A più di un anno dall’uscita dell’album già disco di platino “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”, esce il 30 maggio per Artist First la versione deluxe che contiene cinque brani inediti. Molto più di una semplice riedizione, si tratta di un vero e proprio nuovo capitolo per Alfa, che ha voluto ampliare la visione dell’album originale approfondendone il significato con cinque nuovi brani che non solo si integrano armoniosamente con quelli già pubblicati, ma arricchiscono la narrazione con nuove sfumature e prospettive, dando voce a diverse declinazioni dell’amore, tra sogno e realtà, fragilità e desiderio. Questa nuova versione dell’album porta con sé anche il singolo “A me mi piace” feat. Manu Chao. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Alfa al secolo Andrea De Filippi, e con lui abbiamo parlato della nuova versione del suo disco ma anche di Sanremo, di musica in generale e delle sue passioni.
Alfa, intervista al cantautore
“Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”: disco di platino che ora esce con una versione deluxe. Come nasce l’esigenza o il desiderio di arricchire un album già così compiuto?
“Mi piaceva l’idea di fare un disco di transizione tra questo disco qua e quello che sto già scrivendo, in realtà io ho già la testa sul disco nuovo, perché sto andando in una dimensione un po’ più cantautorale e quindi vorrei che il mio pubblico non fosse disorientato da questa scelta e quindi l’idea di fare cinque canzoni nuove, un po’ di transizione, mi piaceva molto”.
Hai definito questa versione deluxe molto più di una semplice riedizione. In che modo rappresenta un nuovo capitolo della tua storia artistica?
“Beh, perché ci sono brani molto più complessi, un po’ più coraggiosi, ci sono brani che affrontano generi che non avevo mai affrontato, per esempio Anna affronta il gospel, cercando sempre di mantenere un po’ la mia identità, sono esperimenti musicali, ma credo che sia arrivato il momento un po’ di sperimentare”.
Ci sono cinque brani inediti. Quali altre sfumature dell’amore hai voluto raccontare in questi cinque pezzi?
“Beh, ci sono sfumature anche un po’ più cupe, mi viene sempre da dire Anna, perché è la canzone forse a cui voglio più bene, è la storia di una ragazza che scappa di casa perché litiga col padre e torna a casa solo quando il padre manca, quindi in realtà è la storia di una dipendenza affettiva basata sui non detti, un tema un po’ complesso effettivamente, però credo che sia giusto anche da cantautore affrontare delle cose più difficili”.
Nelle tue canzoni c’è sempre un equilibrio tra sogno e realtà, fragilità e desiderio. Che ruolo gioca oggi per te la vulnerabilità nella scrittura?
“Penso che io scrivo proprio perché ho questo tipo di esigenza, nasce dalle fratture della tua anima, la scrittura, no? E credo che oggi l’uomo moderno sia un uomo che non si vergogna a piangere in pubblico, a mostrare un po’ più le sue vulnerabilità, e io mi sento molto attuale da quel punto di vista”.
Hai realizzato un featuring che ha sorpreso un po’ tutti. Ci racconti com’è nata?
“Nasce un anno fa al concerto di Manu Chao, l’ho beccato a Milano, e ci siamo trovati molto artisticamente, perché poi lui è molto legato alla mia città, a Genova. Lui ha fatto un po’ di concerti storici a Genova, e da lì poi ci siamo scambiati i numeri di telefono e su WhatsApp è nata l’idea di fare un feat assieme. Io gli ho mandato le voci, lui mi ha mandato le sue, e poi è nato il featuring”.
Ci racconti invece qualcosa del videoclip che avete realizzato?
“Il video è girato nella mia città, che è Genova, però quella parte meno turistica, diciamo che ci sono due facce della stessa città: c’è la Genova un po’ più turistica, quella sul mare, e poi c’è quella che ha il centro storico più grande d’Europa, che è una città multietnica, piena di facce, di etnie, di storie, di odori, quando nei vicoli senti ogni tipo di cucina. Mi piaceva raccontare quel tipo di Genova, soprattutto perché Manu Chao rappresenta quel tipo di Genova, la parte antica, la parte un po’ più multietnica”.
