Danny Dolinski è un esperto sicario ormai in là con gli anni, incaricato di addestrare il giovane apprendista Wihlborg a quello sporco mestiere. L’uomo deve fare i conti con diversi problemi, tra cui un’operazione alla mano, un’artrite sempre più debilitante e una mira che non è più quella di una volta. Nella loro nuova missione, maestro e allievo si ritrovano a dover affrontare la mafia irlandese.
Ma in Old Guy il rapporto tra allievo e maestro non è dei più semplici, anche per via delle profonde differenze che li separano: il primo, figlio della generazione Z, non beve e non fuma, mentre il secondo è dedito a pressoché tutti i vizi esistenti. La comparsa di Anata, una vecchia amica di Danny con qui vi è del tenero, rischia di complicare ulteriormente la situazione.
Old Guy: come prima, più di prima – recensione
Un film troppo esile per poterci credere, anche per via di un cast sulla carta da Novanta. E invece Old Guy si rivela un titolo emblematico, ideale per un film che sembra vecchio di anni e che non trova una sua ragion d’essere nel cinema contemporaneo. Visto che si è scelto di premere l’acceleratore sulla leggerezza, la dose di autoironia avrebbe dovuto essere maggiormente dosata e invece qui la stessa comicità finisce per prendersi (in)volontariamente troppo sul serio.
Il title-role è interpretato da Christoph Waltz, che dopo i fasti tarantiniani negli ultimi anni sembra aver perso un po’ di smalto proprio come il suo personaggio. Ad accompagnarlo una Lucy Liu – guarda caso altra ex-eroina per Tarantino in Kill Bill – che a cinquantacinque anni mostra ancora un fascino e un fisico invidiabili. Ma nemmeno loro riesco a risollevare una storia priva di effettivi sussulti, che si trascina per un’ora e mezza fino al più anonimo degli epiloghi.
Un film che non va a segno
Dietro la macchina da presa troviamo Simon West, a cui dobbiamo sì cult del cinema action come Con Air (1997) o Lara Croft: Tomb Raider (2001), ma anche tante produzioni di serie B, nelle quali ha spesso riciclato una formula consolidata. Un protagonista vissuto, che gioca con le reminiscenze di un glorioso passato da miglior sicario sulla piazza, al centro di un racconto che va da un punto A a un punto B senza deviazioni di sorta, con l’anima pulp e grottesca che vorrebbe dare un pizzico di personalità a quanto avvenente in scena, senza trovare però la giusta chiave di lettura.
Obiettivo purtroppo mancato, con l’ipotetico scontro generazionale tra i due assassini obbligati, prima controvoglia e poi in armonia, a collaborare che rimane per l’appunto solo teorico e le battute e i siparietti che non vanno mai veramente a segno, alla ricerca di risate forzate per smorzare la violenza, comunque relativamente soft, di una missione dove il sangue è destinato inevitabilmente a scorrere.
Il film è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.
Conclusioni finali
Come il suo vissuto e disilluso protagonista, Old Guy è un film che zoppica tra le ombre del passato e la stanchezza del presente, cercando invano un colpo ad’effetto che non arriva mai. Una action-comedy che non convince né dal punto di vista dell’azione né da quello dell’ironia, con l’anima pulp che resta in superficie e personaggi appena abbozzati.
Si spreca un cast di lusso capitanato da Christoph Waltz e da una sempre bellissima Lucy Liu, in una storia che non ha spunti effettivamente interessanti da raccontare, nella missione di un sicario soltanto ipoteticamente sul viale del tramonto.