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Avanti un altro 2020, Paolo Bonolis “maledetto” con una poesia in sardo? | video Mediaset

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Paolo Bonolis ‘maledetto’ ad Avanti un altro? Nella puntata di ieri sera, domenica 19 gennaio 2020, il concorrente di nome Giovanni, che viene dalla Sardegna e che come lavoro fa il pastore, ha rivolto un “augurio” al conduttore del quiz di Canale 5. In studio, infatti, il ragazzo ha recitato una sorta di poesia in sardo, per cui al momento non è del tutto chiaro se si tratti di una maledizione o di un buon auspicio. Insomma, che l’amato presentatore non si sia neppure reso conto del significato delle frasi pronunciate in trasmissione? In attesa di nuovi dettagli, allora, ecco il video da Mediaset Play con l’intero momento da rivedere, inclusa la reazione del ‘padrone di casa’. Qui, in basso, anche il testo e la traduzione del componimento (fonte: cagliaripad.it).

Frastimo, ma no isco frastimare
ca Deus non m’hat dadu su destinu.
Males cantas renas b’hat in mare
e unzas cantu pesat su terrinu.
Su cannau ti tostet su Buzinu
manzanu a carre lenta a t’impicare.
Minutos cantu zirat su rellozu
ti dian issacadas de puntorzu.

Bestemmio ma non so bestemmiare perché Dio non mi ha dato questo destino. Ti scendano addosso tanti mali quanta sabbia c’è nel mare e a quante once pesa il terreno. Domani mattina il demonio ti metta la fune al collo per impiccarti. Ti pungano con un pungolo tanti minuti quanti ne girano su un orologio.

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View Comments (1)

  • Custu suzzediti, commente namos nois sardos, cando unu andata po picare in ziru.... e ch'essit piccatu.
    Ovvero: questo succede, come diciamo noi sardi, quando qualcuno vuol prendere in giro (soprattutto reiteratamente e spesso anche irrispettosamente), ma finisce per essere preso..... in giro.
    Aggiungo che nella poesia estemporanea sarda, in particolare nelle "gare" di poesia estemporanea sui palchi delle feste, solitamente ci sono tre o più distinte "fasi" che i poeti invitati vanno a trattare, s'intrada (esordio) che prevede una sorta di prologo ai "temi" loro assegnati dal comitato della festa, un "tema serio" ed un "tema leggero", che implica molto spesso dell'ironia o anche qualche simulata maledizione ("frastimu" o "irrocu") che ha il solo scopo di far divertire
    e sorridere il pubblico, come fece spesso il poeta Trilussa. Per sentire qualche risata in più, a volte si usa il fioretto.. a volte la spada, comunque sempre fondamentalmente ironica e verbale (a tal riprova molti poeti estemporanei sardi, dopo queste poesie che si dedicano a vicenda, da decenni fanno assieme anche oltre 100 "gare" poetiche l'anno).
    A chent'annos chin salute.

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