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E.T. l’extraterrestre – Opinioni e recensione del film

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E.T. l’extraterrestre è un film del 1982 di genere Fantascienza/Avventura diretto da Steven Spielberg, con protagonisti: Henry Thomas, Dee Wallace, Peter Coyote, Robert MacNaughton, Drew Barrymore e Pat Welsh. La pellicola ha una durata di circa 114 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione.

La Trama del film E.T. l’extraterrestre

Un’astronave visita in gran segreto il nostro pianeta, trasportando un team di alieni botanici che hanno il compito di raccogliere e studiare campioni di vegetazione terrestre. Luogo prescelto per la missione è una foresta della California.

Quando gli agenti del governo appaiono sulla scena, gli extraterrestri fuggono in fretta e furia a bordo del loro velivolo, ma durante la concitazione degli eventi, dimenticano un loro compagno. Quest’ultimo viene così involontariamente abbandonato.

Nel frattempo in un vicino quartiere della San Fernando Valley il piccolo Elliott, di dieci anni, sta trascorrendo la serata con il fratello maggiore Michael e gli amici di lui. Uscito per ritirare una pizza, il bambino, udendo dei rumori, pensa che qualcosa si stia nascondendo all’interno del capanno degli attrezzi e si imbatte proprio nel sopracitato alieno. Quest’ultimo, però, appena scoperto fugge via di corsa.

Nonostante nessuno gli creda Elliott è convinto di ciò che ha visto e decide di lasciare come “esca” della caramelle sparse nei pressi della foresta, nella speranza di attirare il misterioso visitatore. La trovata riesce.

Il protagonista sceglie di nascondere l’extraterrestre nella sua camera. Ha così inizio un’amicizia unica. Un’avventura incredibile. Elliott ed ET diventano inseparabili.

La recensione del film E.T. l’extraterrestre

Un classico tra i classici. Il film è capace di far sognare generazioni e generazioni di ragazzini (e di adulti col cuore rimasto bambino) grazie ai suoi toni avventurosi che sfruttano il cinema di fantascienza come percorso di formazione e veicolo di spettacolo in maniera pressoché chirurgica.

Niente è fuori posto in E.T. l’extraterrestre, ma questa agognata perfezione è sempre accompagnata da una piacevole ingenuità di fondo che rende più umani i numerosi personaggi. Altro plus? Nella pellicola i sentimenti e le dinamiche di genere convivono armoniosamente.

Steven Spielberg, che già aveva realizzato un capolavoro “più adulto” del filone con il mai troppo citato Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), sa gestire emozioni e intrattenimento con impeccabile equilibrio, riempiendo di iconiche scene madri (entrate nell’immaginario comune) le due ore di visione. Si passa così dal volo delle bici al travestimento di Halloween per nascondere il bizzarro visitatore. Si arriva poi alla mitica  telefonata interstellare. Questa scena è stata ripresa da un famoso spot nostrano. Ve lo ricordate?

Il film si avvale di una poetica del magico in cui niente sembra impossibile.

Con una gradevole tensione a caratterizzare l’ultima mezzora e un senso di malinconia liberatoria che permea l’unico finale ammissibile, l’operazione chiude nel migliore dei modi il percorso. L’esperienza che vive è sempre attuale e interpretabile anche in contesti più seri e contemporanei.

Doveroso spendere una parola sulla realizzazione della “mostruosa” creatura, vera e propria incarnazione dell’alieno buono. E.T, realizzato dal nostro Carlo Rambaldi tramite modellini e costumi, è capace di conquistare al primo istante l’affetto del pubblico. Il merito è da attribuire anche all’aspetto sgraziato.

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