Mentre le vacanze sono prossime, i genitori di due bambini di sei anni sono chiamati dalla dirigenza scolastica per affrontare un fatto delicato, avvolto da versioni che divergono tra loro e da un’incertezza difficile da dipanare. Nei bagni della scuola, tra Armand e Jon potrebbe essersi avvenuto qualcosa che va oltre il semplice gioco, un gesto scabroso di natura sessuale.
Elizabeth, madre vedova dell’accusato, è restia a credere alla versione fornita dai dirigenti scolastici, ma trova la netta opposizione da parte della madre di Jon, convinta invece che il suo bambino sia stato effettivamente vittima della violenza da parte del compagno. Mentre preside e insegnanti cercano di venire a capo della questione, si insinua il dubbio che non tutto sia come sembra…
Armand: un film dai due volti – recensione
La prima metà è un potente dramma d’ambientazione scolastica, capace di scrutare con profondità nella psiche di personaggi infranti in un luogo quanto mai difficile per chi ogni giorno è lì impegnato a gestire piccoli studenti sempre più precoci e ribelli. Pare di assistere ad un ispirato incrocio tra il Carnage (2011) polanskiano e il folgorante La sala professori (2023), mentre il confronto tra le due madri prende derive sempre più intense e rabbiose.
Ecco poi che la seconda parte opta per una svolta visionaria, lasciando intuire che quanto stia effettivamente accadendo tra le mura dell’istituto possa nascondere altri significati, con quel tocco di mistero e di follia che conduce la storia e i personaggi su territori misticheggianti e tortuosi, spingendo il pubblico a trovarsi da solo le proprie risposte.
Buon sangue non mente
Il regista e sceneggiatore Halfdan Ullmann Tøndel è nipote di due leggende del cinema come il regista Ingmar Bergman e l’attrice Liv Ullman, e lo stile del maestro svedese fa qua e là capolino nella gestione nichilista dei protagonisti, con figure femminili che si tingono di morbosa ambiguità in quella tensione erotica che fa capolino in diversi passaggi, ideale contorno ad una premessa che proprio su pulsioni sessuali, per di più tra minori, basa le sue scomode premesse. L’autore, qui al suo debutto, vanta anche un’esperienza come docente, che gli ha permesso di approcciarsi alla storia con una certa conoscenza dell’argomento.
Il mondo adulto è così schiavo di trame che si svelano nella loro complessità, tra tragiche perdite e verità taciute, e chi si muove tra i corridoi della scuola altro non sono che i fantasmi di un’educazione forse perduta, che cerca di ritrovare ragion d’essere in consigli di classe e in colloqui tra genitori dove la vicenda avrà forse modo di trovare una via d’uscita.
I due bambini, al centro della questione scatenante, sono i “grandi assenti”: una scelta voluta e comprensibile, per offrire un ritratto di chi dovrebbe loro insegnare a vivere, prima di tutto tra le mura domestiche, e che invece si ritrova ancora a cercare il proprio posto nel mondo, tra gelosie e crisi isteriche quali sintomo di una società che ha sempre più smarrito le proprie fondamenta e che funge di rimando da cattiva maestra.
Il film è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.
Conclusioni finali
Una madre vedova viene convocata dal personale didattico dopo che suo figlio è stato accusato di molestie nei confronti di un compagno. Mentre genitori e insegnanti cercano di trovare una soluzione e far luce sulla verità, la situazione rischia di andare fuori controllo.
Premiato a Cannes con la Caméra d’Or per la miglior opera prima, Armand è un dramma intenso e visionario, che a una prima parte più realistica e introspettiva fa seguire un viaggio negli abissi dalle sinuose ambiguità, fino a quel colpo di scena finale che prova a ribaltare tutte le carte. In un viaggio tensivo e isterico magnificamente guidato dall’eterogeneo cast, capitanato da un’incontenibile Renate Reinsve.