Arriva nelle sale “La scelta di Anne”, vincitore del Leone D’Oro a Venezia. Audrey Diwan: “Il film non vuole essere manicheo rispetto alla questione di genere”

La scelta di Anne - film

“La scelta di Anne – L’Événement” è il film che ha conquistato il Leone D’Oro durante la scorsa edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. La regista Audrey Diwan è stata coraggiosa perché ha deciso di portare sul grande schermo un tema difficile e particolarmente attuale come quello del diritto all’aborto. A vestire i panni della protagonista Anne è stata l’attrice Anamaria Vartolomei.

Ambientato nella Francia del 1963, quando l’aborto era ancora vietato dalla legge, il film segue la storia di Anne, studentessa universitaria che rimane incinta. La ragazza però non vuole portare a termine la gravidanza, perché desidera finire gli studi e sfuggire al destino della sua famiglia proletaria. E da quel momento inizia la battaglia fisica ed emotiva di una donna che ha deciso di agire contro la legge. Il film uscirà nelle sale il prossimo 4 novembre e potrà arrivare anche nelle scuole senza pagare lo scotto della censura come invece è accaduto per il film “La scuola cattolica”.

“La scelta di Anne”, vincitore del Leone D’Oro a Venezia: la conferenza stampa

Noi di SuperGuida TV abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione che si è svolta a Roma a Villa Medici. La regista Audrey Diwan  ha spiegato di aver vissuto l’esperienza dell’aborto e di aver scoperto il libro di Annie Ernaux a cui il film è ispirato proprio dopo quell’esperienza: “Ho una storia da giornalista e credo che l’attualità e il vissuto intimo possano a volte essere intrecciati. Ho scoperto il libro di Annie Ernaux poco dopo che avevo abortito; quella lettura mi ha permesso di capire fino a che punto sia assente la rappresentazione di un aborto clandestino, ma allo stesso tempo ho compreso la fortuna che ho avuto nell’affrontare una cosa simile circondata da medici e senza ricorrere al ferro da calza”.

Poi ha proseguito spiegando di essersi concentrata su un aspetto specifico, il corpo: “Quando ho scelto di dirigere La scelta di Anne, mi sono concentrata subito su un aspetto specifico: il corpo. Da lì nasce la scelta di selezionare quel tipo di ottica particolare, quell’inquadratura esatta per riuscire a concentrare l’attenzione dello spettatore sull’essenziale. Non volevo fare assolutamente un film che ricostruisse gli anni ’60 nel dettaglio, quanto piuttosto un film che li faccia provare come se fossero aggiornati ad oggi”.

Anamaria Vartolomei ha raccontato di come questa esperienza l’abbia maturata: “Leggendo il libro ho scoperto cosa fosse un aborto clandestino e mi sono nutrita di questa violenza che aveva suscitato in me. Poi abbiamo lavorato molto sulla verticalità dei personaggi, sulla postura, sulla volontà di Anne di cambiare status sociale. Ci siamo viste varie volte per perfezionare i particolari, legati soprattutto alle emozioni. E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito e fatto maturare”.

La Chiesa sul tema dell’aborto continua a mantenere una posizione conservatrice. Proprio di recente Papa Francesco ha dichiarato che l’aborto è un omicidio e che non è lecito diventarne complici. Audrey Diwan ha chiarito la sua posizione: “Sono pronta a discutere con chi è contro l’aborto e la libertà delle donne di gestire il proprio corpo come fanno i cattolici. Vorrei capire da dove viene questa loro resistenza. Posso comprendere le differenze culturali, ma non capisco come si possa negare l’esperienza di dolore di questa ragazza”.

Per la Vartolomei entrare in questo mondo non è stato affatto facile: “La collera che ho provato leggendo il romanzo della Ernaux mi ha dato il desiderio di difendere questa ragazza e di farlo nel modo migliore possibile. Il fatto che io avessi la stessa età di Anne mi ha fatto immedesimare anche di più. Ho percorso, come lei, la strada del desiderio della libertà e della solitudine. Sono anche cresciuta con questo personaggio che mi ha dato una grande libertà come attrice”.

A colpire la regista Audrey Diwan è stata proprio la personalità della giovane attrice: “Di Anamaria mi è piaciuto il modo in cui si è lasciata coinvolgere. Ho capito che per lei era importante interpretare questo ruolo. Ha una presenza forte, ma è anche molto minimalista nel suo modo di recitare. Abbiamo lavorato insieme per creare questo personaggio”.

Il film è un pugno allo stomaco ma merita di essere visto. La regista ha spiegato che non cercava la provocazione ma che il suo obiettivo era di scatenare degli interrogativi: “Non cercavo la provocazione. volevo solo raccontare cosa accade ad una ragazza che sceglie di andare incontro all’aborto. Volevo capire se le persone avrebbero compreso il livello di dolore e di solitudine di una donna. È un film che non vuole dare risposte, ma creare domande”.

Noi di SuperGuida TV abbiamo chiesto alla regista se rispetto all’ambientazione del film sia cambiata la mentalità maschile e se oggi gli uomini si rivelino maggiormente sensibili a questa tematica. Nel film, gli uomini appaiono indifferenti a nostro giudizio. La regista non è d’accordo e replica: “Non sono d’accordo. Penso che gli uomini e le donne del film riflettano l’epoca e che il loro atteggiamento dipenda dal grado di conoscenza che hanno. Un medico appare contrario all’aborto mentre l’altro appare favorevole ma non ha il coraggio di infrangere la legge. Poi però nel mondo di Anne entra un ragazzo che nonostante l’iniziale indifferenza sarà l’unico che si assumerà davvero dei rischi. Il mio film non vuole essere manicheo soprattutto rispetto alla questione di genere”.

“La storia di Anne – L’Evenement” è un film di cui tutti abbiamo bisogno anche se le immagini proposte appaiono crude. Una pellicola che porta ad interrogarsi sulla libertà di una donna di decidere o meno se diventare madre.

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