A giugno parte il tour estivo, poi arriveranno delle date europee e i palazzetti. Cosa ti emoziona di più dell’idea di tornare sul palcoscenico?
“Io sono molto curioso, in realtà, di portare i pezzi nuovi, perché poi quando li scrivi non sai mai come vengono ai concerti. Li puoi immaginare, ma non sai mai come vengono effettivamente. È una bella prova del nove, quella. In realtà non vedo l’ora, non ho preso vacanze, perché per me questa è un po’ la mia vacanza. Mi sento molto completo quando suono in giro”.
Hai date in tutta Italia, ma anche in città come Barcellona, Londra e Amsterdam. Che Alfa porterai in Europa e ti senti cambiato come performer?
“Molto, ma sento che sto cambiando ancora, è figlio di un percorso sicuramente questa cosa. Ho la fortuna di lavorare con la stessa band da quando ho iniziato, sono tutti musicisti molto forti. Ovviamente ci siamo allargati come numero, perché nei palazzetti serve più musica, serve più spinta, quindi ci sono più musicisti. Però effettivamente mi fido molto di loro, loro si fidano molto di me, quindi c’è tanta sinergia. Per quanto riguarda il tour europeo, credo di portare uno show all’essenza. Ovviamente sono club molto piccoli, per la comunità italiana e si spera non solo. Quindi penso che porterò la mia band di sempre, però suonerò anche tanto io. Voglio fare proprio tanto chitarra e voce, andare un po’ all’essenza di quello che sono io come artista”.
Con oltre un miliardo di stream e milioni di fan sui social, quanto senti la responsabilità o la bellezza di essere voce per una generazione?
“Non me ne rendo conto, io ho sempre fatto musica per me alla fine, perché la musica per me è una valvola di sfogo. Mi fa piacere che dall’altra parte ci siano persone che mi ascoltano, però faccio fatica a rendermene conto. Non voglio neanche sentire questo tipo di responsabilità che hai tante persone che puoi deludere. In realtà lo sto facendo per me e le persone che mi ascoltano mi stanno dando una grande mano a crescere io come essere umano in primis”.
C’è una frase o un verso della versione deluxe che secondo te racchiude il cuore del progetto?
“Sì, l’abbiamo anche scritta nella cover dentro. ‘Ma tu dimmi come può quest’amore diventare abitudine?’ Perché è dedicata alla musica questa frase qua, non mi sono ancora abituato”.
Cosa sogni per i prossimi mesi artisticamente parlando? C’è qualcosa che ancora non hai fatto e che vorresti sperimentare?
“Assolutamente sì, voglio fare dei palazzetti incredibili, voglio fare un tour estivo incredibile, voglio fare uno europeo incredibile. Insomma sono tre tour molto diversi, ma voglio dare il massimo. Pretendo molto da me, il meglio, perché insomma a sto giro penso che sarà il tour con più persone che abbia mai fatto. Quindi effettivamente io in primis mi aspetto tanto, oltre che il mio pubblico. Quindi ci sono un po’ di cose, ci sono un po’ di ospiti che vorrei invitare, ci sono un po’ di canzoni che vorrei scrivere nel viaggio, perché poi girando in bus credo che ci porteremo uno studio mobile per scrivere canzoni tra una data e l’altra. Insomma spero di vivere sei mesi di creatività”.
Beh, facci qualche nome, chi sono queste persone che vuoi portare nel bus?
“Beh, uno su tutti per me è Jovanotti, il mio artista preferito, prima o poi mi piacerebbe collaborare con lui. È un miraggio, adesso è successo Manu Ciao, adesso posso credere a tutto, no?”
Faremo vedere l’intervista a Jovanotti.
