Eppure cadiamo felici, intervista a Matteo Branciamore: “Non sono stato uno studente modello. I Cesaroni? Mi ha regalato molto di più di quello che mi ha tolto”

Matteo Branciamore

Dopo il grande successo della serie I Cesaroni era scomparso dalla tv. Una popolarità improvvisa per Matteo Branciamore noto per aver interpretato il ruolo di Marco Cesaroni nella popolare fiction di Canale 5. Oggi però Matteo si è rilanciato, prima grazie ad una parte intensa nel film Enea di Pietro Castellitto e poi in una serie Eppure cadiamo felici i cui episodi saranno disponibili in esclusiva su Raiplay dal prossimo 6 ottobre. In questo nuovo progetto, Branciamore veste i panni del Professor Bove, un insegnante di fisica sui generis con un passato difficile alle spalle.

Eppure cadiamo felici, intervista a Matteo Branciamore

Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Matteo Branciamore al quale abbiamo chiesto in che modo si sia approcciato a questo nuovo ruolo: “Il Professor Bove non mi somiglia. Non è stato facile fare un insegnante. Non ho mai conosciuto nella mia vita insegnanti così. Mi sono affidato alla scrittura di Matteo Oleotto per interpretarlo al meglio”.

Gli chiediamo poi quali siano i suoi ricordi legati alla scuola: “Ero abbastanza vivace, il classico tipo a cui l’insegnante dice che potrebbe arrivare a conquistare dei buoni risultati se solo si applicasse”.

La scuola del Professor Bove è però diversa da quella reale: “E’ una scuola sui generis. Il Professor Bove è particolare come professore. E’ normale che si pensi subito al Professore del film Un attimo fuggente anche se in quel caso è troppo alta l’asticella”.

Non possiamo poi non concludere l’intervista citando I Cesaroni. Il ruolo di Marco Cesaroni ha regalato un successo improvviso e inaspettato a Matteo Branciamore. Gli chiediamo però se sia rimasto schiacciato da quel ruolo: “Questa serie mi ha dato molto più di quello che mi ha tolto. E’ stato in trampolino di lancio per diventare un attore professionista, mi ha regalato la notorietà e quindi sono più i pro che i contro”.

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