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Sister Act – Una svitata in abito da suora – Opinioni, analisi e recensione del film

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Sister Act – Una svitata in abito da suora è un film del 1992 di genere Commedia/Musicale diretto da Emile Ardolino, con protagonisti Whoopi Goldberg, Maggie Smith, Kathy Najimy, Wendy Makkena, Mary Wickes, Harvey Keitel. Il film ha una durata di circa 111 minuti. Ecco la nostra opinione e recensione.

La Trama del film Sister Act – Una svitata in abito da suora

Deloris Van Cartier è la scatenata vocalist e front woman di un trio musicale, i The Ronelles, che è solito esibirsi in un famoso locale di Reno, in Nevada. Il proprietario del club, Vince LaRocca, è anche l’amante della donna pur essendo sposato da anni.

Proprio il fatto che l’uomo, che è anche un pericoloso gangster, non abbia ancora posto fine al suo matrimonio è motivo di accese discussioni tra la coppia: in seguito all’ennesimo litigio, Deloris assiste involontariamente all’esecuzione dell’omicidio dell’autista di Vince, colpevole di aver fatto uno spiata alla polizia.

La protagonista decide così di darsi alla fuga, ma Vince ordine ai suoi scagnozzi di mettersi sulle sue tracce. Deloris riesce comunque a raggiungere la stazione di polizia, dove il tenente Eddie Souther le propone di testimoniare contro l’ex amante nel processo che avrà luogo un paio di mesi più tardi.

Nel frattempo Deloris dovrà nascondersi sotto le mentite spoglie di una suora, Maria Claretta, nel conento di Santa Caterina, in teoria luogo ideale per nascondersi da occhi indiscreti. Per via delle sue straordinarie doti canore diventa in breve tempo la direttrice del coro, nonostante l’opposizione dell’integerrima Madre superiora, e amplia il repertorio con inedite sfumature soul e rock, riuscendo a riempire la chiesa di nuovi fedeli domenica dopo domenica. Ma troppa visibilità rischia di mettere a repentaglio la sua copertura.

La recensione e analisi del film “Sister Act – Una svitata in abito da suora”

Gli anni ’90 furono un periodo d’oro per la carriera cinematografica di Whoopi Goldberg, lanciata qualche stagione prima dal capolavoro di Spielberg Il colore viola (1985) per il quale fu candidata all’Oscar, e al centro di cult del calibro di Ghost – Fantasma (1990) che la resero volto familiare al grande pubblico. Tra i più grandi successi di quel periodo vi è stato sicuramente Sister Act – Una svitata in abito da suora, energica commedia musicale dove la nostra era il centro portante dell’intera visione.

Una performance memorabile quella dell’attrice afroamericana nei panni della cantante di night-club costretta a fingersi una suora per sfuggire all’ira dell’ex compagno, spietato gangster (un gigionesco Harvey Keitel). Un’operazione capace di conquistare lo spettatore grazie alla scoppiettante regia di Emile Ardolino, già autore di un cult del filone come Dirty Dancing – Balli proibiti (1987) e qui capace di unire alle splendide canzoni di stampo soul – rhythm’n’blues un impianto comico di tutto rispetto, indirizzato a tutta la famiglia.

Un divertimento contagioso che cresce progressivamente non appena si entra tra le mura del convento, con Deloris che rivoluziona da cima a fondo un ambiente rigido e dogmatico, con il ballo e le canzoni che vivono in un raffinato equilibrio e in scene madri indimenticabili tali da far chiudere un occhio su qualche evidente ingenuità in fase di sceneggiatura, con alcune forzature che comunque non rovinano la festa. E se all’arrivo dei titoli di coda viene una matta voglia di cantare, il merito è tutto dell’elettrizzante interpretazione della magnifica protagonista, pronta a tornare nel ruolo l’anno successivo nel meno ispirato sequel.

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