Beast, recensione (no spoiler) del survival movie con Idris Elba su Prime Video

Beast

Rimasto recentemente vedovo, il dottor Nate Samuels decide di partire insieme alle due figlie, Meredith e Norah, per trascorrere una vacanza in Sudafrica nella Riserva Mopani, il luogo dove era cresciuta la scomparsa madre delle ragazze. Nate ritrova il suo vecchio amico, Martin Battles, un biologo che lavora lì per l’associazione ambientalista che si oppone ai gruppi di bracconieri che operano illegalmente nell’area. Il viaggio ha il compito di rinsaldare il legame tra Nate e le figlie, andato a incrinarsi dopo quel drammatico lutto che li ha segnati così profondamente.

Martin li porta a visitare un branco di leoni con il quale ha stretto un incredibile rapporto di fiducia, ma durante il tour a bordo della jeep la situazione precipita: il gruppo viene infatti attaccato da un feroce esemplare, unico superstite di un massacro nel quale sono stati uccisi dai bracconieri decine di animali. Questa belva fuori controllo mette a serio repentaglio la vita di Nate e delle persone lui vicine e il protagonista si ritroverà impegnato in una disperata lotta per la sopravvivenza: chi vincerà tra l’uomo e la bestia?

Beast: un nemico implacabile, la recensione del film

Un action survival ambientato nei suggestivi contesti del Sudafrica e della attigua Namibia, indipendente soltanto dal 1990. Proprio l’esotico palcoscenico rimane l’elemento di maggior interesse di un titolo che cerca di aggiornare un plot classico ma non trova la corretta chiave di lettura, rimanendo costantemente indeciso se cedere all’energica libertà dei b-movie o rimane ancorato a un’aura di serietà drammatica a prova di grande pubblico. Il risultato è un film che non sa di carne né di pesce, un ibrido con una violenza disomogenea e una suspense costruita a tavolino, dove si sprecano le inverosimiglianze e le assurdità.

Basti citare la scena nel quale il personaggio dello “zio” interpretato da Sharlto Copley abbraccia, con l’ausilio di effetti digitali a go-go, quel branco di leoni che lui ormai considera innocui amiconi, una scena che mette in chiaro allo spettatore che dovrà accettare una certa sospensione d’incredulità per continuare nella visione senza cedere a fragorose risate.

La sera leoni

D’altronde i novanta minuti di Beast non vanno presi chiaramente sul serio, in questa cruda e crudele lotta tra l’uomo e la natura dove i villain bipedi sono pedine mal sfruttate – che i bracconieri fossero stati presenti o meno nel racconto poco sarebbe cambiato – e la sensazione di caccia aperta, dove il predatore insegue le prede in un territorio vasto e selvaggio viene meno non appena comprese le dinamiche ludiche da giocattolone d’azione, con tanto di brutali aggressioni che alla fine dei conti si risolvono in un prevedibile nulla di fatto.

I legami tra i vari personaggi, con tanto di sogni visionari nei quali Nate – un Idris Elba più sottotono del solito – sogna la moglie scomparsa in un contesto mistico, sono ai minimi storici e seguono quell’impianto melodrammatico ormai tipico delle produzioni a tema.
Per apprezzare il film bisogna approcciarvisi senza troppe pretese e consci di un intrattenimento usa e getta, fine a se stesso, in certi momenti ci si può anche divertire, anche se il cuore pulsante della narrazione avrebbe potuto tranquillamente esaurirsi nell’arco di una mezzora soltanto.

Conclusioni finali

Di bestiale vi è ben poco in questo survival-movie che in alcuni passaggi supera la soglia del ridicolo (in)volontario e il solo modo per godere qua e là dell’ora e mezzo di visione è un approccio senza particolari pretese, all’insegna di un divertimento futile e passeggero. Certo in Beast la lotta tra Idris Elba e questo gigantesco leone fuori controllo – con il digitale a farla da padrone – non è messa mai in effettiva discussione, con la tensione ai minimi e un versante melodrammatico a dir poco forzato: ecco allora che il potenziale divertimento fa capolino proprio nei suoi più spinti ed evidenti non-sense.

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