Fabrizio Biggio a Musicultura 2025: “Mi colpisce il talento di questi ragazzi. Ecco com’è nata la collaborazione con Fiorello. Riporterei in tv Non è la Rai” – Intervista Video

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Fabrizio Biggio, volto noto della tv italiana, nonché compagno di mille avventure televisive di Rosario Fiorello, è il conduttore, insieme a Carolina Di Domenico di Musicultura 2025, kermesse canora che si tiene a Macerata e che vede giovani artisti del panorama musicale competere a suon di note in una delle location più suggestive del mondo: lo Sferisterio di Macerata. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato per voi Fabrizio Biggio, e con lui abbiamo parlato di Musicultura ma anche del suo rapporto con Fiorello. Ecco cosa ha raccontato ai nostri microfoni.

Fabrizio Biggio: intervista esclusiva

Musicultura 2025: sei al timone di questa edizione con Carolina Di Domenico. Come stai vivendo questa esperienze e com’è lavorare con lei? Intanto, vedi che mi sento proprio già una rockstar.

Faccio l’intervista con gli occhiai da sole. Come fanno le rockstar vere? Pochi se la possono permettere, gli occhiai da sole, no? C’ho dietro la batteria e mi sento… Mi sento bene. Intanto con Carolina siamo amici da tanti anni e quindi ci divertiamo, c’è una bella sintonia, bella chimica che serve, insomma, sul palco. E poi è bello essere qua, qui è tutto magico, veramente. Me l’avevano detto, guarda che quando andrai lì ti innamorerai di tutto e di tutti, dello Sferisterio. Io dicevo, ma non è possibile in così poco tempo. Invece è successo. Quindi sono molto felice.

Cosa ti ha colpito di più degli artisti in gara quest’anno e qual è secondo te il segreto di questo festival che dura negli anni e soprattutto il ruolo di festival come Musicultura nella musica italiana oggi?

Guarda, quello che mi ha colpito di più è il talento di questi ragazzi. Mi ha impressionato la loro follia, la loro voglia di spaccare il mondo, di dire, di tirare fuori delle cose che hanno dentro. Mi fa specie pensare quanto talento c’è e quanto è inespresso perché non è che c’è posto per tutti. Il senso di Musicultura secondo me è proprio quello. Prendere quelli che si possono prendere e dargli un palco, dargli visibilità, fare in modo che qualcuno li noti e noti questo incredibile talento. Il ruolo di Musicultura secondo me è proprio quello. È una missione quasi. Ho capito che per chi ci lavora hanno proprio questa passione. È una missione di trovare, scovare questo talento e farlo vedere al mondo. E questo è commovente alla fine.

La tua carriera ha attraversato fasi diverse, dalla comicità ai ruoli in Rai. Come descriveresti l’evoluzione del tuo percorso? Guardando indietro c’è un momento in cui hai capito che questo lavoro era davvero quello che volevi?

Questo lavoro a me è un po’ capitato. Non l’ho mai cercato perché io volevo fare lo scenografo. Mi piaceva costruire con le mani, fare le cose. Però devo dire che è un lavoro che mi rende felice alla fine. Perché mi piace, mi piace farlo, mi dà tanto. E la cosa che forse mi piace di più, tra tutte le cose che ho fatto, è il recitare. E tra l’altro fra poco esce questa fiction, che si chiama Libere Donne. Con Lino Guanciale. E prima o poi andrà sul Raiuno da qualche parte. Ed è stato bellissimo. E’ un’esperienza bellissima. E poi c’è Rosario, un’altra esperienza incredibile. Anche I soliti idioti con Francesco. Devo dire che sono stato fortunato perché ho trovato le persone giuste con cui ho trovato una chimica e la voglia di fare la stessa cosa. Uno stesso intento artistico. E quindi sono contento.

Rosario Fiorello appunto, com’è nata questa collaborazione?

La collaborazione con Rosario è nata perché io passavo da Via Asiago. E lui mi vede e mi dice, eh ti seguo. La tristemente famosa per certi versi, Via Asiago. Dove abbiamo fatto un po’ di macelli. E lui stava facendo Viva RaiPlay. E c’era una specie di glass in cui facevamo un programma che si chiamava Viva Asiago 10. E mi disse, non ci siamo mai conosciuti. Dice, vieni con me. Io, dove? Vieni, vieni, vieni. Entriamo in questo glass. Mi dice, sediti qui accanto a me. E dicevo, che facciamo? Andiamo in onda. Ma come andiamo in onda? Dopo meno di un minuto che ci conoscevamo mi ha messo accanto a lui e abbiamo fatto questa prima pseudo diretta. E ci siamo divertiti. E’ una cosa di chimica. Ci siamo subito trovati. Ci facevano ridere le stesse cose. Quello secondo me è un po’ la base del lavoro in coppia. Prima di tutto ti devi voler bene, stimare e divertirti. La voglia di divertirsi insieme. E con lui è successo.

