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Tutto può succedere 3, Giorgio Colangeli: “Ettore è un uomo roccioso …”

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Le puntate sono già da giorni disponibili su Rai Play, ma da oggi, 18 giugno 2018, andranno in onda anche ogni lunedì, in prima serata, su Rai 1. Di cosa stiamo parlando? Dell’attesissima Tutto può succedere 3, la fiction italiana che si ispira a Parenthood. Per scoprire qualche piccola anticipazione, ma anche qualche piccolo segreto proveniente dal set abbiamo intervisto il bravissimo Giorgio Colangeli che nella serie tv interpreta Ettore, il capofamiglia.

Chi è Giorgio Colangeli?

Laureato in fisica nucleare, Colangeli ha scoperto proprio negli anni universitari l’amore per il teatro. La sua carriera è stata costellata di successi ed è oggi ritenuto dai critici, oltre che dal pubblico, uno dei fiori all’occhiello dell’Italia.

L’attore ha lavorato con grandi registi come: Marco Tullio Giordana per il film Pasolini, un delitto italiano, Errore Scola per la pellicola intitolata La cena. Con questo film ha vinto il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista.

Con la sua interpretazione nel film L’aria salata, invece, ha vinto il David di Donatello 2007 come miglior attore non protagonista. Nel 2007 ha interpretato il ruolo del boss Vincenzo Neri nella serie televisiva di Canale 5 Distretto di polizia 7 e poi ha preso parte alle miniserie tv di Rai 1 Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu.

Successivamente è giunto il ruolo di Ettore in Tutto può succedere 3. Un padre di famiglia molto burbero ed istintivo, un uomo buono e dal cuore grande che commettere errori, ma sa anche come farsi perdonare.

Intervista a Giorgio Colangeli

Manca pochissimo alla messa in onda delle nuove puntate di Tutto può succedere 3. Se dovesse presentarci la fiction di Rai 1 cosa ci direbbe e quali anticipazioni potrebbe svelarci? 

Anticipazioni sulla trama non ne farei. Essendo una terza annualità posso dire che arriviamo a chiudere un po’ tutte le storie: quella grande della famiglia, quelle piccoline dei parenti con annessi e connessi. Chiudiamo con grande ottimismo e con uno sguardo al futuro. L’evento su cui chiudiamo è proprio di quelli che fanno pensare al futuro con positività perché si pensa che si potrà stare bene e anche meglio. Insomma un po’ contro-corrente visto che questi sono tempi, diciamo, un po’ di pessimismo, di senso di mancanza di futuro, soprattutto per i giovani. Noi invece diamo questo senso di speranza e di ottimismo.

Con quali aggettivi descriverebbe il suo personaggio in Tutto può succedere 3? 

Ettore è apparentemente roccioso. Molto tenace, molto muscolare e molto forte. Nonostante ciò, però, è anche una persona fragile che trova nel femminile, rappresentato dalla sua dolce compagna, Emma, un riferimento forte e costante, ma anche problematico per lui. C’è una schermaglia continua fra Emma e Ettore che però è la manifestazione superficiale ed esteriore di una grande intesa, di una grande empatia che abbiamo sperimentato nei tanti anni che abbia trascorso insieme come marito e moglie alla testa di questa famiglia così varia, numerosa, complessa e problematica. Tutte le famiglie sono ‘problematiche’.

Che cosa ha in comune con suo personaggi e in cosa, invece, siete differenti? 

In realtà io sono molto affine a Ettore, oppure sarà che appena faccio un personaggio emergono soprattutto le affinità. Questo maschilismo involontario, anche ingenuo e un po’ datato, diciamo, mi appartiene. La pretesa di risolvere le situazioni, le varie problematiche di petto con uno sforzo di volontà che è quello dello sportivo che sa chiedere al suo corpo delle sfide in più, delle prestazioni maggiori perché si è preparato per quello, beh, penso mi appartenga. Non ho assolutamente in comune con Ettore il suo essere diretto, al limite proprio della gaffe. Non che ne abbia fatte o che non ne faccia di gaffe, ma il mio desiderio è quello di non farne. Sono quindi molto cauto e quasi circospetto nelle relazioni. Sicuramente non sono diretto. Sono un po’ più riflessivo. Non è facile che dica subito ciò che penso perché voglio essere sicuro di non fare danni. Ettore, invece, è uno che non se lo chiede proprio, fa danni e basta. 

