Intervista a Scintilla alias Gianluca Fubelli: “Sogno un programma tutto mio adatto alle famiglie”

Gianluca Scintilla

Gianluca Fubelli in arte Scintilla è uno dei comici italiani più apprezzati. La sua bravura sta anche nella capacità di essere all’altezza di ogni contesto televisivo, che sia il palco di Colorado o come ospite in qualche programma come Back To School, Scintilla sa divertire il pubblico senza mai risultare banale o fuori contesto. Questa sera Gianluca Fubelli sarà ospite su TV8 “Guess My Age” il programma condotto da Max Giusti. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato il comico Scintilla, e con lui abbiamo parlato della sua carriera, dell’amicizia che lo lega a Max Giusti, ma anche del suo sogno più grande: condurre un programma tutto suo.

Scintilla alias Gianluca Fubelli: l’intervista esclusiva

Gianluca questa sera sarai ospite al programma “Guess My Age” su TV8 con Max Giusti, cosa dobbiamo aspettarci? 

“Sicuramente uno Scintilla un po’ imbarazzato con il peso di far sbagliare il suo concorrente. Ovviamente ci sarà qualche momento solito dei miei, io non riesco a tornare a casa senza fare il solito Scintilla, quindi anche qualche frecciatina a Max Giusi non mancherà. Durante la trasmissione non c’è molto tempo per fare grandi cose perché il gioco è comunque molto serrato. L’invito di Max mi ha fatto molto piacere, lui è uno che mi invita spesso, io e lui veniamo dallo stesso quartiere, lavorare con lui mi piace molto”. 

Potrebbe nascere qualche idea televisiva con voi due insieme? 

“Beh questa è una cosa che potrebbe essere interessante, Max è uno molto bravo, anche a spalleggiare, che non è una cosa da tutti. Molti non riescono a farlo perchè hanno l’esigenza di essere gli ultimi a dire una cosa o fare una battuta. Lui invece appoggia la tua battuta e tu la chiudi, e questa è una cosa rara”. 

Qualche settimana fa sei stato uno dei ripetenti di Back to School con Nicola Savino su Italia 1: cosa ci racconti di quella esperienza? E quale timore avevi? 

“Ti dico la verità, i bambini non li temevo, con loro non si è creata nessuna tensione anzi, ho avuto subito una certa empatia. Con i professori invece è stato l’opposto, loro creano veramente imbarazzo, ti trattavano come un bambino maleducato”.

Sei stato uno dei volti più amati di Colorado, quanto manca quella trasmissione oggi e in che modo è cambiata la comicità dopo la pandemia? L’approccio con il pubblico è più difficile? 

“Nei live no perchè c’è ancora una bella atmosfera, ancora c’è gente che ama e che viene a vederti. In tv è cambiato molto anche per via dei social, è stato un po’ devastante perchè non sappiamo più quale sia il nostro pubblico di riferimento. Non sai per chi devi fare la comicità. L’operazione nostalgia di Zelig è andata benissimo ad esempio, anche se c’era qualcuno nuovo, la gente voleva vedere i comici di una volta. Anche sui social, a parte che sono scarsissimo, ma non so a chi parlo, quale sia il mio pubblico. Io poi non sono proprio un comico da teatro, sono più un comico da piazza, cosa che mi piace molto, non hai quel pensiero dei biglietti venduti, non mi è mai appartenuta la questione dei biglietti. Ci sono colleghi che smuovono le masse, loro hanno il loro pubblico. La questione del biglietto mi ha sempre un po’ spaventato”.

Nella tua vita lavorativa hai fatto l’odontotecnico, l’animatore, hai lavorato in fabbrica, in fiera a Milano e in un pub. Perchè si sceglie di fare il comico? E come fa una persona a trasformarsi in un attore comico? Avevi già questa vena comica? 

“In realtà forse c’è sempre stata la vena comica, ma non l’ho mai presa in considerazione come lavoro. Sono sempre stato quello più simpatico del gruppo, quello che faceva le battute. Quando facevo l’odontotecnico ci fu un periodo di crisi lavorativa e siccome avevo voglia di muovermi un po’ accettai la proposta di un’agenzia di fare l’animatore. Ho lavorato con loro quattro anni, fu lì che conobbi i Turbolenti, andai a Milano con loro e siccome la vita era molto cara scelsi di fare anche altri lavori fino a quando non avrei potuto vivere solo di comicità”.

Qual è stata la prima volta che hai capito che potevi vivere di questo? 

“Con Colorado, perchè anche se facevo già vari spettacoli, però non riuscivo a vivere solo di quello. Poi è arrivato Colorado ed è stato in quel momento che ho capito che avrei potuto vivere di questo lavoro”. 

Cosa rappresenta per te la comicità? 

“La comicità è la cosa più soggettiva del mondo. Il comico o piace o non piace. Io amo la comicità di pancia. Tutti hanno una vena comica, è una parte di ognuno di noi, se riesci a capire in quale parte è, allora la sviluppi, la tiri fuori, altrimenti la tieni dentro. Il comico se le scrive le cose perchè deve disegnarsele addosso, la deve calzare bene, non si può recitare la comicità, sarebbe tutto troppo finto”. 

Il ricordo più bello della tua carriera, quello più imbarazzante e quello più difficile? 

