I Cesaroni – Il Ritorno, parla la produttrice Verdiana Bixio: “Questa stagione è dedicata a Fassari. Il ritorno in onda anche di un Medico in Famiglia? Ce lo auguriamo”

intervista verdiana bixio

Verdiana Bixio presenta I Cesaroni – Il Ritorno. La produttrice è stata uno degli ospiti del Festival di Giffoni e ha raccontato ai ragazzi presenti in sala le emozioni di portare sul piccolo schermo, dopo 10 anni, una delle serie più amate. Vediamo insieme cosa ha rivelato ai nostri microfoni.

Intervista a Verdiana Bixio, produttrice de I Cesaroni – Il Ritorno

Grande attesa per I Cesaroni – Il ritorno, una coproduzione Publispei-Mediaset che presto vedremo su Canale 5. Tantissimi i temi toccati nella nuova serie: dall’adolescenza alla scuola, passando per l’inclusività in tempi post-covid con la crisi della storica bottiglieria della famiglia Cesaroni. Superguidatv ha intervistato la produttrice Verdiana Bixio e le ha chiesto che emozione prova a tornare sul piccolo schermo e se in futuro potremmo vedere anche un ritorno de Il Medico in Famiglia.

Come casa di produzione (Publispei) come state vivendo questo grande ritorno de I Cesaroni?

I Cesaroni è stato uno dei nostri titoli più famosi, più visti che ha veramente coinvolto il pubblico di ogni età. Essere al Giffoni significa proprio essere nella casa del nostro pubblico di elezione perché siamo sempre stati seguiti da tantissimi ragazzi. Da bambini veramente hanno sempre provato un affetto nei confronti dei nostri attori perché hanno amato i nostri personaggi e lo vediamo ancora oggi. C’è un’accoglienza personale, quindi un pochino la famiglia de I Cesaroni si è amalgamata alle famiglie degli italiani che ci hanno seguito e quindi ritornare con I Cesaroni per me è un’emozione enorme perché ha significato tantissimo per la nostra azienda, tantissimo per la Publispei e Canale 5 ed è un riinizio, un ritorno davvero speciale“.

Quando è che avete capito che I Cesaroni non era una semplice fiction ma un fenomeno culturale-popolare.

“Quando lo ha detto Aldo Grasso, scherzo. I Cesaroni nella prima stagione è stata una serie molto molto seguita, dalla seconda stagione ha mosso l’Italia quindi sicuramente lo share ci ha indicato la quantità degli italiani che ci seguiva ma davvero siamo diventati la famiglia degli italiani e ci hanno accolto ovunque, ci hanno accolto ovunque durante le conferenze stampa, le presentazioni in maniera molto intima e adesso che abbiamo ripreso le riprese alla Garbatella non avevamo detto dove saremmo andati a girare. Già dal primo giorno però c’erano tantissimi ragazzi, tantissime persone che abbiamo dovuto transennare.

Ci seguono, ci portano fuori dalla scuola dove stiamo girando dei cartelloni enormi con delle dediche, dediche anche di grande saluto ad Antonello Fassari che è stato un nostro amico e che ci manca tantissimo e al quale dedichiamo questa stagione. E loro per primi i ragazzi, calcolando anche che alcuni non l’avevano vista questa stagione nella generalista ma magari l’hanno vista su Netflix e Amazon, sono stati lì fuori la nostra scuola per ore, per incontrare i nostri attori, salutarli, dei fan come quelli di una volta. Sono stupendi”.

Come casa di produzione avete prodotto grandi successi, il desiderio degli italiani è anche il ritorno di Un Medico in famiglia. Voi siete rimasti sempre molto fedeli come identità, come si riesce come tanti anni a guardare avanti?

“Noi siamo fedeli ad un’idea di raccontare le cose così come stanno, con grande rispetto, delicatezza. Parlare allo spettatore con lealtà, sincerità delle proprie emozioni. Abbiamo raccontato l’Italia attraverso due grandi famiglie: il Medico in famiglia e i Cesaroni e l’abbiamo fatto con grande rispetto. Abbiamo raccontato sempre le storie vere delle famiglie, per esempio oggi citavamo la storia di questo ragazzo Andrea Arru che interpreta Olmo con delle caratteristiche speciali, di divergenza ed è una storia a cui tenevo molto.

Ne parlavo con una sceneggiatrice che mi raccontava della sua propria personalissima esperienza e attraverso questo personaggio abbiamo voluto raccontare un pezzo del nostro paese perché nelle nostre serie siamo riusciti sempre con onestà a parlare a tutti. Abbiamo parlato delle malattie, di sieropositività in adolescenza, di rapporto omosessuale nel primo Medico in Famiglia, siamo riusciti a parlare delle famiglie allargate già dal Medico in Famiglia. Noi diciamo che I Cesaroni è stata la prima famiglia allargata ma se ci pensiamo bene la famiglia Martini era Super allargata. Ci hanno chiesto I Cesaroni per tantissimi anni e finalmente siamo sul set e presto andremo in onda ma ci hanno chiesto da tantissimi anni anche il Medico in famiglia. In onda un giorno? Ce lo auguriamo”.

Spesso si parla di crisi e molti attori si sentono dei precari. Voi come casa di produzione vi sentite tutelati dal governo per il lavoro che fate?

“Il produttore tv e cinematografico è un imprenditore e quindi naturalmente ha delle caratteristiche lavorative molto diverse da quelle del lavoratore dello spettacolo che possono essere attori e tutte le figure dietro la macchina da presa come gli operatori. Sicuramente è un mondo completamente diverso come modello di business e il governo è molto attento alla cultura in Italia. Noi ci misuriamo con il resto dell’Europa e paesi come la Francia hanno sempre tutelato moltissimo da anni la cultura, l’identità paese, l’identità della Francia attraverso il teatro, lo spettacolo, il cinema.

Chiaramente questo significa investire tanti fondi. Non è semplice, io mi metto anche nei panni di chi governa questo paese. Noi siamo un paese molto più piccolo di altri ma abbiamo dieci volte un patrimonio culturale che attrae a livello mondiale. Gestire questo patrimonio non è semplice, il cinema e televisione sono parte fondante e anche strutturante di un’identità di un paese quindi l’invito è quello di puntarci sempre di più. Però devo dire che negli ultimi anni c’è stata più attenzione ma è un modello di business e vogliamo essere ottimisti sul futuro”.

Queste polemiche sui I Cesaroni l’hanno fatta sorridere o incavolare?

“Quali polemiche? Non mi ricordo nessuna polemica (ride, ndr)”.

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