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Claudio Gioè: “Mi auspico che in futuro ogni città italiana accolga un’accademia di arte drammatica” | Intervista Esclusiva

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Il suo personaggio Saverio Lamanna andrà a raccogliere l’eredità di Salvo Montalbano. Claudio Gioè ci scherza su definendo il paragone azzardato. Nella nuova serie “Makari”, in onda dal prossimo 15 marzo, Claudio veste i panni di un giornalista che in seguito ad un banale errore perde il posto di lavoro. Saverio però non si perde d’animo e dopo essersi trasferito da Roma nella sua terra natia, la Sicilia, si trasforma in un abile detective.

In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, Claudio Gioè ci ha parlato del suo personaggio e dell’incontro con l’autore Gaetano Savatteri. L’attore ci ha poi confidato di aver avvertito il bisogno di andar via dalla sua terra per inseguire il sogno della recitazione. Ha poi proseguito parlando di modernità e tecnologia. Claudio non ama stare sui social e in questi anni ha sempre cercato di tenere la vita privata lontana dai riflettori. “Il mio segreto è la moderazione”, ha precisato. Proprio Saverio Lamanna è il personaggio a cui rivela di essere più affezionato: “Saverio Lamanna è un personaggio che mi somiglia molto per età, per cultura e per provenienza geografica. Tra quelli che ho interpretato è quello che finora mi si avvicina di più sia pur con tutte le sue diversità”. Sul paragone con Montalbano, Claudio Gioè scansa ogni equivoco: “Se guardo gli ascolti dell’ultima puntata dico magari. Siamo di fronte ad un paragone azzardato. Montalbano è una serie che ci accompagna da 20 anni e già solo l’accostamento per me è un onore”. Claudio Gioè in questi anni ha vestito anche i panni di eroi che hanno pagato con la morte l’impegno quotidiano a difesa della giustizia. Nel futuro, speriamo che possa ancora una volta dar voce a chi ha onorato la sua terra, la Sicilia, riscattandola dal barbaro pregiudizio.

Claudio Gioè, intervista esclusiva all’attore protagonista di Makari

Saverio Lamanna viene definito un disoccupato di successo. Che messaggio può trasmettere un personaggio come Saverio ai giovani di oggi? Reinventarsi è la chiave per ripartire?

Sono dell’idea che sia importante trovare in sé stessi le risorse autentiche come la passione e il sacrificio per poter andare avanti. Nel momento in cui in un momento di crisi si decide di rimettersi in discussione bisogna provare a dare voce alle aspirazioni più intime. 

Nella vita ha mai avuto un piano alternativo?

Non ho mai avuto un piano B. Saverio Lamanna ha l’idea di andare a vendere le granite di mandorle a Formentera. Potrebbe essere un’idea anche per me. Molti siciliani innamorati della propria terra a volte pensano di poter esportare la cultura gastronomica anche fuori dai propri confini. 

Savatteri le ha dato qualche suggerimento per interpretarlo al meglio?

Con Gaetano siamo stati a cena insieme ed è venuto anche sul set. Sentirlo raccontare la sua giornata è stato utile e interessante. Gaetano ha un’ironia che assomiglia molto a quella del personaggio nato dalla sua penna e ha un modo di affrontare la vita con leggerezza. Non mi ha dato delle indicazioni in particolare ma sono stato io a cercare di carpirle da lui. 

Anche lei è tornato a vivere a Palermo. Cosa l’ha spinta a tornare alle sue radici? In cosa l’ha trovata cambiata?

Mi ha spinto a tornare in Sicilia il desiderio di ritrovare gli affetti che avevo trascurato. Ho ritrovato una terra che è rimasta tragicamente immutata. Mi riferisco non solo alla mentalità ma anche ad alcune politiche territoriali che in questi anni non sono state di supporto allo sviluppo eterogeneo di questa terra. 

Di solito la Sicilia viene dipinta come la terra dei sogni impossibili. Da ragazzo anche lei ha percepito che la sua terra non poteva offrirgli ciò che voleva?

Fino ai 16 anni la Sicilia è stata una fucina di creatività e di possibilità che mi hanno arricchito. Quando ho deciso di seguire i miei studi di arte drammatica mi sono trasferito a Roma. Purtroppo per inseguire la propria passione molti sono costretti a sradicarsi dalle proprie origini e a trasferirsi in un’altra città. Roma è una citta meravigliosa, accogliente, piena di stimoli. Mi piacerebbe però che ogni città possa avere una sede di accademia di arte drammatica come avviene per i conservatori. 

Saverio Lamanna è anche un uomo moderno al passo con i tempi. Come il suo personaggio, ha mai usato il web per imparare qualcosa?

Mi lascio attraversare dalle novità tecnologiche di questi anni anche se per scelta ho deciso di non stare sui social. La rivoluzione di Internet come per Saverio Lamanna è un’occasione per stare collegato con il mondo e per restare aggiornato su tutto quello che succede. Il mio segreto è la moderazione. 

Saverio Lamanna è stato definito come l’altro Montalbano. Come commenta?

Se guardo gli ascolti dell’ultima puntata dico magari. Siamo di fronte ad un paragone azzardato. Montalbano è una serie che ci accompagna da 20 anni e già solo l’accostamento per me è un onore. 

C’è un altro eroe dei nostri tempi che vorrebbe interpretare?

La mia terra è piena di eroi e di persone che hanno sacrificato la propria vita per il bene comune. C’è una lunga galleria di personaggi di cui mi piacerebbe vestire i panni. 

Ha interpretato tantissimi personaggi. C’è un ruolo a cui è più affezionato?

Saverio Lamanna è un personaggio che mi somiglia molto per età, per cultura e per provenienza geografica. Tra quelli che ho interpretato è quello che finora mi si avvicina di più sia pur con tutte le sue diversità. 

Sta lavorando ad altri progetti?

Al momento è tutto più precario di quanto già non lo fosse prima. 

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