Barry: recensione dell’eccellente serie sul sicario col sogno di fare l’attore

Barry

È un vero peccato che Barry non riceva tutto il riconoscimento possibile. Almeno in Italia. Infatti in America la serie viene ritenuta un vero e proprio fiore all’occhiello del panorama d’intrattenimento, capace di unire insieme una risata continuamente amara e estremamente intelligente, a una drammaticità che fuoriesce ogni volta attraverso un’esplorazione profonda e mai scontata dell’animo del suo protagonista. Del suo passato, da cui Barry cerca di fuggire. Ma che ritorna ogni volta tagliente e doloroso, crudele al punto da metterlo costantemente in periodo, costringendolo ad affrontare la parte più nera e tormentata di sé.

La trama di Barry

Barry è tornato dalla guerra, è diventato un sicario e adesso vuole fare l’attore. La vita dell’omicida a pagamento non gli interessa più, non gli è mai interessata, eppure uccidere era l’unico mestiere che aveva mai imparato e perciò l’unico che, una volta tornato tra i civili, ha continuato a fare. Ma ogni cosa per l’uomo cambierà quando scoprirà l’arte della recitazione, talmente sconosciuta e lontana dal suo mondo. Sarà così che si iscriverà ad un corso e si infatuerà dell’amatoriale Sally, ma il suo passato violento e criminale non lo vorrà lasciar perdere.

Perché guardare Barry

Perché guardare Barry? Basterebbe dire che è una delle migliori serie mai realizzate e questo dovrebbe convincervi. Ma non vogliamo essere così generalisti, vogliamo spiegarvi le motivazioni per cui è fondamentale recuperare il prodotto originale della HBO, che pur continuando ad accumulare successi di critica e premi d’eccezione, non è ancora arrivato alla risonanza necessaria per essere universalmente riconosciuto.

La meraviglia di Barry è nella sua scrittura, è nei tratti sopraffini del creatore Alec Berg, il quale assieme al co-ideatore Bill Hader, che dello show è anche protagonista, sono stati in grado di destrutturare i tratti canonici della serialità per ripensare alla contaminazione di commedia e dramma. Hanno lavorato in sottrazione, scovando dei significati nella semplicità con cui hanno tratteggiato monologhi e linee di dialogo, sorprendendo sempre lo spettatore con l’inaspettato e decidendo che non avrebbero desiderato nulla di meno se non l’eccellenza.

La stessa che è il Bill Hader precedentemente nominato ad amplificare, alla sua prova più radicalmente impegnata rispetto a una carriera nell’ambito della comicità tra cinema e televisione, che mostra una gamma infinita delle emozioni umane, tutte quelle che si rimetteranno in moto all’interno di Barry nel tentativo di perseguire la sua chimera. Un attore che sapevamo talentuoso, ma non immaginavamo quanto. Affiancato per l’occasione da un Henry Winkler inedito che spicca per umorismo e istrionismo. Un insegnante di teatro assurdo come il resto della farsa in cui Barry si ritroverà a vivere, cercando di scrollarsi di dosso il peso delle armi e cercando di colpire solamente con le parole.

Perché non guardare Barry

Di motivi non ce ne sono, ma è possibile che Barry possa risultare alquanto ostico per alcuni spettatori. Il fatto è che la serie è una commedia che non è del tutto una commedia, ed è un dramma che non è del tutto un dramma. Sicuramente più di una volta il pubblico si è ritrovato di fronte a un simile miscuglio narrativo, ma il livello su cui lo trasporta Barry è elevato e a volte troppo irreale per convincere lo spettatore. Il quale preferisce magari serie più semplici e racconti meno ibridi, indefiniti. Un po’ come il futuro continuamente sfocato e pericolante del personaggio di Bill Hader.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here