Made in Sud, il produttore Nando Mormone: “Così ho convinto Stefano De Martino” | INTERVISTA ESCLUSIVA

Nando Mormone

Esordio con il botto per Made in Sud: lo show comico ritorna in prima serata su Rai Due e conquista quasi 2 milioni di telespettatori. Una macchina perfetta rielaborata, dopo un anno di stop, dal produttore Nando Mormone. Sul palco le vecchie leve del programma con la nuova generazione di comici del Sud. La sorpresa più grande, però, arriva alla conduzione con Stefano De Martino, che indossa in modo impeccabile le vesti di conduttore. L’ex ballerino di Amici ha già instaurato un feeling straordinario con Fatima Trotta (Qui l’intervista alla conduttrice). Made in Sud può contare anche sulla partecipazione straordinaria di Biagio Izzo ed Elisabetta Gregoraci.

Made in Sud, intervista a Nando Mormone

Dopo l’ottimo esordio questa sera andrà in onda la seconda puntata di Made in Sud. L’obiettivo della squadra ovviamente è quello di bissare gli ascolti della prima puntata. Nel frattempo abbiamo intervistato in esclusiva il produttore dello show comico, Nando Mormone.

Nando grandissimo esordio e soprattutto grandissimo ritorno: c’era più soddisfazione nel primissimo esordio sui canali Rai o adesso? 

Sono due emozioni diverse. Quando abbiamo esordito sui canali Rai venivamo da un’esperienza abbastanza certa, c’era grande entusiasmo, ma anche inconsapevolezza. Adesso, dato che siamo stati fermi per un anno, c’è un grande entusiasmo per la squadra nuova, ma anche una grande consapevolezza di fare uno spettacolo bello e importante.

Grandissimo esordio anche per Stefano De Martino, voluto fortemente da te e dal direttore Freccero. Come hai capito che Stefano avrebbe potuto indossare con successo le vesti di conduttore? 

L’ho capito molti mesi prima, infatti c’è stato un lavoro sotto traccia durato quattro o cinque mesi. Non c’era ancora né il programma né il direttore. Stefano lo monitoravo già da anni ed inoltre c’era una ricerca fatta l’estate scorsa, dove gli indicatori davano caratteristiche che si sposavano con le nostre in termini di popolarità, di affetto e di numeri. Stefano ha sempre avuto talento, ma mai nessuno se n’è accorto o ha avuto coraggio fino a questo punto. Stefano è l’unico trentenne in Italia che ha queste caratteristiche ed è destinato a fare varietà nel nostro paese. Io l’ho capito molto in anticipo e credo che mi possa dare molte soddisfazioni. Inoltre, è importante aggiungere, che il direttore Freccero è stato sin da subito d’accordo nel lanciare il talento di Stefano De Martino insieme a Fatima Trotta.

Ci racconti il primo incontro con Stefano De Martino e come l’hai convinto? 

L’ho incontrato a Venezia ad inizio settembre durante una presentazione. Lì c’è stato un primo approccio su questo argomento. L’ho stimolato per capire le sue aspettative ed ho visto subito che lui ambiva a qualcosa di più rispetto a quello che stava facendo. Stefano io lo definisco un ‘giovane vecchio’, perché ha ventinove anni ma è già molto formato. Ha le idee chiare. Poi ci siamo visti di nascosto, perché altrimenti c’era il rischio che non si potesse tramutare in qualcosa di concreto. È stato un modo per conoscere meglio Stefano e creare una sintonia con Fatima Trotta.

Prima dell’annuncio ufficiale si sono susseguiti diversi nomi, ma a questo punto possiamo dire che Stefano e Fatima sono stati sempre la prima scelta per Made in Sud? 

Sì, assolutamente. Prima dell’avvento del direttore Freccero, con la vecchia dirigenza si parlava già di un ritorno di Made in Sud e si facevano molti nomi, ma la mia idea è sempre stata precisa. Nel frattempo sono arrivate molte proposte importanti a Stefano e lui ha rinunciato perché credeva nel nostro progetto. Questa è stata la cosa che più mi ha dato forza.

Made in Sud si conferma una fucina di talenti, durante la prima puntata i giovani hanno sorpreso in positivo. Da produttore ma anche da talent scout sei più contento quando il programma ottiene ottimi ascolti oppure quando un giovane prende il volo come è stato con Gigi e Ros o con gli Arteteca? 