Ci parlavi appunto che stavi lavorando a un nuovo disco, cosa troveremo in questo nuovo album?
“Non lo so ancora in realtà, sono nella fase della semina, ho tante canzoni, in realtà potenzialmente ci sarebbe già bisogno di avere una decina di canzoni, però bisogna un attimo trovare un sunto, sono nella fase prima, quella dove scrivi e basta”.
Dopo Sanremo 2024 hai dichiarato che hai un pessimo rapporto con il successo e che avevi appunto deciso di non tornare a Sanremo nel 2025 perché volevi appunto prenderti un periodo di pausa. Ecco, cosa ha significato per te questa pausa e raccontaci un po’ come hai vissuto questo periodo.
“Perché volevo fare delle cose molto più normali, avevo bisogno di agganciarmi un po’ a… non so, anche solo alla mia famiglia, ho fatto questo viaggio con la mia famiglia in Giappone, io non facevo un viaggio con la mia famiglia da quando avevo 13 anni, 14 anni, quindi ho riabbracciato un po’ la dimensione del figlio anche perché i miei sono un po’ anziani, quindi insomma cerco di godermeli. Poi sono uscito con gli amici, ho cercato di vivermi la vita del ventenne e questo in realtà mi ha aiutato tanto con la scrittura perché poi alla fine parlando di cose normali se non le vivi di cosa scrivi”.
Il Giappone ti ha ispirato per qualche nuovo brano?
“Spero di sì, in realtà sì, ho scritto un sacco in Giappone, ho scritto anche proprio delle frasi, dei titoli, ho scritto anche una canzone che ha solo il testo, che non ho ancora fatto la musica. Quindi in realtà sì, chiaramente è un mondo nuovo, quindi tutto ciò che è nuovo tende ad essere ispirante”.
Sempre a Sanremo 2024 ti abbiamo visto con Roberto Vecchioni, è stato un momento indimenticabile. Che emozioni ti ha lasciato?
“Tante, tante e molto forti, penso sia stata una delle notti più belle della mia vita, ma perché non mi ero reso conto della forza della cosa fino a tre secondi prima di cantare sul palco. Lui mi ha insegnato tanto, è un grandissimo artista ma anche un grandissimo uomo, mi ha dato tanti valori”.
Come lo immagini il tuo futuro artisticamente e il cinema è qualcosa che ti può interessare?
“Come attore non so se sono bravo, però magari come colonna sonora mi piacerebbe molto. Io ho questa grande passione per i film d’animazione e il mio sogno sarebbe lavorare un po’ per la Pixar, per la Disney, per qualunque cosa, posso anche portare i panini nel caso, però mi piacerebbe molto fare parte di un progetto come potrebbe essere un film d’animazione”.
Ecco appunto, hai parlato di panini, il tuo piatto preferito?
“La pasta al pesto, mi rendo conto molto genovese questa cosa però io potrei vivere di pasta al pesto tutto il giorno”.
La serie tv preferita?
“La mia serie tv preferita, forse ti direi Breaking Bad perché l’ho vista da ragazzino e mi aveva folgorato”.
Il capo di abbigliamento o l’oggetto che non potrà mai mancare nella tua valigia?
“Beh le mutande si spera, se no la mia maglia col cuore giallo, che hanno pari importanza”.
Il viaggio che sogni di fare?
“Mi piacerebbe vedere la Cina oppure Nashville, non ci sono mai stato, è la città della musica in America, mi piacerebbe molto farmi un mesetto lì a suonare”.
La persona che vorresti incontrare almeno una volta nella vita?
“La persona che vorrei incontrare almeno una volta nella vita? Voglio darti una risposta che mi piace, sia chiaro. Forse Roberto Baggio, avrei tante domande da fargli”.
Sentimentalmente come siamo messi?
“Male, però non ci lamentiamo, male nel senso che siamo da soli ma sto trovando un equilibrio anche da solo, poi se capita molto volentieri però effettivamente ad oggi sto bene così”.