E’ stato presentato a Roma alla Festa del Cinema di Roma “La diaspora delle vele“. Scritto e diretto da Francesca Comencini e in arrivo nel 2026 su Sky Documentaries e in streaming su NOW, il film racconta l’attesa di un ritorno alle nuove Vele e di una nuova vita nel quartiere attraverso le testimonianze degli abitanti colpiti dal crollo di un ballatoio della Vela Celeste nel luglio 2024.
“La diaspora delle vele”, intervista esclusiva a Francesca Comencini
Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Francesca Comencini alla quale abbiamo chiesto come fosse nata l’idea di raccontare quel luogo: “Lì dentro c’è tutto quello sta dentro gli stereotipi e che nessuno, in primis gli abitanti, nega. I problemi non se li è inventati uno scrittore o un rapper ma ci sono però c’è anche molto altro. Ci sono migliaia di famiglie che hanno problemi come tutti ma che hanno la potenza di stare dentro una comunità”. Tra le varie storie che ha raccolto, c’è n’è stata una che l’ha però particolarmente colpita: “Forse per età e per storia personale, mi ha colpito la storia di Felicia che ha aperto il documentario, una mamma single con cinque figli. Mi sono sentita molto vicina a lei perché anche io ho tre figli che ho cresciuto da sola e quindi mi è sembrato di chiacchierare quasi con un’amica”.
Cristina Comencini ha parlato anche del ruolo delle istituzioni nella rinascita di Scampia: “Le istituzioni dovrebbero mettersi in ascolto di quegli uomini e quelle donne che vivono in quei posti e questo è importante perché non lo fanno abbastanza. Quando sento dire da parte dei politici che le istituzioni non servono è pericoloso quanto le istituzioni che negano il valore delle realtà come i comitati di quartiere. In questo momento c’è un vuoto da questo punto di vista e questo documentario dà speranza invece anche su questo”.
Fuori i palazzi di Scampia ci sono tante scritte. C’è una in particolare che recita “restiamo umani”. La Comencini sottolinea l’importanza oggi di sentirsi una comunità: “Tra i messaggi importanti che questo film mi ha trasmesso è che il senso della comunità è tutto e se l’umanità è composta da esseri umani soli, isolati politicamente e socialmente, non è possibile far valere un proprio diritto. Questo è anche quello che insegna il femminismo. Le donne sono riuscite a conquistarsi i diritti perché ogni sabato in 50.000 invadevano le strade di Roma, di Milano e di tutte le città. Ci sono riuscite per l’appunto perché sono state una comunità”.