Faccio questo mestiere dal ’95 ed ho lanciato veramente tanti ragazzi. In questa edizione di Made in Sud sono stato molto più coraggioso rispetto alle altre volte. Durante la prima puntata ho lanciato otto ventenni e sono ancora più orgoglioso. Prendendo come esempio il calcio, è stato come lanciare otto ragazzi del settore giovanile in una partita di Champions League. In realtà è stato possibile perché quest’anno ho strutturato il programma in modo da avere quattro o cinque comici di grande esperienza, i quali mi hanno permesso di poter lanciare i giovani.

Tra l’altro il duetto più riuscito è proprio quello con protagonisti Francesco Paolantoni e Antonio D’Ausilio… 

Con alcuni personaggi ho lavorato proprio al carattere. Il personaggio di Antonio è nato due anni fa, quando gli proposi di lavorare sulle nuove tendenze legate ai giovani. È stato un personaggio coltivato a teatro e stavamo cercando solo la chiave per farlo crescere. Antonio è stato bravissimo insieme a Francesco. Si sono divertiti ed è venuto fuori uno dei pezzi più forti del programma. Racconta una cosa di tutti i giorni, come il rapporto tra padre e figlio con la tecnologia.

Dieci anni di Made in Sud con Nando Mormone

Nando Mormone è il padre di Made in Sud, lo show comico che è partito da Comedy Central per affermarsi anche in prima serata su Rai Due. Ai nostri microfoni, il produttore Mormone ci ha svelato le cose di cui va più fiero e quelle che invece avrebbe voluto evitare in tutti questi anni di Made in Sud.

In tutti questi anni di Made in Sud, qual è la cosa di cui vai più fiero e quella che invece avresti voluto evitare?

La cosa di cui vado più fiero è che Made in Sud è una produzione napoletana. L’economia resta sul territorio, non come altre cose che sono coltivate a Napoli ma l’economia finisce altrove. Aver dato così tanto lavoro sul territorio in dieci anni mi riempie il cuore, perchè si lega ad una scelta personale di restare a Napoli. A questo poi si aggiunge il fatto che ho potuto lanciare alcuni giovani a livelli altissimi come ad esempio gli Arteteca, che hanno dimostrato di poter essere competitivi anche con altri comici italiani. Il mio obiettivo è sempre stato essere competitivo in Italia, ma restando a Napoli.

Quella che invece avresti voluto evitare? 

Quando metti insieme tante persone, è chiaro che non tutti sono contenti. Dispiace, ma fa parte del gioco. A Made in Sud sono passati oltre cento comici ed è veramente difficile che tutti alla fine siano contenti.

Oggi il successo di “Made in Sud”, qualche mese fa quello di Renzo Arbore con “Guarda, stupisci”, non pensi che bisogna dare continuità a questi risultati e puntare sulla comicità e sulla cultura napoletana in televisione? 

Per tradizione e per storia abbiamo già fatto tanto. In questo momento la napoletanità risplende in tutti i settori. Ci sono state tante altre serie televisive come ‘L’amica geniale’ o ‘Gomorra’, anche se l’economia non resta sul territorio. C’è già una continuità, perchè si sta producendo molto sul territorio. Quello che manca è dare continuità culturale al territorio, cioè far sì che queste cose possano aiutare anche in altri settori.

Ci sono altre produzione in cantiere di cui puoi parlarci? 

Sta andando in onda la replica in seconda serata di ‘Fatti unici’ e a seguire andrà in onda anche la seconda edizione, che passò solo su Rai Premium perchè su Rai Due non c’era spazio. Poi ci sono altre produzioni televisive in cantiere, ma in autunno. 

Hai un sogno nel cassetto sempre per quanto riguarda le produzioni televisive e cinematografiche?

Il successo di Made in Sud, per me che ho scelto di restare a Napoli, è già un sogno nel cassetto. Poi ci sono tanti altri progetti e il sogno sarebbe quello di essere competitivo anche nel cinema, ma sappiamo che è un periodo difficile per il cinema italiano.

Ringraziamo il produttore di Made in sud Nando Mormone per la gentile concessione e mi raccomando questa sera, tutti sintonizzati su Rai 2 con Made in Sud.

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