Quali soddisfazioni le ha dato interpretare questo ruolo? 

Siccome vengo dal teatro nel cine-televisivo quello che mi piace è proprio il lavoro che facciamo girando: il set, tutte le persone che ho intorno. Devo dire che in questo caso è stato davvero entusiasmante. Era la prima volta che facevo una fiction così lunga. Sono stati tre anni, sette mesi i primi due anni, quattro mesi l’ultimo, da passare tutti insieme. Devo dire che mi sono trovato benissimo.

Dopo una ospitata a Porta a Porta per lanciare la prima annualità di Tutto può succedere è successo qualcosa che mi ha fatto molto piacere. Eravamo io Licia Maglietta, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Maya Sansa e Ana Caterina Morariu. Finita la registrazione della trasmissione, piuttosto presto, siamo usciti per prenderci un aperitivo. Siccome dove abbiamo fatto l’aperitivo si poteva anche cenare, alla fine, abbiamo anche cenato. Siamo stati fino a mezzanotte passata insieme a parlare come nella fiction, come se fossimo davvero una famiglia vera.

La soddisfazione più grande è stata quella di essere presente in un ambiente di lavoro molto sereno, almeno a me è sempre parso così. Un ambiente molto organizzato e qui sono doverosi i complimenti anche al produttore. Un posto di Serie A. Ho avuto anche soddisfazioni personali e umane e non è da trascurare la ricaduta sul pubblico. La gente mi ferma per strada, si complimenta per il bel lavoro, mi chiede della fiction e delle storie dei vari personaggi. Ho percepito in questi ultimi tempi anche che è molto attesa e che ci sono persone che non vedono l’ora di vedere cosa succede ai loro personaggi preferiti.
Insomma è chiaro che queste sono tutte cose che fanno piacere e che ovviamente devo a questa avventura. 

Giorgio Colangeli, gli altri progetti

Ora che ha rotto il ghiaccio con la lunga serialità pensa di poter buttarsi anche in un altro progetto? 

Per la verità no perché la lunga serialità è un po’ da centellinare. In effetti ha questi vantaggi di cui parlavo prima visto il rapporto duraturo che fa crescere in qualità ed intesa. Dall’altra parte, però, ti tiene fuori dal mercato, dalla possibilità giorno per giorno di beccare una scrittura, una occasione, un qualcosa che è un po’ la caratteristica del nostro lavoro. Ogni giorno potresti giocarti la carta giusta.

E’ questo il lavoro dell’attore, precarietà a parte, ogni giorno devi giocarti la tua carta migliore. A meno che non arrivino proposte davvero interessanti, almeno nell’immediato, direi di no e preferirei fare un po’ di cinema e molto teatro. E’ questa la mia passione primigenia, è lì che sono nato e dove mi piacerebbe tornare. 

Proprio in questi giorni so che è impegnato in diverse prove a teatro. Cosa ci può raccontare? 

Stiamo ri-allestendo uno spettacolo che abbiamo collaudato in una uscita romana molto breve, l’anno scorso. Si tratta di Aspettando Godot di Samuel Beckett per la regia di Filippo Gili. Con me, che faccio Vladimiro, c’erano Francesco Montanari, Riccardo De Filippi e Giancarlo Nicoletti, che è anche il produttore.

L’abbiamo dovuto ri-allestire perché lo proponiamo in questa stagione che inizierà nei teatri romani e italiani.Abbiamo sfortunatamente dovuto provvedere anche ad una sostituzione perché Francesco era troppo impegnato e non riusciva a riprendere con noi. Stiamo provando con Paolo Briguglia con un attore noto e bravissimo che sicuramente non ci farà rimpiangere Francesco.

Altri impegni per il prossimo futuro? 

C’è un film a cui tengo moltissimo di Gianni Di Gregorio. Insieme a lui ci siamo Ennio Fantastichini ed io. Interpretiamo tre pensionati che pensano di andare all’estero perché come sta succedendo nella vita reale, in Italia, con le loro tre pensioni, fanno una vita misera e ricca di stenti.

In Portogallo o in uno di questi paesi potrebbero vivere meglio. Anticipo però che non ci andranno perché alla fine capiscono che non di solo pane vive l’uomo.

La redazione di SuperGuidaTV ringrazia Giorgio Colangeli per averci dedicato del tempo.

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