“Il più difficile quando ho lasciato i Turbolenti. Avevo bisogno di lavorare da solo e sentirmi indipendente. Stavo male sia perchè non mi piaceva più il percorso che stavo facendo ma anche perchè non riuscivo a lasciarli. Ho dovuto ricominciare a quarant’anni. Ovviamente è una scelta che rifarei, ci ho pensato due anni prima di farla. Sentivo la necessità di dire no a delle trasmissioni, in gruppo questo non puoi farlo. Io volevo arrivare a condurre Colorado, e ci sono riuscito”. 

“Come episodio imbarazzante ricordo che ci chiamarono come Turbotabbies nella trasmissione di Paolo Bonolis a ‘Chi ha incastrato Peter Pan’. Un mio collega era convinto che dovevamo fare la classica intervista come altri personaggi, invece arriva Bonolis e ci dice: io non so chi siete, ma mi dicono che siete bravi. Giravamo nei corridoi con quei costumi, quello è stato un momento imbarazzante. Il momento più bello è stato quello della conduzione. Il mio obiettivo è far bene le cose. Per me è fondamentale lasciare un bel ricordo nelle persone, che sia il pubblico, i colleghi o gli addetti ai lavori”. 

“Vedi, io non mi ero posto tanti obiettivi nella vita, una sola volta mi dissi che volevo condurre Colorado perchè io amo quel programma, quella è stata la prima volta che ho avuto il coraggio di chiedere di presentare un programma, ebbi il coraggio di dire: voglio presentare io. Era già stato scelto Paolo Ruffini e si pensò a una conduzione a due, poi c’era anche Federica Nargi e dopo Belen Rodriguez”.

Preferisci più il teatro, il cinema o la tv? 

“La scaletta delle preferenze è: Tv, cinema, live. Mi piacerebbe presentare qualcosa di mio, un progetto mio, avere un programma tv adatto alle famiglie, un pre-serale ad esempio. Mi piacerebbe anche ‘Stasera tutto è possibile’, perchè è fonte di improvvisazione. Quello di presentare un programma tutto mio è l’unico obiettivo che ho. Poi mi piacerebbe fare cinema, ma non un ruolo comico. I live sono sempre una cosa che mi piace fare”.  

C’è una storia o un personaggio che vorresti raccontare a teatro o al cinema?

“C’è un film che mi piace tantissimo si chiama “Il primo dei bugiardi” di Ricky Gervais, racconta di un mondo dove non esistono le bugie e il protagonista si trova costretto a dire la prima bugia. Poi c’è un film con Renato Pozzetto ed Enrico Montesano, si intitola “Noi uomini duri”, quello è il film che mi ha fatto più ridere di tutti. Questi sono film che mi pacerebbe molto portare a teatro. Quello che mi piace del cinema è riuscire a fare la scena proprio come vuole il regista, quella è una grande soddisfazione”.

Ti hanno mai proposto di partecipare a un reality: Isola dei famosi o GFVIP? Li faresti? E un programma come Ballando con le stelle? 

“Si, negli ultimi anni mi hanno proposto due volte il Grande Fratello Vip e tre volte L’Isola dei Famosi. Ho sempre rifiutato perchè non è il contesto giusto per me, io voglio che la gente conosca la parte artistica di me, sono anni che lavoro per far ridere la gente. L’unico che avrei fatto volentieri è Pechino Express, ma non mi hanno preso. Ballando con le stelle non saprei, perchè io ho paura che ne esca male, poi si litiga, c’è sempre la polemica, a me non piacciono le polemiche. Io non credo che il pubblico che ti vede in un reality poi venga a teatro a vederti”. 

Tempo fa hai fatto una dieta per perdere peso, proprio il tuo forte dimagrimento è stato oggetto di polemiche e di dibattito in qualche trasmissione tv. Come hai vissuto quel periodo e cosa ti senti di dire a chi comunque grazie alla dieta cerca di stare bene in primis con se stessi?  

“La dieta nasce dal fatto che a un certo punto ti guardi allo specchio e non ti piaci, non ti riconosci. Quando mi sono poi visto molto magro anche lì non mi piacevo, la magrezza eccessiva è sbagliata, però io ho fatto quella dieta per stare bene con me stesso. Io sono donatore di sangue e ogni volta c’era il colesterolo e le varie cose, l’ho fatta anche per motivi di salute, ma maggiormente l’ho fatta per piacermi”. 

Sei stato anche al centro del gossip per la tua storia con Elena Morali. Quel periodo di forte interesse mediatico ti ha infastidito o non davi peso alle polemiche?

“Mi ha infastidito, non è stato facile perchè poi ti trovi in mezzo a dei contesti che non ti appartengono. A me quella tipologia di contesto non piaceva. Poi mi sono isolato da tutto perchè non mi piace che la gente dica: Scintilla sta soffrendo non si fa più vedere”.

Quali progetti hai in cantiere che puoi rivelarci? 

“Proprio ieri ho finito di registrare una trasmissione molto particolare, è un bellissimo esperimento, è una gara tra comici, dovrebbe andare in onda a metà marzo su Nove. È un format dove io e altri quattro comici insegniamo la comicità a 4 volti noti che poi dovranno saper recitare un monologo di 5-10 minuti e far ridere”.

Perchè uno spettatore deve venire a vedere un tuo spettacolo? 

“Perchè trasmetto leggerezza e ho una comicità dove si ragiona poco, dove fa tutto la pancia e il tempo comico. Devi dimenticare quello che c’è fuori, devi venire lì e ridere”.

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