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Morto Chester Bennington: il cantante dei Linkin Park si è suicidato

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È morto Chester Bennington, la voce dei Linkin Park il cantante aveva 41 anni  si è tolto la vita in un appartamento di Los Angeles. Poco meno di un mese fa il  17 giugno 2017 si esibiva insieme ai Linkin Park a Monza, tappa italiana del “One More Light European Tour”.

Chester Bennington morto suicida a Los Angeles

Nelle prime ore del 20 luglio in un’abitazione di Los Angeles il cantante del gruppo musicale nu metal Linkin Park e successivamente anche degli Stone Temple Pilots è stato ritrovato privo di vita. Dalle prime indiscrezioni si tratterebbe di suicidio.

Durante l’ultimo saluto al funerale di Chris Cornell cantante dei Soundgarden morto suicida a maggio scorso aveva intonato ‘Hallelujah’‘ di Leonard Cohen catturando milioni di visualizzazioni sui social

Nato a Phoenix nel 1976, in Arizona, la sua vita fu costellata da abusi ed eccessi. Dipendente da droga e alcol ebbe un’infanzia e un’adolescenza tormentate da problemi familiari. La musica sua passione da sempre, gli regalò attimi di felicità: fu scelto per la sua particolare vocalità nel 1998 dalla band Xero che poi cambiò il nome in Linkin Park.

Il successo Planetario di “Hybrid Theory”

Nel 2000 l’album di esordio Hybrid Theory dei Linkin Park fu il disco più di successo del genere nu metal, con oltre 27 milioni di copie vendute in tutto il mondo, trainato dai singoli:

  • One Step Closer
  • Crawling
  • In the End, raggiungendo un successo planetario.

Lascia 6 figli avuti da tre donne diverse e il ricordo di una voce inconfondibile, particolarissima tanto che nel 2006 fu inserito come uno dei 100 migliori cantanti metal di tutti i tempi stilata da Hit Parader.

Dal 2005 il suo percorso artistico si è diviso tra i Linkin Park e  gli Stone Temple Pilot.

Chester Bennington: curiosità

Del cantante assolutamente unico nel suo modo di essere e di esprimersi si ricordano anche i tatuaggi particolari: fiamme sui polsi, pesci, una ragnatela con un teschio e una rosa. Sul polpaccio aveva il tatuaggio di un soldato con le ali di libellula, lo stesso che appare nella copertina dell’album Hybrid Theory.

Lo ricordiamo con il singolo di maggior successo In The End

 

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