Intervista esclusiva all’attore Francesco Ferdinandi: “Interpretare un pianista mi ha fatto comprendere meglio l’importanza dei sogni”

Francesco Ferdinandi

Negli anni si è diviso con successo tra teatro, cinema, serie tv e pubblicità. Francesco Ferdinandi è un attore a cui piace sperimentare e che ama mettersi in gioco. L’ha fatto anche stavolta prendendo parte come protagonista al cortometraggio “Il dono” del regista David Petrucci, prodotto da Alex Pacifico e presente nella Sezione Ufficiale del Venice Shorts Film Awards. Nel cast anche gli attori Ettore Belmondo e Daniela Poggi.

Nel cortometraggio, Francesco interpreta un giovane pianista che ha perso fiducia nella propria carriera. Sarà un incontro imprevisto però a cambiargli la vita. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, Francesco ci ha spiegato in che modo ha lavorato sul suo personaggio e qual è il suo rapporto con la musica. Facendo un parallelismo con il suo personaggio, gli abbiamo poi chiesto se il pensiero di mollare tutto l’abbia mai attraversato. L’attore ci ha risposto così: “Questo pensiero non mi ha mai attraversato in pieno. Anzi, ho sempre cercato di scansarlo. Il fatto di aver scelto di vivere come artista è stata una scelta importante perché ogni giorno ci si confronta con la precarietà. In questi giorni ho girato un altro cortometraggio “Lockdown” in cui si è voluto dare voce agli artisti che purtroppo hanno risentito di questa situazione di emergenza sanitaria. Con il regista David Petrucci abbiamo messo in evidenza le conseguenze psicologiche di questo dramma di cui spesso si parla poco”.

Francesco ha poi fatto un bilancio delle sue esperienze sul set de “Il bello delle donne… dieci anni dopo” e “Furore 2”: “Ho degli ottimi ricordi sia dal punto di vista del set, dei compagni di avventura e del regista. E’ stata per me un’ottima palestra anche perché dopo quelle esperienze ho avuto modo di lavorare in alcuni film indipendenti come protagonista”.

In futuro, gli piacerebbe interpretare un ruolo in un genere romance. Ci racconta infatti che negli ultimi anni ha vestito i panni di personaggi tormentati e anche dalla doppia personalità. Ha lottato molto per far valere il suo talento perché, ci dice, spesso l’aspetto estetico ha finito per prevalere. Oltre al cortometraggio “Il dono”, Francesco ha recitato nel cortometraggio “Lockdown” e in un altro progetto di prossima uscita “Le strade del crimine”. Ma non finisce qui. Lo vedremo protagonista anche in un film che è in post produzione, un horror muto in bianco e nero, in cui Francesco vestirà i panni di un reporter.

Intervista esclusiva all’attore Francesco Ferdinandi

Francesco, hai preso parte come protagonista al cortometraggio “Il dono”. Come hai lavorato sul tuo personaggio?

Ho vestito i panni di questo personaggio con l’ambizione di capire cosa lo avesse portato ad avvicinarsi alla musica e a percorrere la strada di musicista. La musica rappresenta un linguaggio, un modo di esprimersi. Attraverso il mio personaggio ho compiuto un viaggio e ho compreso meglio quanto sono importanti i sogni. 

Nel cortometraggio il tuo personaggio suona il pianoforte, e tu invece? Che rapporto hai con la musica?

Provo un sentimento di amore ma anche di necessità nei confronti della musica. Mi aiuta a riflettere ma anche a distrarmi. Prima del cortometraggio, non avevo mai avuto modo di approcciarmi ad uno strumento musicale. Ho nutrito da sempre grande curiosità. Avrei voluto imparare a suonare il saxofono, la chitarra o il pianoforte. 

Nel cortometraggio il pianista ha un incontro imprevisto che gli cambierà la vita. Qual è stato l’incontro che ha cambiato invece la tua vita?

Ce ne sono stati tanti di incontri che hanno cambiato la mia vita e li posso raggruppare in uno solo. Ogni incontro mi ha insegnato qualcosa dandomi la possibilità di migliorare. 

La carriera dell’attore spesso conosce alti e bassi. C’è stato un momento in cui hai pensato di mollare tutto e di puntare su altro?

Questo pensiero non mi ha mai attraversato in pieno. Anzi, ho sempre cercato di scansarlo. Il fatto di aver scelto di vivere come artista è stata una scelta importante perché ogni giorno ci si confronta con la precarietà. In questi giorni ho girato un altro cortometraggio “Lockdown” in cui si è voluto dare voce agli artisti che purtroppo hanno risentito di questa situazione di emergenza sanitaria. Con il regista David Petrucci abbiamo messo in evidenza le conseguenze psicologiche di questo dramma di cui spesso si parla poco.

Sei stato anche il volto di punta di due serie di successo Mediaset “Il bello delle donne…alcuni anni dopo” e “Furore 2”. Che ricordo hai di queste esperienze?

Ho degli ottimi ricordi sia dal punto di vista del set, dei compagni di avventura e del regista. E’ stata per me un’ottima palestra anche perché dopo quelle esperienze ho avuto modo di lavorare in alcuni film indipendenti come protagonista. 

Parteciperesti mai ad un reality?

Tra tutti i reality, parteciperei a “Pechino Express”. Io amo viaggiare, curiosare tra le diverse culture e un programma di questo tipo sarebbe una bella occasione per mettersi alla prova.

Come ti sei avvicinato alla recitazione? C’è stato qualcuno che ti ha spinto ad intraprendere questa strada o qualcuno che ti è stato d’ispirazione?

Fin da piccolo ho sempre manifestato un interesse verso l’arte e la recitazione. Decidere di studiare teatro è stata per me un’esigenza, una necessità. Man mano ho capito che questa era la mia strada. 

Un esordio come il tuo, e mi riferisco anche agli spot pubblicitari, lascia intendere una spiccata consapevolezza di un aspetto piacente ed affascinante. Quanto hai lottato per dimostrare che oltre la bellezza c’è di più?

Ho lottato tanto perché la bellezza è un aspetto che ha influito. A me piacciono molto le sfide e amo sperimentare. Dal punto di vista recitativo, mettermi in gioco mi ha aiutato. Io non ho pensato alla mia estetica ma alla mia espressività. A volte, gli altri hanno messo più in risalto il mio aspetto estetico anche se io alla bellezza ho cercato di affiancare altro. 

C’è invece un ruolo che ancora non hai interpretato e che ti piacerebbe affrontare?

Mi piacerebbe affrontare un ruolo in un genere romance. I personaggi che ho interpretato in questi anni sono stati tormentati. In uno dei film indipendenti che ho fatto ho dovuto cimentarmi in un personaggio dalla doppia personalità. 

Stai lavorando su qualche progetto in particolare?

Oltre al cortometraggio “Il Dono” che sta avendo un grande riscontro anche a livello internazionale, ho recitato nel corto “Lockdown” e ora è in post produzione un film che uscirà prossimamente e che per me è stata una bella avventura. Si tratta di un horror muto in bianco e nero in cui vesto i panni di un reporter. E poi sarà disponibile sulle piattaforme “Le strade del crimine”.

il dono

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