Ora c’è La Pennicanza che è diventata un tormentone per gli italiani. Ma esiste davvero o è solo marketing creativo?

Esiste, la pennicanza è la sua. Lui ha questi orari tutti sballati. Per lui all’una e mezza alle due del pomeriggio è notte. Quindi lui si fa la pennica. E da lì è nata l’idea che lui ha avuto di chiamare il programma la pennicanza. Che è sostitutiva alla sua pennica. Quindi invece di dormire lui fa il programma. E molti italiani hanno rinunciato alla pennica per seguirci. Quindi la pennica è stata posticipata di un’oretta.

Anche le vostre dirette social sono diventate dei veri e propri show. Quanto c’è di improvvisato e quanto invece di pensato?

Non c’è niente di pensato. Questa è la cosa bella di Fiorello. Che è tutto sano, onesto, vero. Le dirette sono nate perché ci andava di farle, non per dire facciamo le dirette perché poi vediamo se vanno bene, se funzionano. Ci andava di farle e si fanno. Con leggerezza, senza aspettativa. Poi funzionano bene, meglio. Ma uno le continua a fare se ha voglia di continuare a farle. Non c’è nessun intento di altro tipo. Forse è quello un po’ il segreto. La gente ha voglia di leggerezza, di spontaneità.

C’è un aneddoto con lui che è successo e che quando ci ripensi dici: caspita è successo veramente?

Lui si sveglia presto e va a fare colazione verso le sei e mezzo. Diciamo che molto spesso alle sette meno un quarto, quando io dormo, perché io sto a Milano e lui sta a Roma, mi videochiama e mi sveglia. Io gli chiedo: scusa che ore sono? E mi riattacca in faccia. Questo è il suo divertimento della mattina. Per farti capire lo spirito goliardico che c’è anche tra di noi. E mia moglie che è lì e dice chi era il Rosario alle sette meno un quarto? Tutte le glissate che poi ci facciamo in onda nascono da queste cose qua.

Parliamo di futuro. Dove ti vedremo oltre alla fiction che ci stavi accennavi prima?

C’è una cosa che io odio fare, che è progettare. Anche se in questo ambiente quando tu dici progetti futuri nessuno, non è bello perché sembra uno che non se lo fila nessuno. Ma io ti posso dire che progetti futuri nessuno. Ci sono delle cose che ovviamente con Fiorello ci piacerebbe fare, ma in questo momento non c’è niente di sicuro. E a me non avere progetti mi mette sereno. Cioè è una cosa che mi piace. Ovviamente bisogna lavorare quindi i lavori arrivano però senza ansia in questo momento progetti futuri zero.

Facciamo un gioco, devi rubare un programma a Stefano De Martino: Stasera tutto è possibile o quello dei pacchi Affari tuoi?

Ma i pacchi tutta la vita, sono proprio fan dei pacchi. L’ho sempre seguito, lo seguivo con Amadeus, lo seguo adesso. I pacchi mi piace troppo, mi diverte tantissimo e certo lo ruberei subito. Nel senso che lui lo fa benissimo, molto meglio di me, è più figo di me più simpatico, più intelligente, più bello ha un culo più sodo, però se potevo fregargli un programma tra i due io scelgo i pacchi tutta la vita.

Invece un programma che non c’è più in onda che ti piacerebbe riportare?

Bella domanda, beh se fosse un programma che io seguivo allora ti dico Non è la Rai. Ma funzionerebbe anche adesso? 

Questo è un appello a Pier Silvio?

No, ma che appello? Pier Silvio fa quello che vuole decide lui. Chissà adesso un Non è la Rai sarebbe accettato? Perché comunque c’erano dei temi chi lo sa, però sarebbe curioso un Non è la Rai, era divertente, leggero poi io avevo l’età proprio giusta perché ero innamorato di tutte le ragazze di Non è la Rai quindi ho un bel ricordo di Non è la Rai.

Chiudiamo con un messaggio rivolto a Fiorello. Cosa gli vogliamo dire?

Ciao ti chiamo fra poco e te lo dico al telefono che è meglio che qua ci ascoltano in troppi. L’ultima cosa vi spiego il vero motivo degli occhiali da sole. Le occhiaie. Ecco, vedi queste occhiaie era solo l’unico motivo. Questa è la mia vera faccia.

Un saluto ai nostri lettori?

Lettori?

Lettori di SuperGuidaTV, follower

Questi qui sono lettori?

Sì, andrà anche nel sito, c’è l’articolo, l’intervista video. Leggono, vedono.

Allora, un saluto ai lettori guardoni, cioè nel senso guardoni, quelli che guardano. Come si chiamano quelli che guardano? I guardanti.

Visitatori del sito.

Visitatori dei siti di robe, viva SuperGuidaTV.

Siti di robe normalissime.

Ah, perché voi siete normali? Vabbè, non lo sa più.

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