When Evil Lurks: dall’Argentina un horror secco e brutale – Recensione

When Evil Lurks

Durante la notte, i fratelli Pedro e Jimmy odono dei colpi d’arma da fuoco provenire dalla zona boschiva che circonda la loro fattoria. Al sorgere del sole scoprono i resti dilaniati di un individuo mai visto prima e gli indizi li conducono alla casa di una donna che ormai da lungo tempo assiste il figlio posseduto, il cui corpo è prossimo alla decomposizione ma ancora, incredibilmente e orribilmente, vivo. Colui che è stato ucciso era un “pulitore”, mandato lì per eliminare con tutti i riti del caso quella minaccia demoniaca.

Il rude proprietario terriero Ruiz decide di prendere la situazione in mano, ignorando però tutti i protocolli del caso per impedire la diffusione del male, e con la collaborazione dei fratelli carica il “marcio” su un furgoncino con l’intento di abbandonarlo a centinaia di chilometri di distanza. Ma non è così semplice scacciare queste forze oscure e quella piccola comunità si troverà ad affrontare un nuovo incubo, con Pedro e Jimmy che cercheranno di salvare i loro cari prima che sia troppo tardi.

When Evil Lurks: il male è sia dentro che fuori – recensione

Il regista argentino Demián Rugna si era fatto notare nel panorama horror col successo internazionale di Terrorizzati (2017) e sei anni dopo ci ha riprovato, dando alla luce un film ferale e brutale, che aggiorna il mito delle possessioni demoniache a nuove vette di orrore. Per quanto il sangue scorra in diverse occasioni e le marcescenze dei corpi siano abbastanza disturbanti, la violenza non è mai gratuita o fine a se stessa, bensì veicolo per immergere completamente lo spettatore in una vicenda dai contorni torbidi e piacevolmente mefistofelici.

Un thriller sovrannaturale sul tema del “contagio” che si appoggia a una miccia narrativa di origine soprannaturale, con il folklore diffuso soprattutto nelle zone rurali dell’Argentina – e dell’intera area sudamericana – a recuperare suggestioni e immaginari conosciuti, tra santone che ne sanno una più del diavolo, leggende locali e quel male che ammorba e consuma, pur in un contesto dal taglio realisticamente distopico.

Il male sta arrivando

Gli aspetti più memorabili di When Evil Lurks sono figli di una crudeltà anarchica che ricorda certo cinema di genere anni Settanta / Ottanta, perché no anche italiano. Non si risparmia niente e nessuno, siano questi animali, donne incinte o anche bambini stessi, nel compimento di un piano demoniaco senza apparente via d’uscita, con tanto di svolta finale che richiama grandi classici come Il villaggio dei dannati o la saga di Grano rosso sangue.

La prima parte funziona più della seconda, risultando maggiormente incisiva nell’urgenza di questa minaccia da eliminare a ogni costo prima che la cosiddetta “infezione” si propaghi oltre misura, con il babau che assume quindi sfumature immateriali e il nemico che può nascondersi non soltanto dietro ogni angolo, ma dentro chiunque.

La trama è a dire il vero piuttosto contorta e a volte perde per strada alcuni personaggi più o meno secondari per lunghi periodi, compensando la mancanza di organicità con un’essenza imprevedibile, in grado di tenere comunque alta l’attenzione per tutta l’ora e mezzo di visione.

Il film è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.

Conclusioni finali

Un horror che divide, pronto a esprimersi in tutta la sua brutalità, disturbante mai mai veramente gratuita, per raccontare una storia di possessioni atipica, avente le sue radici nel folklore argentino e in una deriva distopica dove la religione ha concluso il suo ciclo, lasciando campo aperto a superstizioni e le porte spalancate a demoni assimilanti.

When Evil Lurks dimostra ancora una volta il talento del regista Demián Rugna nel dar vita a un qualcosa di malsano e fetido e di creare sequenze disturbanti, capaci nella loro diretta secchezza di far dimenticare i vizi di una sceneggiatura sì accattivante ma non priva di imperfezioni. Un’opera coraggiosa e viscerale, per stomaci più preparati che forti, spingente a riflettere su come si tenda spesso a ignorare il problema fin quando questo non si presenti davanti in tutta la sua feroce ineluttabilità.

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