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Vergogna dalla Russia: arriva il reality show in cui si dà la “caccia” al gay

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Arriva in Russia “I’m not gay”, il reality show che è destinato a fare (giustamente) scandalo: vince chi individua il concorrente gay.

Il reality show russo della vergogna: caccia al gay

Dal punto di vista della reputazione la Russia non sta vivendo il suo periodo più felice, anzi. I motivi sono ovviamente sotto gli occhi di tutti, ma oltre alla guerra adesso a fare scalpore è anche la partenza di un nuovo reality show davvero scandaloso. Si chiama “I’m not gay” (“io non sono gay”) e il regolamento è molto semplice: gli 8 concorrenti di sesso maschile dovranno scoprire quale, tra di loro, è omosessuale.

Qui sopra potete guardare già in streaming il primo episodio del programma, dal quale ben si comprende il regolamento: 8 uomini, come detto, si rifugiano in una casa di campagna e alla fine di ogni episodio devono nominare un concorrente che sospettano sia gay. Chi indovina, vince 2 milioni di rubli (circa 26mila euro), mentre il concorrente omosessuale vince se non viene scoperto. Onestamente troviamo tutto incredibilmente assurdo.

Il conduttore è un politico omofobo

Ancor più scioccante è il concetto di fondo che viene espresso nel programma: “Trovare un gay nel nostro paese è come trovare un McDonald’s funzionante. Esistono sicuramente, ma ce ne sono pochissimi e non tutti li conoscono”. Una vera e propria caccia al tesoro all’insegna della discriminazione. Se vi venisse qualche dubbio circa l’eventuale goliardia che c’è dietro questo reality, quel dubbio ve lo togliamo annunciandovi il nome del conduttore: il deputato Vitaly Milonov.

Non vi dice nulla questo nome? Allora vi citiamo una sua dichiarazione del 2014 (avremmo potuto sceglierne varie, ma non volevamo sporcarci troppo): “Un pezzo di merda non è pericoloso, ma è abbastanza spiacevole da vedere per le strade. L’omosessualità è disgustosa. L’omofobia è bella e naturale“. Viene da chiedersi, è legittimo farlo, che tipo di Paese permetta la realizzazione e la trasmissione di un programma del genere. Ma la risposta, di fatto, già ce l’abbiamo e non c’è più da stupirsi.

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