Ezra Miller al Filming Italy Sardegna Festival: “Ho scritto tanto in questo periodo di solitudine, ho attraversato momenti bui” – Intervista

Erza Miller

Attore rivelazione di inizio anni 2010, Ezra Miller si è imposto nel panorama cinematografico sin da subito. Ha esordito nel 2008 con Afterschool di Antonio Campos, ma il successo internazionale è arrivato con …E ora parliamo di Kevin (2011), nel ruolo di un adolescente psicopatico accanto a Tilda Swinton. Ha poi interpretato Patrick in Noi siamo infinito (2012), diventando icona queer per una generazione, e ha vestito i panni di Credence Barebone nella saga Animali Fantastici. Nel 2016 è entrato nel mondo dei supereroi DC interpretando Barry Allen/The Flash, ruolo che ha ricoperto in più film, tra cui Justice League (2017, 2021) e The Flash (2023), nonostante le crescenti polemiche intorno alla sua figura.

Ezra Miller ed i problemi legali

Proprio dopo il suo arrivo in questa saga tra il 2020 e il 2022, Miller è stato travolto da una serie di controversie legali e mediatiche: accuse di aggressione, disturbo dell’ordine pubblico, presunti comportamenti abusivi. Un’ondata di casi che ha portato a un lungo ritiro dalle scene, allontanandolo dai media e dai set. Il ritorno è arrivato al Festival di Cannes sul red carpet, ora l’attore si racconta al Filming Italy Sardegna Festival di Tiziana Rocca.

Ezra Miller, intervista

In un’intervista a noi di SuperguidaTV racconta proprio di cosa lo ha spinto a calcare la Croisette francese: “Non è proprio il massimo tornare a Cannes dopo anni di ritiro e terapia. Ci sono fotografi scatenati pronti a riprenderti. Me lo ha chiesto Lynne Ramsay e gli amici, io ci sono sempre.”

Ramsay, la regista di … E ora parliamo di Kevin, è oggi al centro di un nuovo progetto che li vede di nuovo insieme, stavolta come co-sceneggiatori: “Ho scritto tanto in questo periodo di solitudine, fa bene scrivere quando ti senti così. Ora sto scrivendo con lei e credo sarà il mio prossimo lavoro”.

Ezra Miller dopo il percorso di terapia, ha anche sul palco dedicato il premio al suo terapeuta non cerca giustificazioni:

“Ho commesso errori terribili. Ho fatto un sacco di cose sbagliate. E a volte sono stato davvero incapace di conciliare la libertà con la partecipazione a un’industria come questa.”

E riflette sul dolore non come evento eccezionale, ma come condizione universale: “Il dolore, la sofferenza sono prove che ognuno di noi deve affrontare, anche l’atto della nascita è un trauma. Se riusciamo a sopravvivere ai dolori della vita e per me non era affatto scontato. Penso sia stato importante riconoscere il dolore e capire a chi tendere la mano per chiedere aiuto. Io cercavo amore guardando le cose con superficialità e questo mi ha distrutto.”

Poi, una consapevolezza nuova: “Glorifichiamo l’arte, ma nessuna forma d’arte o carriera ci restituirà quel senso di completezza. La vera guarigione nasce da un gesto d’amore verso se stessi. L’arte può ricordarcelo, ma non farlo al posto nostro.”

Miller, che si identifica come persona non binaria, non parla apertamente della sua identità queer, ma la questione dell’autenticità è centrale in ogni sua risposta: “Credo che dobbiamo questo a noi stessi: trovare un’espressione autentica e imparare ad accoglierla. Amare sé stessi, per quanto possa sembrare un cliché, ma anche essere pronti a ricevere quell’amore da sé stessi.”

La stessa libertà la rivendica nel suo approccio alla recitazione:

“Sono un autodidatta, un nerd. Ho letto tutti i metodi, li conosco, ma non mi appartengono. Non ho mai studiato recitazione formalmente.”

Non ama la parola rimpianto: “Non mi piace e non lavoro per il giudizio degli altri. Io cerco la magia nel processo, non nel risultato.”

Dopo la tempesta, Miller ha trovato rifugio nella scrittura. Sta collaborando con Lynne Ramsay alla sceneggiatura di un nuovo film, ma il motore vero del suo agire resta l’affetto: “Sto scrivendo molto, perché si può fare in solitudine — che mi è stata amica. Se c’è una cosa in cui credo ancora davvero, è la devozione verso le proprie persone, verso gli amici, i compagni. Per loro farei qualsiasi cosa.”

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