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Race For Glory – Audi vs Lancia: una sfida su quattro ruote a corto di adrenalina – Recensione

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Raccontare al cinema il mondo delle corse automobilistiche significa confrontarsi con una sfida duplice: catturare il dinamismo della velocità su quattro ruote e al contempo cercare di infondere spessore umano ai piloti e agli ingegneri che animano quell’adrenalinico palcoscenico.

Film come Rush (2013) o Le Mans ’66 – La grande sfida (2019), per citare due recenti esponenti del genere, hanno dimostrato che è possibile raccontare sia l’impianto ludico della competizione che quanto avviene nel dietro le quinte. Race for Glory: Audi vs. Lancia ci accompagna in una categoria raramente affrontata dal grande schermo, ovvero quella del mondo rallistico, accompagnando anche il pubblico di non appassionati a scoprire la sfida tra Lancia e Audi caratterizzante il Campionato del Mondo di Rally del 1983.

Race for glory: col freno a mano tirato – recensione

Il film di Stefano Mordini ricostruisce la storica impresa di Cesare Fiorio, carismatico e spregiudicato direttore sportivo della Lancia, che decide di sfidare il colosso tedesco dell’Audi, forte della sua rivoluzionaria tecnologia a trazione integrale, con la più agile ma tecnicamente inferiore Lancia Rally 037 a trazione posteriore.

Sulla carta la sceneggiatura possedeva tutti gli elementi chiave per un imbastire un racconto potenzialmente epico: l’ingegno nostrano contro la potenza teutonica, la passione viscerale contro la freddezza della tecnologia, la furbizia – anche barando – contro la forza bruta. Eppure i cento minuti di visione non riescono a trasformare definitivamente i notevoli spunti della premessa in qualcosa di effettivamente avvincente.

Una strada dritta e senza svolte

Il problema principale risiede in una scrittura schematica e didascalica, che si affida a dialoghi posticci e a personaggi monodimensionali. Le figure in scena, siano dietro al volante o nelle postazioni di controllo ad attendere l’arrivo delle vetture di scuderia, risultano gusci vuoti, privi di qualsiasi approfondimento psicologico. Le loro motivazioni sono sì dichiarate, ma conosciamo poco o nulla della vita privata o delle reali aspirazioni, con il racconto che non trova il modo di sfondare le porte emozionali.

Il cast fa quel che può, con Riccardo Scamarcio e Daniel Brühl che pur mettendo impegno nel tratteggiare quegli eterni rivali, finiscono per essere ingabbiati in dei ruoli anonimi, di cui scopriamo soltanto la superficie senza che mai vengano fatte trasparire le relative fragilità od ossessioni.

Anche sul piano della messa in scena, l’operazione delude. Le sequenze di gara, che dovrebbero rappresentare l’apice del pathos, sono girate in modo ripetitivo e privo di tensione a tema, con la stessa “resa dei conti” finale risolta in maniera sin troppo anemica. Manca il senso del pericolo, la percezione della velocità folle, la fatica fisica e mentale dei piloti. E in un film sulle corse, probabilmente è proprio questa la pecca maggiore.

Il film è disponibile nel catalogo di RaiPlay.

Conclusioni finali

In un film che dovrebbe vivere sul senso di velocità al volante e sull’altrettanto accesa rivalità tra chi quei bolidi li gestisce, la mancanza di spettacolo ed emozioni è un’aggravante non da poco. Race For Glory – Audi vs Lancia non trova la giusta chiave di lettura nel ripercorrere l’epica sfida tra le due case automobilistiche nel campionato di rally del 1983 e la sceneggiatura fallisce nel dar vita a personaggi, che restano pedine di cartapesta.

Senza tensione e senza adrenalina arrivare ai titoli di coda senza qualche sbadiglio è dura e anche gli appassionati della relativa competizione difficilmente troveranno spunti di interesse in una sceneggiatura, liberamente adattata, che ripercorre un’annata clou a corto di ispirazione.

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