È un momento decisivo per Seltsam, nome d’arte di Lorenzo Giovanniello, che con il suo nuovo singolo “Scusa Mamma” ha conquistato l’accesso alla semifinale di Sanremo Giovani 2025. Disponibile dall’11 novembre su tutte le piattaforme digitali, il brano rappresenta uno dei capitoli più maturi e sentiti del percorso dell’artista, già considerato una delle voci più autentiche della nuova generazione. Scusa Mamma non cerca il colpo di scena, non punta su sonorità esasperate né su produzioni sovraccariche. Al contrario, Seltsam sceglie l’essenzialità: parole dirette, melodie che arrivano subito, un clima emotivo che appartiene alla dimensione più intima della Gen Z, capace di oscillare tra leggerezza e vulnerabilità. Il brano è un invito a guardarsi indietro, a ricordare chi ci ha cresciuto e a riconoscere il valore dei rapporti familiari. In un mondo in cui tutto corre veloce, Seltsam si prende il tempo per un gesto semplice ma potentissimo: dire grazie, e dire scusa. “Scusa mamma” al momento è il più virale su Tik Tok di questa edizione di Sanremo Giovani 2025. Numeri record considerando la distanza abissale tra il numero di suoni prodotti in piattaforma utilizzando un brano saremese in gara dal momento dell’annuncio dei giovani ad oggi.
Sanremo Giovani 2025, intervista esclusiva a Seltsam
Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Seltsam. L’artista ha parlato così del brano “Scusa mamma”: “Questa canzone l’ho scritta quando ero a Milano, lontano da casa. Con me c’era Gabriel Guglielmini, in arte Ryel, l’unico autore con cui abbia mai lavorato, perché sono molto geloso dei miei testi. Mi definisco “canta-autore”, con tutto il rispetto per i veri cantautori, ma provo a muovermi in quella direzione. So benissimo di non essere uno di quei cantanti dalla voce incredibile: a me piace soprattutto scrivere, mi fa stare bene.
Scusa Mamma è nata in un momento in cui nella mia carriera stava succedendo di tutto: mi interfacciavo con tante persone adulte, figure nuove, importanti… e io avevo solo bisogno di mia madre, come quando veniva a prendermi a scuola. Non che non mi piacesse andarci, ma quel pacchettino di figurine fuori dall’uscita, quel gesso sulle mani… mentre ne parlo mi vengono le lacrime agli occhi, perché oggi sono particolarmente emotivo. Per me questa canzone significa tutto. E poi mi dico spesso: «Ma davvero essere mammone vuol dire essere mammone?». Io sono un ragazzo estremamente indipendente, anzi, mia madre si lamenta perché magari la chiamo poco o rispondo raramente ai messaggi. La canzone non parla di un rapporto perfetto: racconta un legame costruito attraverso confronti, discussioni, momenti difficili. Io sono napoletano nell’anima, e come si dice dalle mie parti: “Chi tiene ’a mamma è ricco e nun ’o sape”.
Seltsam non punta però alla vittoria: “Io non mi aspetto la vittoria. Sono già felice così: sono sul palco più importante per i giovani, con una canzone dedicata a una delle persone più importanti della mia vita, e accanto ad artisti fortissimi. L’Ariston è un obiettivo, certo, ma può diventarlo anche tra due anni. È un palco troppo importante e, a dirla tutta, forse sarò più pronto più avanti. Adesso voglio solo stare qui e godermi il momento. Sono contento. Per quelli come me, che hanno un carattere che li porta a non sentirsi mai davvero al proprio posto e a non essere mai soddisfatti di sé, questo è un esercizio fondamentale: provare a respirare, a sorridere e a godersi ciò che succede. Perché non capita tutti i giorni”.
L’artista ci ha spiegato poi l’origine del suo nome d’arte: “Tutti mi chiedono sempre se c’è un’etimologia particolare dietro questo nome. In realtà nasce in modo molto semplice: eravamo una banda di sedicenni, e a quell’età – soprattutto uno come me – non è che brillassimo per originalità. Un giorno, sul nostro libro di italiano, leggemmo una poesia del romanticismo tedesco in cui compariva la parola “Seltsam”. Ci suonò subito fighissima. Ci dicemmo: “Seltsam! Che nome potente!”. Così nacque l’idea. Col tempo mi ci sono affezionato e quel nome è rimasto. Non significa “strano” in senso negativo, anche se negli anni per me ha assunto anche quella sfumatura, trasformandosi in qualcosa di più personale. Il bello è proprio il contrasto: io, in realtà, sono una persona molto semplice, tranquilla, senza fronzoli. E forse è proprio questa differenza tra il nome e il mio carattere ad avergli dato un significato speciale”.
Sui big in gara che vorrebbe incontrare dietro le quinte dell’Ariston, cita Tommaso Paradiso: “Ti dico perché: canto le sue canzoni da quando ero piccolo. Mia madre lo ha conosciuto perché lui era amico di mia zia. Ogni volta che le portavo una sua canzone, mamma mi diceva sempre: “Mi sembri Tommaso”. La canzone di mia madre è “La Corea del Nord”, e non potrei esprimere tutto quello che significa, ma per me lui rappresenta un punto di riferimento musicale, un vero modello. Non lo sa, ma per me è un padrino artistico, un punto di riferimento a livello musicale. Speriamo che legga questo: Tommaso, ti voglio davvero bene”.









