Carlo Conti: “Il pubblico ha dimostrato di amare I Migliori anni. In tv bisogna sperimentare. Sanremo è in buona salute. Mi piacerebbe riportare in tv Il Rischiatutto” | INTERVISTA

Carlo Conti

Carlo Conti non ha bisogno di presentazioni, è un volto amatissimo di Rai 1, che da anni entra nelle nostre case con i suoi programmi tv, regalando emozioni, divertimento e qualche momento di riflessione. Sempre con garbo, eleganza ed educazione. Tutto quello che tocca è un successo. Conosce il mezzo televisivo come fossero le sue tasche, vederlo lavorare mentre conduce una puntata di Tale e Quale Show, è qualcosa di incredibile, un’esperienza che consiglio a chi vuole fare il conduttore nella vita.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Carlo Conti dopo il ritorno, con ottimi ascolti tv, di una delle sue trasmissioni più amate dal grande pubblico: I migliori anni. Nella nostra chiacchierata abbiamo parlato di molte cose: dalla tv con gli oltre 100 programmi che ha condotto e che portano la sua firma, ma anche della sua passione per la pesca. Il tutto mosso oltre che per l’amore per il suo lavoro anche dall’amore per sua moglie, la costumista Francesca Vaccaro e quello per suo figlio Matteo.

Tra i tanti argomenti trattati c’è il Festival di Sanremo, con le sue tre edizioni di successo, il rapporto con Maria De Filippi e l’amicizia che lo univa al grande ed indimenticabile giornalista Maurizio Costanzo. 

Carlo Conti, intervista al conduttore tv de “I Migliori anni”

Carlo tornato con “I migliori anni”, in termini di ascolti oserei dire buona la prima?

“Sì, anche al di là delle più rosee previsioni, perché il periodo dell’anno è quello che è. I varietà non fanno più tanti numeri, tonare con un titolo che il pubblico voleva e che ha dimostrato di amare ancora, significa che le modifiche che abbiamo apportato sono quelle giuste, quelle di dare più dinamismo al format, tenerlo al passo con i tempi. Sono soddisfatto!!”.

Successo per “Tale e quale show” con le sue varianti, bene anche “I migliori anni”. “Lo Zecchino d’Oro” con la tua direzione artistica ottiene numeri importanti e nomi di autori di primo piano. I “David di Donatello” sono tornati ai fasti di un tempo: Carlo Conti è un po’ quel porto sicuro di mamma Rai insieme a qualche altro collega?

“Non so, ormai credo di essere diventato uno di quei volti di Rai 1 che il pubblico, come anche per Antonella Clerici, Amadeus, Milly Carlucci, riconosca come volto della prima serata di Rai 1 e del varietà. Cerchiamo di dare dei titoli importanti, tenerli al passo con i tempi e non tradire il pubblico. Credo sia la cosa più importante. Vedendo un mio programma sai quello che ti aspetti. A quei titoli aggiungo con orgoglio il ritorno de La Corrida, e l’esperimento di Top Dieci, che ho fatto in tempi di pandemia e anche delle sperimentazioni che ho fatto nuove, come: The Band. Ma anche dei programmi miei che hanno fatto altri come Ora o mai più o Dalla Strada al Palco che è andato molto forte su Rai 2″.

Ci sono molti programmi che vengono annunciati e che poi spariscono dal palinsesto: c’è paura di osare in tv? Perché gli ascolti condizionano così tanto il palinsesto e non le idee?

“No anzi, in questo momento nell’intrattenimento si stanno sfornando anche prodotti nuovi per Rai 2. È importante in Rai avere una rete come Rai 2 dove poter sperimentare delle prime serate. È sempre più difficile fare delle prime serate. Specialmente questo spazio di Rai 2 è un luogo dove far crescere i format e far crescere nuovi conduttori e nuove conduttrici. Ben vengano queste sperimentazioni. Anche la Marcuzzi con il programma su Rai 2, Cattelan in seconda serata, lo spazio di Morgan. C’è tanta sperimentazione, credo sia importante avere una rete dove poter sperimentare e non essere vincolati dagli ascolti”.

“Le sperimentazioni su Rai 2, non bisogna guardare subito gli ascolti, bisogna insistere con i programmi, bisogna migliorarli, bisogna plasmarli sul conduttore e per il pubblico. È un lavoro che va fatto nel tempo, non si può nascere e subito volare”.

In un tuo Sanremo hai voluto Maria De Filippi, c’è un rapporto di stima reciproca tra di voi. Alla morte di Maurizio Costanzo hai pubblicato una bellissima foto con altri colleghi scrivendo “I tuoi ragazzi”: vi sentite con Maria cosa ci puoi raccontare del vostro rapporto anche con Maurizio? 

“È stata una cosa curiosa, tutti e tre: io, Gerry Scotti e Paolo Bonolis, abbiamo pubblicato la stessa foto e scritto più o meno la stessa cosa senza consultarci nemmeno. Quella volta eravamo riuniti nella sua trasmissione, c’era anche Enrico Mentana, che era presente quando fece la puntata dei Tre Tenori. Mi piace comunque immaginare che in quella foto c’è anche lo spazio per un quarto elemento che è Fabrizio Frizzi, che sarebbe stato di diritto lì con noi a completare questo quadro. E i tre tenori come ci chiamava lui saremmo diventati i quattro moschettieri”.

