Hawkeye, recensione no spoiler della serie Marvel con Jeremy Renner

Hawkeye

Siamo a fine novembre 2021, e dopo gli exploit di titoli come WandaVision e Loki, Disney+ si appresta a chiudere l’anno televisivo con un prodotto Marvel a tema insospettabilmente natalizio. Un mix curioso quello tra il Natale e l’universo cinematografico condiviso firmato Marvel, eppure l’ottimo Hawkeye è stato questo e moltissimo altro.

La miniserie in sei episodi ideata da Jonathan Igla ha riportato in auge (e per la prima volta in assoluto, con un progetto di cui è protagonista assoluto) il personaggio di Occhio di Falco/Clint Barton, interpretato da un sempre solidissimo Jeremy Renner; assieme a lui, la simpatica Hailee Steinfeld in quelli di Kate Bishop/Ronin, Florence Pugh che torna nei panni di Yelena, e Vincet D’Onofrio, che qui torna a vestire i panni del suo terrificante Wilson Fisk, ruolo che aveva già vestito con successo in Daredevil.

La trama di Hawkeye

Nel 2012, durante la battaglia di New York, una giovane Kate Bishop (Hailee Steinfeld) assiste a Clint Barton (Jeremy Renner) che combatte i Chitauri e aspira a diventare un eroe come lui dopo che le ha inavvertitamente salvato la vita. Nel 2024 Barton trascorre del tempo con i suoi figli a New York per Natale. Bishop partecipa a un’asta di beneficenza con sua madre Eleanor (Vera Farmiga), che scopre essere fidanzata con Jack Duquesne. Durante un gala si imbatte in un’asta del mercato nero con oggetti recuperati dal complesso degli Avengers, trovando Duquesne e suo zio Armand III tra i partecipanti.

L’asta viene interrotta dai mafiosi in tuta, una gang di strada russa che tenta di recuperare un orologio tra gli oggetti. Bishop recupera la tuta Ronin di Barton e sconfigge le tute mentre la indossa. Fugge nel suo appartamento dopo avere salvato un cane randagio, quindi rintraccia Armand per indagare ulteriormente, scoprendo che Armand è stato assassinato in casa sua; mentre scappa dalla scena del crimine viene messa alle strette dai mafiosi ma viene salvata da Barton, che ha visto in un notiziario del ritorno di Ronin.

Hawkeye, perché vederla?

Perché è forse il miglior prodotto televisivo firmato Marvel Studios dopo l’audace WandaVision; la chimica perfetta tra la ruvida ironia di Jeremy Renner nei panni di Clint Barton e la giovane ma intraprendente Kate Bishop con il volto di Hailee Steinfeld fa la differenza e rende la miniserie creata da Jonathan Igla una gioia per gli occhi e per il gusto dell’intrattenimento.

Non è difatti un caso che nel tempo abbia raggiunto un ottimo riscontro di pubblico e di critica, anche se alla sua uscita nel catalogo della piattaforma di streaming non aveva sin da subito ottenuto il successo atteso e meritato. E poi, come si fa a non recuperare Hawkeye quando tra i suoi villain principali c’è l’attesissimo ritorno dello straordinario Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson Fisk/Kingpin? Un piccolo tassello in più che introduce lo spettatore più spaesato all’arrivo di Daredevil e del suo universo narrativo nel Marvel Cinematic Universe.

Perché non vedere Hawkeye

Perché se non si è seguita la cronologia di uscita delle serie televisive dedicate ai supereroi Marvel, farete senza dubbio fatica a comprendere cosa accade prima, dopo o nel frattempo rispetto ai lungometraggi e al futuro dell’MCU ideato e supervisionato dal produttore Kevin Feige. Hawkeye ha forse un grandissimo difetto, sopra ogni altra cosa: che sei episodi per una miniserie autoconclusiva (è da attendersi il ritorno di Clint Barton e di Kate Bishop in altri lungometraggi o show televisivi futuri, molto probabilmente) sono troppo pochi e si ha spesso e volentieri la sensazione di volerne moltissimi di più.

Curioso però che nel tempo, Hawkeye non abbia ricevuto l’attenzione e il passaparola che avrebbe meritato; complice probabilmente la scarsa popolarità del personaggio interpretato da Jeremy Renner, che difatti fino alla conclusione della Fase Tre dell’MCU con Avengers: Endgame non aveva mai avuto un progetto tutto suo dove essere protagonista assoluto. Magari è stata quindi la conseguenza di una minore affezione del pubblico generale proprio verso Occhio di Falco anziché i soliti Iron Man, Capitan America oppure Hulk. Il che in fondo, è un vero peccato.

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