Non ha niente da spartire con l’omonima canzone di Bryan Adams (pur ringraziato nei credits finali), che avrebbe potuto almeno essere sfruttata nella colonna sonora, e a dispetto delle aspettative date dal titolo non è ambientata negli iconici anni Sessanta. Nemmeno sfrutta l’artificio dei viaggi temporali per trascinare la protagonista indietro nel tempo, rivelando come il numero sia legato in realtà a qualcosa di molto più terreno e inaspettato, ovvero la relativa pratica sessuale.
E fa parzialmente scalpore come questa pellicola, indirizzata comunque sia ad un pubblico adolescenziale, e dove il sesso è più discusso che effettivamente mostrato, abbia fatto capolino nel catalogo di Disney+, anche se la produzione a marchio Hulu lasciava pochi dubbi su quale piattaforma streaming nostrana se ne se sarebbe poi accaparrata i diritti.
Summer of 69: nella giusta posizione – recensione
La storia vede protagonista Abby Flores, una liceale timida e inesperta che coltiva fin da quando era una bambina una cotta per Max Warren, il ragazzo più ambito della scuola. Quando scopre che questi ha rotto con la sua storica fidanzata, Abby vede finalmente l’occasione di farsi avanti, ma si trova di fronte a una situazione imprevista e imbarazzante quando viene a sapere che Max ha una predilezione per la posizione sessuale del 69.
Abby, ancora vergine e totalmente a digiuno di cultura pornografica, si ritrova a dover affrontare questo universo sconosciuto e decide di affidarsi all’esperienza di Santa Monica, una bionda spogliarellista che diventa la sua coach personale, dietro ovviamente un lauto pagamento che Abby era in grado di garantirle. La stripper ha infatti bisogno di 20.000 dollari per salvare il locale dove lavora dalla bancarotta e nei giorni che separano la studentessa dalla festa di fine anno tra loro nascerà una sincera amicizia.
Una visione godibile e leggera
Da quel prologo dove il voice-over ci accompagna a scoprire il background e le motivazioni principali, l’impressione poteva essere quella di trovarsi di fronte all’ennesimo teen-movie fotocopia, con la “finta bruttina” che cerca di conquistare il cuore del ragazzo dei suoi sogni. Ma in realtà Summer of 69 svia ben presto da quella logica precostruita per accompagnarci in un divertente tour de force all’insegna dell’irriverenza e del politicamente scorretto, riuscendo in ogni caso a evitare volgarità pur affrontando tematiche potenzialmente scomode.
E invece grazie all’alchimia tra le due interpreti principali, con Chloe Fineman sexy e autoironica e la giovane Sam Morelos – già vista nella saga di Descendants – esuberante e fresca al punto giusto, questo racconto dai contorni borderline riesce a divertire con gusto, rivolgendosi ad un target di pubblico più eterogeneo del previsto. Certamente le atmosfere sembrano maggiormente affini agli Eighties che alla gioventù contemporanea, con un afflato nostalgico che ben si rispecchia nelle figure adulte e una contagiosa energia nelle nuove generazioni.
La pellicola segna l’esordio dietro la macchina da presa di Jillian Bell, autrice del Saturday Night Live con un passato da attrice su grande e piccolo schermo, che qui trova il giusto equilibrio tra leggerezza, sentimenti e amabile sfacciataggine, dando vita a cento minuti che svolgono il loro compito di intrattenimento con istintiva semplicità .
Conclusioni finali
Un film che cerca di distaccarsi dai cliché del teen movie contemporanei per offrire una commedia irriverente, politicamente scorretta ma mai volgare o gratuita. Grazie alla chimica tra le due protagoniste e a una regia che bada al sodo senza tempi morti di sorta, Summer of 69 diverte a affronta con spontaneità temi delicati, trasformando il canonico coming-of-age a sfondo romantico in qualcosa di più sfaccettato.
Il sesso è elemento centrale del racconto, ma viene sempre accennato in una forma patinata nelle esibizioni di questa spogliarellista dal cuore d’oro, mentre si evolve il percorso di crescita di un’adolescente, pronta a scoprire i sentimenti e la vita adulta con quelle speranze miste a timore di una prima volta da rendere indimenticabile.