“Con Maria c’è un rapporto stretto: basta anche un messaggio ogni tanto per farci sentire uniti, vicini. Di aneddoti con loro ne ho tantissimi: ricordo di una bellissima puntata che Costanzo fece de L’Intervista, fatta sulla mia vita, fu molto emozionante. Di Maria ricordo che lessi un titolo di quelli ti invogliano a cliccare: “Il grande segreto tra Maria De Filippi e Carlo Conti”, dissi fammi vedere questo segreto, e c’era scritto che Maria aveva regalato la prima canna da pesca a mio figlio Matteo per il suo compleanno quando abbiamo fatto Sanremo insieme. Questo era il grande segreto che lega me e Maria De Filippi. Mi fa sempre sorridere questo aneddoto del “grande segreto”.

Hai chiuso la porta a Sanremo? Come vedi il futuro della kermesse?

“Sanremo va molto forte ed è tornato ai fasti di un tempo. Sono molto felice del lavoro che ho fatto nelle mie tre edizioni, poi Baglioni, Amadeus: è tornato ad essere l’evento che catalizza il nostro Paese. Negli ultimi anni c’è un bellissimo fermento musicale nuovo che è arrivato anche a Sanremo. Quindi gode di lunga vita, Sanremo non si tocca”.

La trasmissione che ti piacerebbe condurre e che non esiste? E scovando dal passato, qual è la trasmissione che ti fa dire: ‘mi sarebbe piaciuto tanto condurla io?’ Ho contato 109 titoli di programmi che portano la tua firma. Manca 1 per i 110

“Scherzosamente dico sempre che farei volentieri una rubrica, senza toccare il programma a Donatella Bianchi dentro Linea Blu. Farei volentieri una rubrica di pesca, di mare, visto anche il mio amore per la pesca, per il mare e per il Sole. Ovviamente è uno scherzo ma chissà che un giorno non mi metta a fare questa rubrica in giro per i mari dell’Italia”.

“Un programma del passato, beh ho avuto la fortuna di farlo con La Corrida. Spero di farla il prima possibile. In effetti è il primo people e talent show della tv italiana. È divertentissimo e ci fa vedere una umanità fantastica e la forza della provincia del nostro paese. Se dovessi scegliere un altro programma, beh forse Il Rischiatutto, che rifece Fabio Fazio qualche anno fa. Se devo pensare a un programma della mia infanzia mi viene in mente quello”.

Come nasce la coppia vincente Paolantoni-Cirilli? 

“È stata una mia idea. Paolantoni lo aveva fatto l’anno prima ed era stato divertentissimo. Mi piaceva l’idea di uno che era arrivato ultimo, prendeva spesso cinque, e che tornava come ripentente. Al quale però affiancare un esperto che doveva essere Gabriele Cirilli. Alla fine ha fatto diventare ripetente anche il professore. Sto meditando qualcosa anche per la prossima edizione”.

Nella tua carriera qual è la cosa di cui vai più fiero e quella invece meno?

“Vado fiero di tutto, anche delle cose che sono andate meno bene o dei programmi sbagliati, perché anche con quelli hai imparato e migliorato. Non cancello niente. È chiaro che vado orgoglioso di alcune cose: il periodo di Aria Fresca, su Telemontecarlo e Videomuic con Panariello e la banda dei comici toscani o Succo d’arancia con Pieraccioni e company. Le prime trasmissioni comiche create tutte da noi sono nel cuore. Poi ci metto ovviamente il preserale In Bocca al Lupo, è stato fondamentale per il salto di qualità e per diventare improvvisamente popolare ed anche i quindici anni de L’Eredità: tutti, farei torto a citare alcuni e non altri, però ci sono dei consolidamenti importanti durante la carriera. O perché mi hanno insegnato tanto a livello di gavetta o perché hanno rappresentato un salto di qualità”.

Sei sposato con Francesca e siete genitori di Matteo: qual è il più bel complimento che ti fa tua moglie e quale quello di tuo figlio?

“Mia moglie quando ho compiuto gli anni mi ha scritto un bellissimo post che sottolinea quanto sia felice di essere mia moglie e quanto la nostra unione è forte e salda sotto ogni punto di vista. La sintesi è arrivata qualche giorno fa proprio da nostro figlio Matteo. Eravamo mano per la mano in centro a Firenze lui si è messo nel mezzo prendono le nostre mani dicendo: “Siamo una famiglia”. Lui prendendo e nostre mani ha ricreato la sintesi perfetta della nostra famiglia”.

A cosa stai lavorando: parlaci dei nuovi progetti. 

“Ho un maggio abbastanza intenso, devo fare ancora cinque puntate de I Migliori anni, di cui due spostandomi il sabato dedicandole a I Migliori anni dell’estate con tutti i tormentoni estivi (Quelle del 20 e del 27). Il 19 e il 20 andrò in onda due giorni di fila. Poi il 10 con i David di Donatello e il 30 quello che rappresenta un po’ la serata conclusiva prima dell’estate e che faccio veramente con il cuore, come dice il titolo, “Con il cuore nel nome di Francesco”. Una raccolta fondi principalmente per le mense Francescane. Quindi mi sembra di avere un bel po’ di carne al fuoco”.

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