Jackson Briggs, un ex ranger dell’esercito americano rimasto traumatizzato per quanto affrontato sul campo di battaglia, ora affetto da una serie di problemi fisici e psicologici. Un giorno viene incaricato di portare Lulù, un pastore belga che ha servito nelle forze militari USA, al funerale del suo addestratore, un suo ex commilitone da poco scomparso. La missione del Nostro in Io e Lulù appare relativamente facile: guidare per mezzo Paese a bordo di un furgone scassato e arrivare in tempo in Arizona per presenziare alla cerimonia.
Peccato che l’incarico a conti fatti sia tutt’altro che di semplice realizzazione. Il cane infatti è irascibile e preda di scatti d’ira e il viaggio che li vedrà improbabili protagonisti sarà ricco di disavventure e incontri con individui stravaganti. Ma al termine del percorso, entrambi avranno imparato qualcosa l’uno dall’altro.
Io e Lulù: un viaggio di scoperte – recensione
Ci troviamo di fronte ad un classico road movie di formazione che mescola toni più leggeri ad altri più drammatici e che sfrutta un elemento in grado di intercettare quasi sempre i gusti del grande pubblico, ovvero la presenza di un personaggio a quattro zampe che supporta il protagonista umano. Protagonista umano che ha il volto e il fisico scolpito di Channing Tatum, che per l’occasione esordisce anche dietro la macchina da presa, condividendo l’onere e l’onore del debutto con l’anch’esso novellino Reid Carolin, noto come produttore.
Una sorta di buddy comedy interspecie in salsa country, che possiede sì alcuni spunti gradevoli nel corso dei cento minuti di visione ma che non trova al contempo una precisa solidità d’intenti, risultando a tratti disomogenea e mancando di creare un contesto credibile. Le diverse vicissitudini affrontate dal cane e dal soldato infatti sono semplici siparietti fine a se stessi, atti a formare un quadro tragicomico che si perde a più riprese.
Crescere insieme
Ogni tappa del viaggio serve più che altro a smussare la reciproca diffidenza. Briggs impara a vedere Lulu non soltanto come un “pacchetto” da consegnare in un tragitto di andata e ritorno, ma come un essere vivente con le sue paure e i suoi traumi, arrivando a provare per il “pelosone” un crescente affetto. Lulù di canto suo comincia finalmente a fidarsi del suo nuovo potenziale padrone, che diventa una figura di riferimento. Una relazione che cresce con ogni chilometro percorso e che dà vita ad un’inaspettata e genuina amicizia.
Vincono così i buoni sentimenti e le facili emozioni, ma era lecito attendersi qualcosina di più a livello di impegno in fase concettuale. L’impressione al termine di Io e LuLù è infatti quella di aver assistito a un classico compitino, tanto leggero quanto presto dimenticabile.
Il film è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.
Conclusioni finali
Si cerca di arrivare al cuore dello spettatore con semplicità, sfruttando per l’ennesima volta una trama “animal-friendly”, con l’amicizia tra il protagonista su due piedi e quello a quattro zampe che evolve nel corso di una narrazione che segue gli stilemi del road-movie classico, a dire il vero senza particolare inventiva.
La regia degli esordienti in tal veste Channing Tatum e Reid Carolin, il primo anche davanti la macchina da presa nel ruolo principale, è sì citazionista ma ancora acerba e impersonale, incapace di lasciare il segno nella riproposizione di situazioni e personaggi stereotipati. Per un film dal sapore familiare e furbescamente consolatorio, che scorre veloce e indolore, nel bene e nel male.









