“Il Tempo, Le Febbri, La Sete” è questo il titolo del nuovo singolo di Mille uscito il 14 maggio su tutte le piattaforme per TAIGA / ADA Music Italy. Cantautrice e artista eclettica, Mille inaugura con questo brano il percorso verso l’album “Risorgimento”, in uscita in autunno. Voce da diva d’altri tempi, una penna che si distingue, capace di commuovere, far sorridere, essere sfacciata e sensuale al tempo stesso, e un’immagine forte, riconoscibile, impossibile da dimenticare, con questo singolo Mille racconta la sua rinascita interiore.
Il brano è scritto da Elisa Pucci e Davide Malvi e prodotto da Unbertoprimo, Alessandro Di Sciullo e Mille. L’artista sarà inoltre protagonista di un CLUB TOUR con i primi due appuntamenti dal vivo (prodotti da Ponderosa Music & Art): l’11 novembre a Milano (Santeria Toscana 31) e il 12 novembre a Roma (Monk). Noi di SuperGuidaTv abbiamo avuto il piacere di incontrare Mille. Ecco cosa ci ha raccontato la cantautrice nella nostra intervista.
Intervista a Mille per il brano “Il Tempo, Le Febbri, La Sete”
Benvenuta Mille, “Il Tempo, Le Febbri, La Sete” è il tuo nuovo singolo. Come nasce questo brano?
“Ho scritto questa canzone mentre stavo soffrendo per amore e in quel momento esatto sentivo il bisogno del tempo per elaborare il dolore, delle febbri per stemperare le emotività e le sofferenze e della sede per tornare ad avere l’esigenza di bere di nuovo, di avere armi nuovamente. È una canzone talismano perché mi fa un po’ ricordare che passata la disperazione legata al dolore, posso avere la possibilità di autoguarirmi, di autoconsolarmi. La cosa importante, infatti, è che la soluzione non è smettere di amare come mi consiglio nella canzone, ma è darsi la possibilità di vivere di nuovo, di abbracciare le cose che possono accaderci e di darsi la possibilità di essere felice nuovamente”.
Parlavi di talismano, qual è stato il primo sentimento che ti ha fatto capire che stavi scrivendo qualcosa di importante?
“La profonda tristezza, probabilmente, che è quello è stato l’input che m’ha fatto imbracciare la chitarra. Mentre piangevo stavo in salotto, dove ho un piccolo studio, imbracciavo la chitarra, stavo in camicia da notte bianca e quindi in quel momento lì, il desiderio di tirare fuori le cose che avevo dentro ha dato in là per darvi quella che è una canzone che rappresenta anche per me un nuovo punto di ripartenza in tutti i sensi, non solo musicale, ma anche personale”.
Questo singolo è l’inizio del viaggio verso l’album Risorgimento previsto in autunno. Ecco, che tipo di rinascita stai raccontando in questo progetto più ampio?
“L’esatto passaggio tra il prima e il dopo, il prima della sofferenza e il dopo, il momento in cui si cerca di cambiare quello che è un passato che ci ha fatto male, per poi arrivare a un futuro che noi sappiamo che è incerto, però ci si dà la speranza di qualcosa di bello e il Risorgimento, cioè è proprio una parola che mi rappresenta in pieno, e alla quale mi sono sentita subito agganciata. Io stavo chiacchierando con una persona riguardo le canzoni che avevo scritto, il periodo anche che stavo vivendo, e questa persona a un certo punto dice “Eh, tu stai vivendo questo risorgimento nella tua vita in tutti i sensi”. Io ho fatto, aspetta, bloccati, c’è il titolo del disco. Questo era dicembre, avevo già scritto tra settembre e dicembre praticamente tutte le canzoni che compongono l’album e questa parola che significa tornare alla sorgente, tornare alla vita, mi è sembrata proprio la parola giusta per questa fotografia di tutte le cose che stavo vivendo in quel momento”.
Ci puoi anticipare però qualcosa sul mood, sulle sonorità del su qualche brano che troveremo all’interno del disco?
“È un disco suonato, tanto suonato. Io ho scritto le canzoni, voce e chitarra elettrica, e nel momento in cui avevo la melodia e il testo, immaginavo già la pulsazione della batteria, i giri di basso e quindi avevo l’esigenza di creare qualcosa di immediato, di fisiologico come attitudine e quindi è un disco dove i musicisti hanno messo il loro, quindi c’è il batterista che è Umberto primo col quale ho scritto, ho prodotto il disco e che ha suonato le batterie, ma anche molti bassi, e molti altri strumenti. Ci sono i cori veri, c’è Nicki di Radio DJ che ha prestato la sua voce, ci sono gli archi veri che ho registrato a Berlino. E tutto quello che io dico in maniera molto diretta e immediata nei testi ho cercato di tradurlo anche musicalmente parlando con gli strumenti veri”.
Hai appena annunciato le prime due date del Club Tour, Milano e Roma a novembre. Che tipo di concerto stai immaginando, che atmosfera vuoi creare?
“È sicuramente un concerto che prevede del sudore sia sul palco che sotto il palco. Un live dove si balla, si canta a squarciagola e ci saranno anche dei momenti di intimità”.
Dici spesso che la tua immagine è parte integrante del tuo linguaggio. Cosa racconta oggi il tuo stile, i tuoi colori e il tuo modo di apparire?
“Sai le fotografie ti raccontano sempre qualcosa, no? Quindi tu nel momento in cui guardi qualcosa ti immagini la storia che c’è dietro e il mio essere musicista e persona combacia completamente, quindi tutto quello che vedi è come sono tutti i giorni, c’è dietro il divertimento di fare qualcosa di bello per me, che mi piaccia, che mi faccia stare bene. Quindi il lavoro che faccio è cercare di essere più fedele a me stessa possibile, senza distrazioni esterne, quindi di essere veramente quando mi guardo allo specchio di dire “Sì, sono io e sto bene così”.
Tra palco, studio e teatro, in quali di questi luoghi ti senti più nuda, più vera, più te stessa?
“Non c’è differenza. Mi sento me stessa quando faccio le cose giuste per me, che sia sul palco, che sia quando esco a fare la spesa, che sia a teatro, anche se, per esempio, a teatro io interpreto un altro personaggio che è fuori da me, ma non c’è niente di più vero che la finzione in quel senso, perché io dentro l’interpretazione di un personaggio ci metto la mia esperienza, il mio modo di vivere alcune azioni che compie il personaggio, alcuni pensieri che fa il personaggio, quindi sono sempre io”.
Se “Il Tempo, le Febbri e la Sete” come abbiamo detto è un seme di ripartenza, cosa speri che fiorisca da qui in avanti per te?
“Spero di poter essere sempre felice e orgogliosa di quello che faccio”
Cosa ti consola oggi nella vita quotidiana quanto senti di avere punto sete?
“Mi consola sempre un’ottima pizza margherita o una carbonara. Quello mi sarà sempre di consolazione e poi mi consolano le persone che amo e che mi amano”.