Benvenuto Presidente! – Opinioni e recensione del film

Benvenuto Presidente

Benvenuto Presidente! è un film del 2013 di genere Commedia, diretto da Riccardo Milani, con protagonisti Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Beppe Fiorello, Remo Girone, Massimo Popolizio, Cesare Bocci, Omero Antonutti, Michele Alhaique, Franco Ravera, Patrizio Rispo, Gianni Cavina, Piera Degli Esposti. Il film ha una durata di circa 99 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione sul film.

La Trama del film

Giuseppe Garibaldi, conosciuto da tutti come Peppino, vive in un piccolo paesino di montagna dove lavora, da precario, nella biblioteca comunale. L’uomo ama pescare e trascorre le sue giornate in tranquillità, ricevendo spesso le visite del figlio che tenta la fortuna come rappresentante.

Nel frattempo la situazione politica dell’Italia è in una fase di stallo, con i maggiori partiti di maggioranza e opposizione che non riescono a trovare un accordo sull’elezione del Presidente della Repubblica. A causa di un malinteso, viene eletto per errore Garibaldi: i votanti infatti, non sapendo chi scrivere sulla propria scheda, hanno scritto, un po’ per scherzo un po’ per provocazione, il nome del patriota.

Le zingarate e il protocollo non vanno però d’accordo e ora lo Stato si trova costretto per legge ad incaricare un omonimo, con la scelta che ricade proprio su Peppino.

Questi, inizialmente incredulo della decisione, accetta la proposta per evitare il caos sociale e la salita dello spread, ma da quando si siede sulla scottante poltrona comprende come il suo compito sia ben più arduo del previsto e lui, da uomo semplice, non si trova a suo agio in quel mondo fatto di interessi e convenienze, diventando però dopo una confusa fase iniziale una sorta di idolo per la gente comune.

Un ramo dei servizi segreti, su ordine dei Poteri Forti, decide così di utilizzare la macchina del fango per screditarlo in ogni modo, ma Peppino ha dalla sua dei solidi alleati, tra i quali la bella consigliera, vice-segretario del Quirinale, Janis, che lo aiuteranno nel suo difficile ruolo.

La recensione del Film

Possiede inquietanti similitudini con la politica passata, allora contemporanea e futura questo film del 2013 diretto da Riccardo Milani, il quale utilizza con intelligenza la satira per dar vita ad un leggero ma altrettanto tagliente racconto su quanto accada tra le mura del potere, qui offerto in chiave farsesca ma non per questo da sottovalutare.

Benvenuto Presidente! si riallaccia alla commedia italiana classica, laddove la vis comica è affidata a gag fisiche e battute al vetriolo, distanziandosi di parecchio dai luoghi comuni ed effetti scatologici spesso tipici del filone nostrano.

Non tutto è certamente perfetto nei cento minuti di visione, e alcune situazioni accentuano il paradosso anche oltre il limite, con delle sortite melodrammatiche e sentimentali che sembrano create ad hoc per il grande pubblico, ma l’insieme generale possiede una discreta personalità.

Alcune trovate, pur parzialmente gratuite, palesano tocchi di genialità come quando si affida la parte dei “leggendari” Poteri Forti a figure di spicco della cultura italiana come i registi Pupi Avati e Lina Wertmuller, il critico Steve Della Casa e il giornalista Fabrizio Rondolino, solo alcune delle guest star arruolate dal regista (tra le altre citiamo Gianni Cavina, Remo Girone e Piera Degli Esposti). Lo stesso Claudio Bisio, e la sua sparring partner Kasia Smutniak, convincono nei ruoli principali e alcuni siparietti tra i due sono inaspettatamente esilaranti.

La storia procede ad un ritmo veloce e incalzante, pressoché privo di tempi morti, e per una volta tanto l’accumulo giova alla varietà dell’insieme, permettendo di tirare in ballo diversi argomenti sempre attuali e che ben si rispecchiano nella situazione di oggi, tra tagli agli stipendi e richiami populisti che rendono ben presto il protagonista amatissimo dalla gente.

Neanche questa è però risparmiata da severi giudizi, e il discorso finale rivolto proprio agli spettatori mette in mostra senza remore di sorta i difetti di un Paese “dove nessuno rispetta le regole“.

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