Filming Italy Sardegna Festival, Sergio Castellitto sulla vicenda Francis Kaufmann: “Se non fosse una tragedia sarebbe una commedia”. Poi rivela: “Farò parte del cast di Storia della mia famiglia 2 di Netflix”

Sergio Castellitto

Sergio Castellitto è intervenuto al Filming Italy Sardegna Festival, evento ideato e diretto da Tiziana Rocca e in programma dal 19 al 28 a Santa Margherita di Pula. L’attore e regista si è concesso ai giornalisti per una chiacchierata a cui abbiamo partecipato anche noi di SuperGuida TV.

Filming Italy Sardegna Festival, Sergio Castellitto parla della vicenda di Francis Kaufmann

Castellitto è attualmente impegnato nelle riprese della seconda stagione di “The Gentlemen” diretta dal regista Guy Ritchie in cui interpreta un mafioso: “Della prima serie avevo apprezzato l’ironia, molto british. In questa serie sono cattivo ma neanche così tanto. E’ una serie divertente, ora sto girando sul Lago Maggiore”.

Castellitto è poi intervenuto in merito alla polemica scaturita in seguito alle dichiarazioni di Matilda De Angelis alla premiazione dei Nastri d’Argento: “Matilda è stata protagonista nel film Il materiale emotivo. E’ una ragazza schietta, in linea di principio non le si può dare torto. Gli ex aequo possono avere senso in un Festival con una giuria concentrata in pochi giorni, per quanto riguarda i premi istituzionali come i Nastri d’Argento o i David di Donatello trovo che abbia ragione perché difende l’unicità del suo mestiere, l’individualità. Credo che altrimenti non avrebbe senso neanche dire migliore. Una volta avevo proposto di cambiare la definizione con “il più amato”.

Castellitto ha poi commentato la vicenda relativa a Francis Kaufmann, l’uomo che sospettato dell’omicidio della compagna russa e della figlia, trovate cadavere a Villa Pamphili, che nel 2020 aveva ottenuto un tax credit di 863.595,90 euro per la produzione cinematografica di un film mai realizzato: “Se non fosse una tragedia sarebbe una commedia. E’ inquietante la sensazione che se succede una volta può accadere altre mille volte. Penso che questo sia il sentimento che un cittadino dovrebbe avere. Avendo vissuto un anno d’inferno al Centro Sperimentale, so perfettamente che la burocrazia ha le sue leggi, la sua logica e la sua diabolicità. Però nemmeno uno sceneggiatore diabolico potrebbe inventarsi che una persona che uccide una donna e un bambino poteva ricevere 800.000 euro dallo Stato. E’ una somma importante che si dà ad un progetto importante magari anche con un cast importante”.

Nel 2024, venti pellicole hanno registrato meno di mille spettatori ciascuna, incassando in media circa 2.000 euro a fronte di un finanziamento pubblico complessivo pari a 11,5 milioni di euro. Alcune produzioni ad alto budget degli ultimi anni sono finite sotto la lente d’ingrandimento del Ministero della Cultura e della Guardia di Finanza, poiché potrebbero non rispettare i requisiti di “valore artistico” previsti per l’assegnazione dei fondi statali. A tal proposito, Castellitto ha dichiarato: “Temo che questa sia una cosa che accada in Italia. Non voglio entrare in polemica con nessuno. La cosa che mi inquieta è che le opere prime e le seconde è faticoso farle in Italia. Credo che il settore pubblico debba avere come vocazione quella di promuovere le opere prime e le opere seconde. Poi ci sanno che ci stanno quei 10 progetti di quei 10 registi importanti che in automatico ricevono dei finanziamenti. Mi sento anche di dire che tutti gli attacchi che furono fatti da Sangiuliano non hanno senso perché la situazione non va avanti da due anni ma da 20 anni”.

Noi di SuperGuida TV gli chiediamo un commento sulla proposta avanzata da Pupi Avati di istituire un Ministero del cinema: “Sì ma allora perché non istituire un ministero del teatro, del ministero dell’arte? Pupi da gigante qual è capisce meglio di tanti altri la situazione di crisi. L’altra sera mi sono guardato il film di Angelo Duro, l’ho rovato divertente. Oggi è cambiato il pubblico ma non siamo ancora cambiati noi rispetto al pubblico. Personalmente il bene rifugio nel quale intendo raccogliermi è il pensiero di inventare una storia che sia depositaria di emozioni. rimpiango un ritorno all’interiorità”. Sergio Castellitto parla poi del politically correct: “Sta danneggiando la vita. Negli anni Sessanta eravamo più buoni mentre ora c’è stato un indurimento dei rapporti umani”.

Le parole sul figlio Pietro Castellitto e il successo di Conclave

Qualche tempo fa Castellitto aveva dichiarato di non voler fare più il regista. Oggi però ci ha ripensato: “Vediamo se succederà”. Sul figlio Pietro ha detto: “Ho sempre creduto in lui, anche quando era giovane e sembrava buttare la sua vita come fanno i giovani che non sanno dove mettere le mani. Ho sempre avuto l’intuizione di un talento caotico. Il talento ordinato è sospetto. Ora riesce a canalizzarlo. Liberarsi di una personalità come mia e della madre è stata un percorso che ha fatto. Lo ammiro molto così come le mie figlie”.

Il film Conclave è stato un grande successo e si è rivelato anche profetico vista l’elezione di Papa Leone XIV. Noi di SuperGuida TV abbiamo chiesto a Castellitto un commento sul nuovo Pontefice: “So per certo che Papa Leone ha visto Conclave alcuni giorni prima di diventare papa. So che i cardinali hanno voluto vedere Conclave per capire come funzionava. Stavo girando a Londra quando ho ricevuto delle telefonate che era morto Papa Francesco. In realtà quando ritirammo il Premio a Los Angeles sapevamo che stava male tanto che Isabella Rossellini dedicò a lui il premio. Una volta morto Papa Francesco si è scatenata una cosa incredibile, sono aumentate le visualizzazioni del film”.

A conclusione della chiacchierata, Sergio Castellitto ci anticipa che prenderà parte alla seconda stagione di “Storia della mia famiglia”, la serie Netflix: “Interpreto un uomo che aveva abbandonato la famiglia e ritorna dopo tanto tempo. La prima serie era scritta molto bene, c’è una scrittura malinconica”. Sergio Castellitto scherza sul fatto che dopo un anno di Presidenza del Centro Sperimentale sia tornato a lavorare di nuovo ma non nasconde che per lui è stata una parentesi dolorosa: “Un anno faticoso e complesso, non avevo sperimentato questo meccanismo della macchina del fango. E’ stato doloroso, sono stato ingenuo a non capire. Mi sono sopravvalutato, ho pensato che le idee fossero più forti della palude”.

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