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Massimo Giletti riparte da La 7 con ” Non è l’Arena” ed ha già uno scoop: Tulliani arrestato

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Massimo Giletti, come saprete, dopo essere stato in Rai per 13 anni è passato a La7 dove da domenica 12 novembre in prime time condurrà il programma “Non è L’Arena”. Ma la cosa assai strana è che parte addirittura con uno scoop ancor prima di andare in onda: Tulliani è finito in carcere.

Giancarlo Tulliani per chi non lo ricordasse è il cognato di Gianfranco Fini leader politico ed ex Presidente della Camera, che fu coinvolto in uno scandalo a causa di un appartamento a Montecarlo  acquistato con i soldi del partito.

Giletti torna in tv in Pole Position

Ma andiamo per ordine, cosa c’entra Tulliani con Massimo Giletti? Ecco i fatti: il giornalista di La7 della redazione di Giletti,  Daniele Bonistalli, si è recato a Dubai proprio per intervistare Tulliani.

Le dichiarazioni del giornalista Bonistalli rilasciate a “Il Tempo”:

Tulliani ha fatto di tutto per farci arrestare. Quando è andato dalla polizia a denunciarci era molto sicuro di sé e dei suoi mezzi. Eppure tanta sicurezza è costata molto cara a Tulliani.

Massimo Giletti – aggiunge Bonistalli – ha mandato me e un operatore tv a Dubai, sapendo che c’era la possibilità di incontrare Tulliani. E in effetti, dopo 5 giorni che eravamo lì, l’abbiamo rintracciato mentre stava andando in aeroporto con la compagna Federica Papadia.

 Non è stato quindi un incontro casuale. Lui era tesissimo, già prima che si accorgesse della nostra presenza. Ha controllato che la fidanzata si imbarcasse. È rimasto a guardarla da lontano, anche dopo i controlli della sicurezza”.

Una breve intervista e poi l’impensabile!

In effetti il giornalista riesce ad avvicinare Tulliani e ad ottenere una breve intervista, solo che a un certo punto Tulliani li “aggredisce”.

Lui era agitato perché aveva già avuto una brutta esperienza con i fotografi di “Chi” – spiega il cronista – e quindi pensava che fossimo dei paparazzi. Continuava a ripeterci: ‘Quanto vi pagano?’.

Ha dato di matto, con deliri di onnipotenza. Diceva concitato alla polizia: ‘Sono venuto a Dubai per stare tranquillo. Sono una persona perbene e questi giornalisti stanno commettendo una violenza privata. Dovete fermarli!’.

Per spiegare quanto era incattivito, quando mi hanno bloccato, all’inizio, ero solo, perché avevo detto al cameraman di restare un po’ distante. Invece lui ha urlato: ‘C’ era un altro col cappello. Prendetelo! Prendetelo!’.

Insomma, come si suol dire, “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” in breve l’arrivo dei poliziotti ha chiarito, per ironia della sorte, che Tulliani era un latitante ricercato in Italia.

Il racconto di Bonistalli continua:

Solo dopo aver fatto il controllo sul suo passaporto – spiega Bonistalli – gli agenti hanno scoperto che aveva un mandato di cattura internazionale. Fino alla fine speravo che la situazione rientrasse. Gli dicevo: ‘Giancarlo, ma cosa stai facendo?’.

Epilogo? Tulliani arrestato, il giornalista interrogato.

Sono dovuti intervenire anche i nostri servizi segreti”, spiega il giornalista “Però questa volta le cose non sono andate come Tulliani sperava. Anzi, la situazione gli si è rivoltata contro.

Il cameraman e il giornalista sono riusciti a salvare tutto il materiale filmato all’aeroporto di Dubai e domenica 12 novembre spiegheranno il tutto:

Domenica spiegheremo in diretta in che modo – conclude Bonistalli – Anche quella è stata una specie di spy -story.

Grazie a un secondo telefono che avevo nascosto, ho fatto appena in tempo (prima che mi perquisissero) ad avvisare con un sms la produzione di La 7 che ci avevano arrestato. Altrimenti chissà quando ci avrebbero liberato.

Magari saremmo rimasti un mese in cella, prima che si chiarisse la situazione.

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