cantato Cos Cos Cos con Immobile, Donnarumma e Insigne e hanno vinto gli Europei. Ho fatto un disco, Black Pulcinella, che non ha venduto ma black con la maschera di Pulcinella chi ti ricorda? Osimhen! Ho predetto la sua presenza. E poi è uscita questa canzone remix di Quevedo Bzrp, che saluto perché siamo diventati amici. Ha commentato il mio video dicendo che era una bella versione, ha appoggiato la mia cover. La fortuna però è una cosa, la bravura è un’altra. Abbiamo una squadra che ha fatto tanto, un presidente e giocatori fortissimi. Forza Napoli sempre. Pace e amore“.

Video integrale:

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