Fred De Palma lancia “Barrio Lambada”: “È un pezzo anche autobiografico. Molto sorpreso della reazione del pubblico di Amici” – Intervista video

Fred De Palma Barrio Lambada intervista

Fred De Palma ancora una volta ha pensato bene di farci bulare per tutta l’estate. Da poche ore infatti è uscito “Barrio Lambada”, un inno estivo dalle sonorità calde e moderne. Il lancio del singolo è stato anticipato live nel programma “Amici di Maria De Filippi” e in un incontro con i fan a Milano. La canzone è subito diventata virale su TikTok, incoronando ancora una volta Fred De Palma, come esponente musicale assoluto delle estati italiane dopo i grandi successi del passato come “D’estate non vale” “Una volta ancora” e “Un Altro Ballo”. Noi di SuperGuidaTv abbiamo incontro Fred De Palma: ecco cosa ci ha raccontato. 

Fred De Palma, intervista all’uscita di Barrio Lambada 

Barrio Lambada è un titolo che richiama subito estate, festa e sensualità. Com’è nato questo pezzo?

“Il pezzo nasce in una giornata di studio, in realtà in maniera molto naturale. Sono andato in studio con Cino che è il produttore del brano, con Bonomo che è l’autore che ha lavorato con me al singolo, ci siamo messi lì ed è uscita la canzone, proprio in maniera molto spontanea e velocemente. Era una canzone che aspettava di uscire fuori”.

Il brano unisce reggaeton, lambada anni ’80 e synth elettronici. Da dove è venuta l’idea di fondere questi mondi così diversi?

“Essendo un brano che è uscito fuori così, proprio con molta naturalezza, in realtà abbiamo scelto anche dei suoni che si sposassero bene con le melodie, con quello che appunto trasmetteva la canzone, quindi sicuramente la Lambada, cioè è nato prima Barrio Lambada dell’inserimento stesso della Lambada dentro al pezzo, per assurdo. E quindi in realtà si è un po’ tutto sviluppato così dal nulla, senza troppe riflessioni, proprio molto spontaneo”.

Nel testo si parla di una visione fugace che diventa ossessione. C’è qualcosa di autobiografico o è pura ispirazione?

“Nelle mie canzoni metto sempre le mie esperienze, quindi sì, è anche autobiografico, per quanto, essendo una canzone abbastanza leggera, comunque parla di situazioni reali”.

Hai già portato il brano ad Amici e l’hai fatto ascoltare in anteprima ai fan: che reazioni hai ricevuto?

“Sono stato molto sorpreso della reazione del pubblico perché comunque essendo un brano che non avevano mai sentito, ho visto tutto lo studio in piedi che batteva le mani. Ho detto: “bello”.

Sui social sta già spopolando. Credi che oggi TikTok sia fondamentale per il successo di un brano estivo?

“Credo che se magari per il successo di un brano in generale sembra che sia fondamentale, io ti dico la verità: secondo me alla fine poi quello che fa veramente la differenza sul successo delle canzoni lo fanno tanto gli artisti, cioè in questo periodo secondo me è, il successo di una canzone è legata molto al successo dell’artista stesso”.

“Sexy Rave” con Baby Gang ha mostrato un lato più urban e crudo. Quanto ti piace giocare con i contrasti tra reggaeton e rap di strada?

“Sicuramente il pezzo con Baby Gang è stato una bella unione, anche perché abbiamo tanti punti in comune anche a livello proprio di gusto musicale, quindi era una collaborazione che io volevo fare, che anche Baby voleva fare, era un po’ che ci scrivevamo. Abbiamo colto l’occasione per fare qualcosa che potesse essere anche un po’ diverso da quello che c’è in giro. Secondo me è uscito un brano forte”.

Hai collaborato con artisti internazionali come Anitta, Ana Mena, Sofia Reyes… con chi sogneresti di lavorare in futuro?

“Sicuramente Bad Bunny, cioè se dovessi scegliere una collaborazione nel mondo, anche sognando, sicuramente Bad Bunny. Lo seguo da sempre, da quando non aveva tutto questo successo e devo dire che è un artista che mi ha sempre ispirato e mi ha fatto aprire gli occhi rispetto a tante cose della musica”.

Hai portato la tua musica anche fuori dall’Italia, conquistando la Spagna. Che differenze hai trovato tra il pubblico spagnolo e quello italiano?

“In realtà, beh, sicuramente il pubblico spagnolo ha una ricezione della musica, appunto, latina, molto più radicata, nel senso che è un pubblico molto più abituato ad ascoltare quella musica, quindi anche per me è un pubblico con cui riesco a interfacciarmi in una maniera diversa rispetto all’Italia. Poi ovviamente il pubblico italiano è un pubblico che negli anni ha imparato anche a conoscere questo genere, ha imparato a conoscere un po’ questo mood che diciamo è entrato dentro i dischi di tutti, quindi anche l’Italia è pronta”.

“Barrio Lambada” ha un’ambientazione da festa di strada. Come immagini il tuo live estivo ideale per questo pezzo?

“Ti dico che io quest’anno ho deciso di portare la mia musica nelle piazze proprio per questo motivo, perché secondo me il genere che faccio, che è un genere appunto molto popolare, ed è un genere con ispirazione latina anche se in italiano, avevo voglia di portarlo in un ambiente nuovo, dove c’è una dimensione del live che secondo me viene trascurata, mentre invece è una dimensione che per quanto riguarda il mio percorso si sposa benissimo. Quindi ho deciso di fare questa cosa, di andare nelle piazze d’Italia a portare Barrio Lambada, che è proprio un pezzo che deve sentirsi per le strade, nelle piazze, nelle feste”.

Tu sei uno dei simboli dell’estate italiana. Ma come la vivi tu l’estate, quando non sei sul palco?

“D’estate è difficile che non sono sul palco, quindi non non ho idea di come vivo l’estate fuori dal palco perché praticamente da giugno a ottobre sono sempre in tour, quindi non lo so. Dovrò scoprirlo, faccio le vacanze d’inverno”.

Sei sempre in movimento tra città, collaborazioni, studi… c’è ancora qualcosa che ti fa emozionare come all’inizio?

“La cosa che mi fa emozionare di più nella musica è scrivere le canzoni, quindi stare in studio. Creare musica è la cosa che in assoluto mi piace di più, ancora prima di farla uscire, prima di cantarla proprio la creazione, cioè quando si crea una canzone che prima non esisteva. Per me la magia della musica è lì”.

Un tuo brano come “Una volta ancora” è diventato iconico. Ti capita mai di pensare: “ok, ora provo a fare qualcosa di totalmente diverso”?

“Sì, mi è capitato di farlo anche per sperimentare, di fare cose anche lontane da me, ma poi alla fine, cioè quello che mi piace fare è questo. Certo in modo evoluto, con delle ispirazioni diverse, però alla fine credo che la coerenza abbatte lo sperimentare”.

Un saluto per chi ci sta guardando e magari sta già preparando la playlist per le vacanze: perché Barrio Lambada non può mancare?

“Perché sennò sarebbe un’estate triste”.

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