Delphine è un’insegnante di lettere classiche in un liceo pubblico di Angers che ha trovato un accordo perfetto con i suoi cinque studenti di latino: lei non insegna nulla, loro non disturbano, e in cambio tutti ricevono voti altissimi. Un patto comodo che le permette di tirare avanti senza stress in un sistema educativo nel quale ormai non crede più.
Ma in Bis Repetita questa strategia si ritorce contro di lei quando i finti risultati eccellenti della sua classe attraggono l’attenzione delle autorità accademiche, al punto da farla qualificare per un prestigioso concorso internazionale di latino che si terrà a Napoli. Come se la situazione non fosse già abbastanza complicata, ad accompagnare la spedizione viene designato Rodolphe, un giovane dottorando idealista nonché nipote della preside, che dimostra sin da subito un debole proprio per Delphine.
Bis Repetita: dov’è l’insegnamento? – recensione
Opera prima per il mercato cinematografico della regista francese Émilie Noblet, Bis Repetita decide di affrontare il mondo scolastico attraverso la lente deformante della amoralità. L’idea di mettere il latino al centro di una commedia è già un rischio, ma sulla carta la paradossale premessa avrebbe anche potuto funzionare. Una professoressa cinica che e disillusa che finisce per essere vittima del proprio inganno.
Ma alla resa de conti e quindi all’effettiva messa in scena il risultato è un film che oscilla pericolosamente tra momenti leggeri ed altri gratuiti, dando vita a un racconto sin troppo futile ed evanescente, che si dimentica già ancor prima dell’arrivo dei titoli di coda.
Cogito ergo sum
La sceneggiatura vorrebbe trattare argomenti complessi e attuali, in grado di conciliare gusti e interessi sia del pubblico giovane – pronto a identificarsi negli studenti – che di quello adulto, con la precarietà che spinge spesso a barare pur di ottenere il massimo con il minimo sforzo, ma lo fa con una superficialità a tratti disarmante.
I messaggi educativi rimangono pressoché in secondo piano, con la furbizia che vince sulla sapienza, e la commedia dell’arrangiarsi si scatena ancora una volta, senza però staccarsi di dosso quella retorica moralista che troppo spesso ammorba produzioni contemporanee. La sottotrama romantica, con Delphine contesa addirittura tra tre diversi spasimanti, esaurisce ben presto le proprie cartucce con un sentimentalismo banale, nonostante il fascino disincantato di una Louise Bourgoin che ce la mette tutta nei panni della malcapitata Delphine.
La stessa caratterizzazione degli studenti è alquanto approssimativa, evitando problematiche adolescenziali verosimili in favore di piccole scaramucce o infatuamenti improbabili, senza offrire quindi un ritratto lucido e veritiero della realtà scolastica contemporanea. Certo ci troviamo davanti ad una commediola e non a un lavoro di stampo neorealista, ma un minimo di impegno e approfondimento in più non avrebbe guastato.
Conclusioni finali
Un gruppo di studenti francesi e la loro insegnante si trovano a Napoli per partecipare una competizione di latino con altre classi europee. Peccato però che la loro padronanza della lingua antica sia inesistente, giacché la professoressa aveva stretto con loro un tacito accordo: voti altissimi in cambio di lezioni nel silenzio più assoluto, senza quindi un relativo apprendimento di sorta.
Bis Repetita parte da una premessa paradossale e ricca di potenzialità per raccontare poco o nulla di effettivamente interessante, con improbabili diatribe romantiche a supporto di quella trama principale che, proprio come la sua protagonista, non si assume il peso delle responsabilità. Limitandosi a scorrere veloce e inconsistente fino al classico lieto fine, sprecando inoltre malamente la pur brava e volenterosa Louise Bourgoin nelle vesti di una docente sui generis.









